Non era unโimpresa facile trovare uno chef che prendesse il posto di Vito Mollica al Four Seasons Hotel di Firenze (passato al Mine & Yours group), ex executive chef dell’hotel e figura centrale del panorama gastronomico della cittร medicea, ma la soluzione รจ stata trovata ricorrendo a una risorsa interna: Paolo Lavezzini, emiliano di origine ma toscano di adozione, รจ il nuovo responsabile della ristorazione dellโalbergo fiorentino. Arriva dopo dieci anni in Brasile, dapprima allโHotel Fasano di Rio de Janeiro e poi al Four Seasons Hotel Sรฃo Paulo, dove ha guidato per due anni il ristorante Neto come Executive Chef, premiato con Tre Forchette tricolori da Top Italian Restaurants 2019 del Gambero Rosso.
Personaggio eclettico, ha iniziato la sua carriera con lo chef Angelo Paracucchi, al ristorante Carpaccio al Royal Monceau (Parigi), poi รจ andato da Alain Ducasse al Plaza Athรฉnรฉe a Parigi, ma lโesperienza che maggiormente lo ha formato รจ stata quella, allโEnoteca Pinchiorri a Firenze. In Italia chiude il suo periodo come chef all’Hotel Plaza e de Russie a Viareggio (Lucca) per poi partire per il Sudamerica. Lo abbiamo incontrato per sapere un poโ di piรน della sua storia e per conoscere le linee guide di quella che sarร la sua proposta gastronomica.
Cosa ti ha spinto a tornare dal Brasile dopo molti anni?
La mia esperienza in Brasile รจ estremamente positiva, avevamo costruito un ristorante su misura che raccontava la mia storia ed era amato dai clienti. Con lโarrivo della pandemia abbiamo deciso di tornare in Italia, anche per tutelare la famiglia, mia moglie e mia figlia, rimanendo a vedere come si evolveva la situazione.
E poi?
Poi รจ arrivata questa opportunitร . Sono veramente felice e onorato di entrare a far parte di Four Seasons Hotel Firenze.
Hai cominciato in Italia, dove ti sei formato professionalmente, ma non sono mancate esperienze all’estero: come sei cambiato girando il mondo?
Devo dire che in ogni posto in cui sono andato ho imparato qualcosa. Ho iniziato la mia carriera come cuoco nelle stagioni sulla costa, dove lโobiettivo principale era meramente cucinare. Nel mio periodo da Enoteca Pinchiorri ho capito che la cucina era unโaltra cosa, lรฌ ho imparato il rigore. Ho poi fatto un periodo da Alain Ducasse, con lโobiettivo di capire come fosse lavorare per quello che era ai tempi il miglior chef al mondo, lรฌ ho acquisito professionalitร e disciplina, creandomi una base importante da cui iniziare a strutturarmi.
Poi sei andato in Brasile…
Poi mi sono trasferito in Brasile dove la cucina ha una valenza sociale: rappresenta unโopportunitร per i ragazzi che possono costruirsi una nuova vita pur non avendo potuto studiare. A Rio de Janeiro ho imparato lโimportanza dei rapporti sociali, di creare una struttura piรน di squadra e di team, e quando sono entrato in Four Seasons a San Paolo ho appreso ancora di piรน su questo punto, per me stare in compagnia era ed รจ qualcosa di molto importante.
E ora?
Adesso, se guardo al mio modo di rapportarmi il team, pretendo sรฌ molto ma sono il primo che gioca, e soprattutto insegna alle persone, in quanto lโinsegnamento รจ la parte che ti connette maggiormente alle persone e alla struttura, al marchio e al team: credo che la parte empatica sia la piรน importante di uno chef.
Questo per quanto riguarda il tuo approccio al lavoro. Per quanto riguarda la cucina, invece?
Se guardo ai cambiamenti che la mia cucina ha avuto, penso che uno chef debba raccontare tutte le culture che ha incontrato durante il suo percorso: in questo senso la Francia mi ha influenzato molto tecnicamente, mentre il Brasile ha influenzato piรน la mia gastronomia. Mi porto dietro fuoco, aciditร , piccantezze, molto pesce e anche molta carne, in generale la necessitร di ritornare ai sapori principali.
Come viene vista la cucina italiana a livello internazionale?
Ho vissuto a San Paolo, che ospita la comunitร italiana piรน grande al mondo, grande come Roma. Lรฌ c’รจ una cultura gastronomica italiana ben prestabilita, con pasta, pizza, cotoletta alla milanese, pasta ripiena, e tu devi adeguare la cucina alla domanda, in quanto piatti piรน tradizionali o di nicchia meno conosciuti non sono apprezzati. Durante i miei viaggi ho percepito che la gastronomia italiana รจ la piรน rispettata e invidiata allโestero โ pensate che San Paolo รจ la cittร che ha il piรน alto consumo di pizza pro capite al mondo – anche se la gastronomia asiatica sta prendendo molto piede.
E come pensi di far capire la cucina italiana a Firenze di fronte a un pubblico internazionale?
A differenza dallโestero, la gastronomia italiana in Italia, anche se proposta a una comunitร internazionale, รจ accettata al 100%, incluse quelle pietanze che non sono giร conosciute: a Firenze puoi proporre anche una pappa al pomodoro, e sono sicuro che venga comunque apprezzata.
Quindi da cosa parti?
A Firenze partirรฒ dalla tradizione, cercando di fare una buona cucina, con buoni prodotti e soprattuto seguendo la stagionalitร . Spesso ci dimentichiamo dei gusti primari della nostra infanzia, di ricordi, prodotti e qualitร , e invece sono queste le cose piรน importanti.
Come approcci a questa nuova sfida di Firenze?
Four Seasons Hotel Firenze e il Palagio funzionano alla perfezione. Vito Mollica e Patrizio Cipollini hanno creato una โmacchinaโ unica in Four Seasons, sia per lโItalia che in generale. Credo che sia fondamentale arrivare in proprietร per capire il cliente, partendo dal lavoro invidiabile fatto da Vito, proseguendolo e aggiungendo il mio tocco, confrontandomi con lui su cosa eventualmente andrebbe cambiato.
Il passaggio di testimone non รจ sempre facile. Vito Mollica รจ uno dei cuochi piรน aperti alle collaborazioni. Cosa ti piacerebbe portare appresso?
Conosco Vito da quando Four Seasons Hotel Firenze ha aperto, lโho sempre stimato per la persona e per il cuoco che รจ, รจ per me un maestro, e siamo diventati amici. ร un grande cuoco, di braccio e di mano, e un grande oste. Per me รจ un esempio. ร stato proprio lui che mi ha dato una mano a entrare al Four Seasons in Brasile, lo ringrazierรฒ per sempre. La parte di ospitalitร , come Vito, per me รจ fondamentale, e per questo mi piace stare in un Hotel. Sono convinto che la sua influenza debba rimanere, anche se ovviamente ci distingueremo in quanto io sono una persona diversa.
Una definizione del tuo stile di cucina.
La mia cucina รจ basata su cosa trovo la mattina al mercato, che poi la sera cucino, e sul capire il cliente per accontentarlo, sempre seguendo le stagioni e le consistenze. Inoltre, รจ fortemente definita dallโaciditร , dal peperoncino, dalle consistenze e dai sapori puri. So che quando inizierรฒ dovrรฒ accontentare sia i clienti che si aspettano qualcosa di nuovo, sia quelli che ricercano la tradizione, e dovrรฒ quindi essere in grado di spaziare dai piatti piรน semplici a quelli piรน complessi, dove magari si percepirร maggiormente il mio periodo in Brasile.
Four Seasons Hotel Firenze – Borgo Pinti, 99 – 055 2626 450 – www.fourseasons.com
a cura di Leonardo Romanelli
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