L’Emilia Romagna รจ un’unica regione politica, ma sul vino (e non solo) occorre considerare autonomamente le due entitร per capire le sostanziali differenze tra territori, vitigni, clima.
Partiamo da Ovest, con l’Emilia e il suo principale protagonista, il Lambrusco. Il lavoro svolto dal Consorzio รจ esemplare per tante Denominazioni e il vino emiliano per eccellenza รจ sempre piรน forte in Italia e nei mercati internazionali. Forza che abbiamo riscontrato anche negli assaggi, cosa che ci rende sempre piรน convinti che l’unione (vera) tra i produttori faccia salire la qualitร generale del vino. Sei i Tre Bicchieri assegnati al Lambrusco: il capofila รจ senza dubbio il Sorbara, ma se si osserva la Guida in profonditร ci si accorge che tante altre tipologie – a partire dal Reggiano, passando per il Grasparossa e il Salamino – arrivano a punteggi di tutto rispetto (ben 17 i vini arrivati in finale). A prescindere dai massimi riconoscimenti perรฒ, bisogna ammettere che la piacevolezza, la bevibilitร , la pulizia dei Lambrusco รจ alle stelle e tutto ciรฒ avviene sempre con prezzi altamente popolari. Ma, oltre il Lambrusco, c’รจ tanto altro: nel piacentino, Bonarda, Ortrugo e Gutturnio sono vini sempre piรน centrati, nel Parmense la Malvasia dei Colli ha una sua precisa identitร , mentre nel Bolognese avanza il Pignoletto (da uve grechetto gentile) che conquista un Tre Bicchieri che vuole essere esemplare per la tipologia: a salire sul gradino piรน alto del podio la cantina Gaggioli, fondata da Carlo Gaggioli, vero e appassionato vignaiolo con piรน di novant’anni e una vita spesa per il Pignoletto. Complimenti!
Da Bologna ci spostiamo verso est e arriviamo fino al mare, attraversando la Romagna e le sue ormai note sottozone che scandiscono i vari territori del Sangiovese. Anche qui il lavoro fatto dal Consorzio Vini Romagna รจ encomiabile, specie per la valorizzazione dei singoli territori. L’ultima azione riguarda l’istituzione del marchio Rocche di Romagna che vuole racchiudere tutti i vini che si fregiano delle 16 sottozone e comunicano dei Sangiovese (ottenuti con almeno il 95% del vitigno) altamente rispettosi dei territori di appartenenza. Anche qui non ci si ferma al Sangiovese. L’Albana si conferma un grande vitigno a bacca bianca, capace di dare grandi soddisfazioni in diverse versioni, classica, macerata o passita: questo รจ senza dubbio un valore aggiunto, per quanto andrebbero trovate delle diciture alle tipologie per orientare meglio il consumatore. Completano il bel quadro alcune varietร internazionali (che danno ottimi risultati in alcune zone come i Colli di Rimini) e diversi vitigni autoctoni minori che fanno vedere quanta biodiversitร ci sia. Piรน perplessitร suscitano invece da tanti Igt che, a prescindere dalla loro mera bontร , comunicano poco il bel territorio di cui abbiamo parlato.
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