Le 7 migliori Biancolella tra Lazio e Campania scelte dal Gambero Rosso

11 Apr 2024, 12:01 | a cura di
La biancolella è un vitigno a bacca bianca coltivato soprattutto sull’isola d’Ischia, ma anche a Procida, Capri, Ponza. Ecco le etichette che si sono distinte durante le nostre degustazioni.

La biancolella, vitigno a bacca bianca molto probabilmente introdotto in Campania dalla Corsica, è coltivato fin dall’antichità a Ischia, oltre che a Procida, Capri, Ponza, un tempo isola del Regno dei Borboni che ne impiantarono il vitigno portandolo da Ischia in costiera Amalfitana e Sorrentina. Il vitigno, a volte indicato anche con i sinonimi Jancolella e Janculella, sembra offrire i risultati più interessanti in presenza di climi caldi e ventilati, e proprio quando le sue radici possono affondare in un terreno minerale di origine vulcanica, che è il caso di Ischia, prodotto di numerose eruzioni vulcaniche che si sono succedute sul fondo del mare fin dai tempi più remoti. L’attività vulcanica è poi continuata nel corso dei millenni, fino all’ultima eruzione del 1302.

Questa natura vulcanica si rispecchia fedelmente nei vini: minerali, sapidi e fortemente legati al territorio. Le escursioni termiche cui sono sottoposti i vigneti, coltivati fino a 500 metri sul livello del mare, aiutano a sviluppare il corredo aromatico.

Isola d'Ischia

Gli acini della biancolella hanno colore verde paglierino e buccia sottile coperta da un’abbondante pruina. Il vino che si ottiene ha un colore giallo paglierino, profumo fruttato e mediterraneo, e un aroma in cui si mischiano piacevolmente note agrumate, frutta a polpa gialla, mandorla e delicate nuances speziate. Il tutto sostenuto da una buona freschezza e da una vena di sapidità minerale.

Il Biancolella si abbina molto bene con la cucina di mare: ottima con primi piatti a base di pesce o vongole, è perfetta anche con frutti di mare, crostacei, alici e pesci anche di una certa importanza. Trova un interessante abbinamento territoriale con la mozzarella.

Le migliori Biancolella

Ecco le migliori Biancolella secondo il Gambero Rosso, che quest'anno hanno ottenuto i Tre Bicchieri Due Bicchieri Rossi o Due Bicchieri sulla guida Vini d'Italia di Gambero Rosso 2024.

La Biancolella di Ponza di Antiche Cantine Migliaccio conferma le sue grandi qualità anche nell'annata 2022: al naso note di macchia mediterranea, pesca bianca, agrumi, mentre la bocca è croccante, piena e con una lunghezza avvolgente, grazie alla sapidità che prolunga il sorso. Di ottima fattura anche il Fieno Bianco 2022 (80% biancolella, 20% forastera) dai toni di albicocca, pesca e fiori gialli, per un palato fresco e grintoso. Una realtà "eroica", che da oltre vent'anni ha riportato in primo piano la produzione vinicola dell'isola di Ponza, scommettendo sulle varietà autoctone: biancolella, forastera, guarnaccia, aglianico e piedirosso. È la salsedine a caratterizzare i tre ettari vitati sulle terrazze dell'isola, dando vita a vini grintosi, freschi e di forte personalità. Obiettivo raggiunto per Emanuele Vittorio, nipote di Benedetto, erede di Punta Fieno, la località che nel 1734 re Carlo di Borbone aveva assegnato "in enfiteusi perpetua" alla famiglia Migliaccio.

Il Selva delle Monache di Ettore Sammarco (70% biancolella, 30% falanghina) è il solito bianco mediterraneo di razza. Ampio e fragrante nei toni di foglia di limone e agrumi, di pesca bianca e fiori di tiglio, di erbe aromatiche fresche, sfoggia un palato dolce di frutto, salino, lungo e che si fa affusolato nel lungo ed elegante finale. La più conosciuta delle aziende di Ravello porta il nome del suo fondatore, Ettore Sammarco, che nel 1962 decise di dare vita a un proprio marchio per trasformare e commercializzare le materie prime del vigneto in località Castiglione. Oggi l'azienda può contare anche su un fidato manipolo di conferitori: Bartolo, figlio di Ettore, si occupa di valorizzare questo patrimonio creando vini di stampo mediterraneo che prendono vita esclusivamente da uve autoctone.

Il Faro della Guardia 2022 di Casale del Giglio convince per la sua tipicità, con note di albicocca e macchia mediterranea. Nata nel 1967 con Dino Santarelli, la Casale del Giglio dà il via alla sua rivoluzione 18 anni dopo con il figlio Antonio, che comprende le potenzialità vitivinicole dell'Agro Pontino, facendolo diventare nel tempo un punto di riferimento del territorio. Oggi sono 180 gli ettari vitati aziendali, dove sono stati impiantati sia vitigni internazionali, che si sono perfettamente adattati al terroir Pontino, sia vitigni autoctoni, come il bellone (coltivato a piede franco vicino ad Anzio) e la biancolella (sull'isola di Ponza), per una produzione complessiva sempre di alto livello.

La Biancolella 2022 di La Pietra di Tommasone si presenta con sfumature di macchia mediterranea e cereali per un palato pulito, scorrevole e semplice, mentre il Tenuta dei Preti è una Biancolella che profuma di frutti esotici, molto fragrante.

Il Tenuta Frassitelli 2022 è una Biancolella che profuma di erbe mediterranee e di frutti gialli. In bocca è molto interessante il sottofondo erbaceo di cui dispone. Melone e frutta a pasta bianca nel Leninfe, zuccherino e voluttuoso.

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