L'altalena dei numeri sul vino: bimestre top, trimestre flop. Occhio a festeggiare troppo presto

23 Mag 2024, 17:23 | a cura di
Abbiamo un problema sui dati. Secondo Istat nel primo bimestre dell'anno l'export del vino italiano in Cina ha fatto +35%, secondo il dato import delle dogane, invece, nel primo trimestre sarebbe a -3%. Chi ha ragione?

Il vino italiano ha un grosso problema. E riguarda i numeri (che non tornano). Secondo i dati Istat, nel periodo gennaio-febbraio, l'export vitivinicolo italiano sarebbe notevolmente migliorato rispetto ad un anno fa. Ma i dati delle dogane, calcolati sulle importazioni, ci dicono l'esatto opposto. Che le due rilevazioni  non siano sempre in sintonia l'abbiamo detto più volte, principalmente a causa delle triangolazioni tra i Paesi, ma questa volta c'è un divario fin troppo evidente. Chi sbaglia? Ma soprattutto, ha senso esultare per due mesi positivi, se un mese dopo cambia di nuovo tutto? Vediamo i dati.

Istat certifica un bimestre positivo

Secondo Istat, i primi due mesi del 2024 avrebbero totalizzato 322 milioni di litri di prodotto, in crescita dell'8,4% sullo stesso periodo del 2022. Nei valori, il giro d'affari ha raggiunto 1,15 miliardi di euro, in incremento del 9,5 per cento. Dall'analisi dei dati, spicca il forte aumento degli acquisti di vino dall'estero tra gennaio e febbraio 2024 (in particolare da Spagna e Francia), dopo una vendemmia molto scarsa per quasi tutta Italia: 70 milioni di litri importati contro i 13,7 del primo bimestre 2023 (oltre il 400% in più), per una spesa di 88 milioni di euro (rispetto ai 71,5 mln del 2023).


Considerando i principali mercati clienti, nel primo bimestre 2024, gli Stati Uniti hanno importato oltre 278 milioni di euro di vino italiano (+6%), seguiti dalla Germania con 175 mln/euro (+3%) e dal Regno Unito con 108 milioni di euro (+20%). Tra gli altri acquirenti, il Canada sale a 54,3 mln/euro (+21%), la Francia a 40,5 mln/euro (+4%).  In Oriente, il Giappone segna +11% e la Cina un incremento importante del 43 per cento. Considerando i quantitativi di vino esportato dall'Italia tra gennaio e febbraio 2024, Stati Uniti (+2,5%), Canada (+5%), Germania (+2,8%), Paesi Bassi (+22%) e Regno Unito (+20%) incrementano gli acquisti. E sono positivi i volumi anche in Brasile e Messico. In calo la Francia (-7,7%). In Asia, la Cina (che a marzo ha sospeso i dazi all'import nei confronti dell'Australia) risale e fa +35 per cento a volume, il Giappone +41% (a 7,6 milioni di litri) e, infine, la Corea del Sud +10% (a 1,2 mln di litri di vino).

Un trimestre negativo secondo i dati delle dogane

Confrontiamo questi dati con quelli delle dogane (quindi quelle relative all'import) e facciamo un passo in avanti di un mese.  Nel primo trimestre 2024 il trend dell'import mondiale di vino è negativo. L'Italia, sebbene con performance leggermente migliori rispetto all'andamento generale, segue la tendenza. In particolare, secondo l'elaborazione Nomisma dei dati doganali, rispetto al primo trimestre del 2023, le vendite a valore del vino tricolore nei 12 top market sono calate del 2,1%, mentre a volume del 4,4%. Andando ai singoli Paesi, la discrasia rispetto ai dati Istat del bimestre appare evidente: il Canada segna a volume un -6,9% (in controtendenza rispetto al +5% di Istat) mentre cresce a valore (+9,1%);  la Germania va giù sia a valore (-16,3%) sia a volume (-15,1%), mentre segna a +2,8% nel bimestre Istat. Clamoroso il dato sulla Cina: import vino a volume -2,9% (nei due mesi, secondo Istat, avrebbe fatto addirittura +35%). Sulla stessa lunghezza d'onda il Giappone: -2,1% per le dogane Vs +41% per Istat. Infine, la Corea del Sud -24% (mentre nei due mesi Istat sarebbe a +10%). Può un mese cambiare di così tanto l'andamento? Chi ha ragione? Il commercio di vino italiano sta bene o no? Di certo tutta questa incertezza sui numeri non fa bene alla sua salute.

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