Stop alla plastica monouso: dal 14 gennaio in Italia sono banditi oggetti non compostabili e non biodegradabili. Entra oggi in vigore, con un ritardo di circa 6 mesi, il decreto legislativo 196/2021 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 30 novembre scorso che impone un cambio di passo per quanto riguarda la plastica monouso, che recepisce una direttiva europea del 2019, la cosiddetta Sup, ovvero Single Use Plastic. Insomma: addio a posate, piatti, bicchieri, cannucce, tazze per bevande in polistirene espansoย e relativi tappi e coperchi. e coperti e tutti quegli oggetti in plastica di uso comune anche e soprattutto nel confezionamento del cibo i cui residui pesano sull’ambiente, a partire dal mare e dalla zona litoranea: secondo Legambiente l’84% dei rifiuti trovati sulle nostre spiagge (una media id 783 ogni 100 metri) sono di plastica che โ secondo quanto stimato da Greenpeace, sta mettendo a rischio il mondo animale (circa 700 le specie animali vittime dellโinquinamento da plastica, scambiata per cibo, ne provoca la morte per indigestione o soffocamento), con la pandemia che ha incentivato l’uso di oggetti di plastica usa e getta.
Nel dettaglio, obiettivo del decreto รจ โprevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e sulla salute umanaโ e contemporaneamente spingere verso un’economia circolare, modelli imprenditoriali e comportamenti virtuosi. In ultimo il decreto vuole โpromuovere l’utilizzo di plastica riciclata idonea al diretto contatto alimentare nelle bottiglie per bevandeโ, โferma restando la disciplina in materia di igiene e sicurezza degli alimenti e dei materiali e degli oggetti destinati al contatto con gli stessi (MOCA), le disposizioni del presente decreto prevalgono sulle norme incompatibili della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152โ. Si punta a produrre entro il 2026 โuna riduzione quantificabile del consumo dei prodotti di plastica monouso”.
Si vieta l’immissione sul mercato dei prodotti di plastica monouso e di quelli di plastica oxo-degradabile. Dunque non la vendita al consumatore finale o al dettagliante, ma la prima immissione sul mercato, questo per consentire di terminare le scorte nei magazzini,โa condizione che possa esserne dimostrata l’immissione sul mercato in data antecedente alla effettiva decorrenza dell’obbligoโ.ย Il divieto non vale, perรฒ in alcune circostanze, e ammettemateriali biodegradabili e compostabili (certificati secondo lo standard europeo UNI EN 13432 o UNIEN1 4995, con materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40%,dal1ยฐgennaio 2024, superiori almeno al 60%). Per i trasgressori ci sono multe da 2.500 a 50mila euro, mentre sono previste agevolazioni, con un credito d’imposta massimo di 3 milionodi euro l’anno per i primi 3 anni di entrata in vigore del decreto.
Dal 14 gennaio stop a prodotti in plastica monouso e in plastica oxo-degradabile, nonchรฉ attrezzi da pesca contenenti plastica. Ma cosa si intende con questi termini?
Plastica: materiale costituito da un polimero, cui possono essere stati aggiunti additivi o altre sostanze, e che puรฒ funzionare come componente strutturale principale dei prodotti finiti, a eccezione dei polimeri naturali che non sono stati modificati chimicamente. Sono esclusi materiali quali vernici, inchiostri, adesivi nonchรฉ rivestimenti in plastica aventi un peso inferiore al 10 per cento rispetto al peso totale del prodotto, che non costituiscono componente strutturale principale dei prodotti finiti.
Prodotto di plastica monouso: un prodotto realizzato interamente o parzialmente in plastica, ad eccezione del prodotto realizzato in polimeri naturali non modificati chimicamente, e che non รจ concepito, progettato o immesso sul mercato per compiere, nel corso della sua durata di vita, piรน spostamenti o rotazioni per essere restituito a un produttore per la ricarica o per essere comunque riutilizzato per lo stesso scopo per il quale รจ stato concepito. Non sono ad esempio considerati prodotti in plastica monouso i contenitori per alimenti secchi, compresi quelli stagionati, o per alimenti venduti freddi che richiedono ulteriore preparazione, i contenitori contenenti alimenti in quantitร superiori a una singola porzione oppure contenitori per alimenti monoporzione venduti in piu’ di una unitร
Plastica oxo-degradabile: materie plastiche contenenti additivi che attraverso l’ossidazione comportano la frammentazione della materia plastica in microframmenti o la decomposizione chimica.
Qualcuno si aspettava di piรน, e non solo perchรฉ la normativa italiana prevede che i prodotti possano essere ancora messi in vendita finoย allโesaurimentoย delle scorte,ย โa condizioneโ ricordiamo โ che possa esserne dimostrata lโimmissione sul mercato in data antecedente alla effettiva decorrenza dellโobbligoโ ma perchรฉ tra eccezioni e piccoli escamotage, l’impatto di questo decreto pare essere molto meno decisivo del previsto. Tiepide le reazioni delle associazioni ambientaliste:ย โun importante passo avanti e la prima azione green di questo inizio 2022โ la definisce in una nota il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani โ che allerta: โin queste ultime settimane, stanno comparendo prodotti in plastica molto simili a quelli monouso ma ‘riutilizzabili’ per un numero limitato di volte, come indicato nelle confezioni. Un modo, a nostro avviso, per aggirare il bando e che porta ad un incremento dellโutilizzo di plastica piuttosto che ad una sua diminuzioneโ. Insomma bene ma non benissimo “nella lotta alla plastica monouso non bisogna abbassare la guardiaโ conclude Ciafani โanzi l’impegno per ridurla da qui ai prossimi anni, promuovendo sempre di piรน il riutilizzabile, dovrร continuare con piรน forza e determinazione di prima, anche perchรฉ con la pandemia, purtroppo, sono tornati prepotentemente gli oggetti di plastica usa e getta”.
Ancor piรน critica Greenpeace che il 24 luglio denunciava i ritardi dell’entrata in vigore della normativa europea e la legge italiana che โ si legge in una nota – โpromuove infatti le plastiche biodegradabili e compostabili come sostituti della plastica tradizionale, mentre la norma comunitaria, basandosi sui dati scientifici disponibili, ne vieta espressamente lโimpiego per frenare gli impatti ambientali dellโusa e gettaโ per questo l’associazione aveva inviato al ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani una lunga lista di suggerimenti per aumentare il livello di ambizione della direttiva, e – insieme a ClienthEarth, ECOS e Rethink Plastic Alliance โ aveva presentato un reclamo ufficiale alle autoritร europee. โLโItalia sembra preferire di gran lunga una finta transizione ecologicaโ concludeva lapidaria la nota spiegando che sostituire i materiali non basta: serve superare la coltura del monouso, e giร altrove spingevano verso un cambio di prospettiva: โfare una corretta raccolta differenziata รจ un dovere di ogni cittadino, ma รจ ormai chiaro cheย il riciclo da solo non basta piรน. La colpa non puรฒ essere scaricata solo sui consumatori, quando le aziende ne vendono sempre di piรน: la produzione attuale raddoppierร i volumi entro il 2030 per quadruplicarli entro il 2050โ. Oggi denuncia โun approccio miope ai temi ambientali, che conferma la finzione ecologica del Governo Draghiโ,ย a essere sotto accusa sono โderoghe ed esenzioni ingiustificate che violano i dettami comunitari e che espongono il nostro Paese a una procedura dโinfrazione: per i prodotti destinati ad entrare in contatto con gli alimenti, come le stoviglie, il provvedimento italiano consente infatti di aggirare il divieto europeo ricorrendo ad alternative inย plastica biodegradabile e compostabile che, in base alla norma comunitaria, dovrebbero invece essere considerate al pari di quelle ricavate da plastiche derivate da petrolio e gas fossileโ. Giร in precedenza Greenpeace allertava sui rischi dell’uso e l’abuso di โbioplasticaโ ovvero la plastica biodegradabile e compostabile, che โsi decompone solo in specifiche condizioni di temperatura, umiditร e presenza di microrganismi che di solito non sono presenti nellโambiente naturaleโฆ tanto meno in mare dove finiscono molti rifiuti diย plasticaโ. Unโulteriore violazione imputabile al nostro Paese, sempre secondo Greenpeace, รจ “l’esclusione dallโambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10% dellโintero prodotto. Se lโItalia voleva proteggere gli interessi dellโindustria della plastica a scapito dellโambiente possiamo dire che ha centrato lโobiettivoโ รจ la netta considerazione diย Giuseppe Ungherese, Responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia. In conclusione: bene la normativa: โรจ una prima grande vittoria, un passo avanti, ma non interviene in modo risolutivo sugli imballaggi piรน utilizzati: bottiglie e confezioni per alimentiโ per le quali sono le grandi multinazionali, che producono la maggior parte di questi imballaggi, a doversi assumere le proprie responsabilitร .
a cura di Antonella De Santis
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