Ho la grande fortuna di essere nato e di vivere a Montalcino, paese in collinaย incastonato tra vigneti e boschi che sorveglia un โmareโ di campagna. Qui รจ impossibile fuggire dai ritmi della natura, anche chi non dipende direttamente dalla terra, la vede e la vive. Vediamo la vigna in tutte le sue fasi lungo le nostre strade, i primi germogli che sfarfallano, la tenerezza delle foglie nuove che diventano coriacee prima di indorarsi. Adesso vige il riposo vegetativo, i tralci nudi si stendono verso lโalto.
Nel suo libro DโInverno Katherine May ci suggerisce di non pretendere linearitร dalla vita ma di aspettarci uno sviluppo ciclico, con momenti di stallo e di vigore. Che privilegio esserne allenato. ร impossibile non pensare ai nuovi inizi a gennaio, il calendario ancora vergine e tutto un anno davanti. Non รจ una sorpresa che questo sia il mese dedicato allโastinenza, il โDry January.โ
Recentemente ho imparato il verbo โzebra-stripingโ: รจ la pratica di alternare bevande low o no alcol con bevande alcoliche durante una serata. In Gran Bretagna, causa dazi elevati, i vini stanno diventando inesorabilmente sempre piรน โleggeri.โ Da noi si legalizzano i dealcolati. Nel mentre, per chi vuole zebrare, ho assaggiato un prodotto britannico, vincitore del WAFA 2024 (World Alcohol Free Awards). Il packaging ricorda lโeleganza dei profumi Chanel:ย una base di aceto di mele biologico abbinato a frutta, verdura, erbe aromatiche, spezie e fiori. Declinato in bianco, rosso e rosato, si diluisce a piacere, come gli sciroppi della Fabbri. La mente dietro questo prodotto รจ un noto critico nel mondo del vino con un palato eccelso. Matthew Jukes ha fatto una ricerca di ricette per bevande analcoliche scoprendone una del XVII secolo chiamata Haymaker’s Punch. Da lรฌ nasce Jukes 1: mi haย piacevolmente sorpreso.ย Il vino รจ unโaltra cosa, ma non รจ un caso che questi cordiali vengano serviti negli stellati internazionali e su Saudi Airlines. Si chiamano Jukeโs Cordialities, e si trovano facilmente online.
Mi รจ piรน naturale rimanere nel regno del vino, al limite esplorando varietร naturalmente piรน basse in alcool, come lโoscuro Koshu. In Giappone รจ l’uva da vino autoctona, le cui origini risalgono al 1186ย quando fu scoperta, allo stato selvatico, a Katsunamaย nella prefettura di Yamanashi. Oltre il 40% di tutte le uve da vino coltivate in Giappone sono Koshu. Chateau Mercian รจ la piรน antica azienda vitivinicola giapponese, fondata nel 1870.
Le inconfondibili uve Koshu โ dal colore rosa antico โ vengono coltivate nel distretto di Iwasake della prefettura di Yamanashi, ai piedi del Monte Fuji. Qui i terreni, di origine vulcanica, sono ghiaiosi e argillosi con un ottimo drenaggio, indispensabile in un clima temperato ma estremamente piovoso. Lโimportante escursione termica promuove il tipico carattere agrumato, floreale e particolarmente rinfrescante di questo bianco delicato. Lโuso del legno in fermentazione e per un breve affinamento di quattro mesi aggiunge un tocco di spessore e complessitร . Il tenore alcolico, costantemente tra gli 11,5 e i 12 gradi, รจ un suggello alla capacitร del Koshu di riportarci gradualmente nel mondo del vino dopo un gennaio โa seccoโ.
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