Era il 1914. Per la prima volta, a dieci anni dalla prima edizione, il prestigioso Prix Goncourt, premio letterario intitolato alla memoria dei fratelli Goncourt, trovava casa presso lo storico ristorante Drouant, allโepoca giร attivo da piรน di trentโanni. Fondato da Charles Drouant nel 1880, il ristorante nasceva nel cuore del secondo arrondissement, non distante dallโOpera parigina, come semplice bar-tabac. Ma ventโanni piรน tardi, nel passaggio tra XIX e XX secolo, il locale al civico 16 di place Gaillon era giร diventato ritrovo ambito per lโalta societร di Parigi, attratta dalla ostriche fresche e a buon mercato che ogni settimana Drouant faceva arrivare in cittร dalle coste bretoni. Proprio nel 1914 la gestione del ristorante passa di mano al figlio di Charles, Jean Drouant; con lui, il salone al primo piano dellโedificio sarร riservato, ogni primo martedรฌ del mese, alla riunione della giuria Goncourt, chiamata a eleggere la migliore pubblicazione dellโanno allโinizio di novembre.
Il prestigio dellโiniziativa non farร che accrescere la fama dellโinsegna, che fino al 1976, attraversando un secolo di ristorazione a Parigi, resterร nelle mani della famiglia Drouant. Allora, il primo passaggio di proprietร nella storia del ristorante premia la lealtร di un dipendente che ha fatto carriera: arrivato quarantโanni prima in cittร , in cerca di una vita migliore, Robert Pascal lavorerร come commis nella brigata di Drouant per decenni, prima di rilevare lโattivitร nel โ76.
Ma a partire dalla seconda metร degli anni Ottanta i passaggi di proprietร si intensificano, mentre la cucina affidata a Louis Grondard riesce a conquistare le due stelle tra il 1988 e il 2005. Nel 2006 รจ il tristellato Antoine Westermann ad assumere la gestione del ristorante, che nel 2018 passa nuovamente di mano, sotto la gestione del gruppo Gardinier & Fils (cui appartiene anche unโinsegna apprezzata come il Taillevent). Quella che non รจ mai mancata, in quasi 140 anni di storia, รจ lโambizione di offrire una tavola blasonata alla cittร . E cosรฌ inizia anche il โnuovoโ corso di Drouant, a seguito dellโultimo restyling di uno spazio che ancora testimonia la ricchezza di unโepoca โ gli anni Venti dellโArt Deco โ pur fresco del rinnovamento affidato a un architetto italiano. Fabrizio Casiraghi (milanese, a lungo al lavoro per il Fai, allievo di Dominique Perrault e poi designer per Dimorestudio) ha preso in carico, negli ultimi quattro mesi, il compito di far rivivere le atmosfere eleganti e preziose disegnate allโepoca da Jacques –Emile Ruhlmann, considerato a Parigi il nume tutelare dellโArt Deco.
Del progetto di allora, Casiraghi ha mantenuto lo scalone con balaustra in ottone cesellata da eleganti motivi floreali, che collega la sala affacciata su strada con gli ambienti del primo piano. Per il resto, lavorando su dettagli dโarredo in stile โ come i lampadari a cascata, le applique a parete e le poltroncine imbottite riprodotte a partire dal modello originale depositato alla camera di commercio di Parigi โ lโarchitetto ha scelto di ripensare lo spazio in senso moderno. Il pavimento, perรฒ, รจ un omaggio alla pavimentazione storica rinvenuta durante i lavori, impreziosita da mosaici a colori: troppo danneggiata per essere salvata, la decorazione originale รจ ora riproposta da un pavimento in travertino con mosaici a motivi geometrici, in bianco e nero. Ma lโomaggio di Casiraghi alla storia del luogo passa anche per una meritata citazione del premio Goncourt, con i libri vincitori del premio raccolti nella teca che caratterizza la sala del mezzanino, e opere originali che ne richiamano costantemente la memoria, nei diversi ambienti (nel Salon Proust, le pitture su muro di Roberto Ruspoli ricordano lโedizione vinta dal celebre scrittore con Allโombra delle fanciulle in fiore, nel 1918).
La cucina, invece, รจ affidata a Emile Cotte, allievo, tra gli altri, di Guy Savoy e Alain Soliveres, che con la collaborazione di Philippe Mille porta avanti un’idea affidata ai buoni prodotti delle campagne e delle coste francesi. La tavola non รจ certamente una delle piรน economiche in cittร , forte anche della storia che porta in dote. Ma a cena, il menu Gaillon โ antipasto, piatto principale e dessert โ permette di godere di uno spazio unico per 59 euro a persona (a pranzo la formula รจ ancora piรน abbordabile, proposta per 46 euro). Cosa aspettarsi? Patรจ in crosta, pollo ruspante con gamberi e funghi shitake, anatra e funghi con contorno di cavolo verde, vol au vent con aragosta; per chiudere, carello dei formaggi o una madeleine di Proust, con salsa al cioccolato. Per unโesperienza senza tempo. E si puรฒ anche cenare nel mitico Salon Goncourt, disponibile per eventi privati, per un massimo di 16 persone.
a cura di Livia Montagnoli
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