Itinerari

Il super albergo gallurese che scommette sull'unicità gastronomica della Sardegna

75 suites immerse nel verde, accesso diretto alle calette, una spa sospesa nelle note di mirto, ma soprattutto una proposta gastronomica di altissimo livello. Ecco il 7Pines di Baia Sardinia

  • 14 Settembre, 2025

Baja Sardinia è uno di quei luoghi che hanno costruito il mito della Costa Smeralda. Spiagge chiare, mare trasparente e quell’alternanza di graniti e macchia mediterranea che rende la Gallura uno degli angoli più riconoscibili della Sardegna. Qui, a pochi chilometri da Porto Cervo, c’è il 7Pines Resort: 75 suites immerse nel verde, accesso diretto alle calette, una spa sospesa nelle note di mirto riportano un’idea di lusso e un’atmosfera che richiamano le grandi destinazioni del Mediterraneo.

Eppure, basta aprire il menu di uno dei ristoranti o della pizzeria per capire che il percorso scelto non è stato quello più facile e scontato, con piatti rassicuranti e costruiti per ogni palato. Qui si è deciso di puntare sulle materie prime dell’isola. Un approccio che porta in tavola ingredienti e ricette legate alla Sardegna, anche se interpretati da chef che di locale non hanno nulla.

La forza del territorio

Il risultato è una strada forse meno immediata, che richiede ricerca, confronto con i produttori, capacità di adattare le ricette alla stagionalità e alla disponibilità delle forniture, ma proprio per questo più solida e vera. È una scelta che parla di rispetto e attenzione verso il territorio, ma anche della volontà di proporre un’esperienza che non sia replicabile altrove. In un resort che vive di ospiti internazionali, l’identità passa così anche dalla tavola. E questo è un segnale di come il concetto di lusso stia cambiando: meno omologazione e più autenticità, meno piatti pensati per piacere a tutti e più attenzione a quello che la terra, e il mare, sanno offrire, con una tradizione gastronomica che viene tradotta in modo nuovo, ma senza ricorrere a cliché.

Qui la fregola viene preparata ogni giorno da una famiglia di Baja Sardinia, con la semola del posto, il pane e la pasta nascono da farine antiche della tenuta Coda di Lupo di San Pantaleo, l’olio extravergine è un blend esclusivo di piccole cooperative della Gallura, carni, pecorino e zafferano arrivano da un piccolo allevatore di Fonni, e il pescato da una cooperativa sostenibile di Golfo Aranci. Il risultato è una cucina che sorprende, perché racconta la verità di un territorio che, in questi ingredienti, ha la sua ricchezza più grande.

La sostenibilità sociale

Non v’è dubbio che qui la sostenibilità passi anche, e soprattutto, per un chiaro impegno sociale. Ciò porta benessere per chi lavora in cucina ed è attuato attraverso ritmi sostenibili e un ambiente inclusivo in cui ogni voce conta. Circa l’80% della brigata è composta da donne, e la cucina è intesa come spazio collettivo: ad esempio non esiste una figura univoca di pasticcere, perché ogni dolce viene creato in sinergia da tutta la squadra, che partecipa anche alla panificazione quotidiana. Questo spirito di collaborazione si estende a tutto il resort: il personale di cucina ruota regolarmente tra i diversi corner gastronomici per acquisire una visione a 360 gradi dell’offerta. Un impegno, insomma, che mette al centro le persone e la loro crescita professionale e umana, tanto che – a distanza di qualche anno dall’apertura – tante figure ci sono fin dall’apertura e ciò garantisce una crescita sempre maggiore.

Ben quattro i posti dove poter mangiare al 7Pines, capitanati da Spazio, la pizzeria con la firma di Franco Pepe, Capogiro, il ristorante di cucina d’autore affidato all’esperienza dello chef Pasquale D’Ambrosio (che coordina tutta la proposta gastronomia del resort), il Cone Club, bar su una delle insenature dove poter fare una pausa pranzo leggera o bere un cocktail con i piedi sulla sabbia e, infine, il rooftop sopra il ristorante con un menu a base di grandi crudi che arrivano dal mare. In tutti la Sardegna c’è eccome ed è una Sardegna vera, autentica, sincera e proposta nel migliore modo possibile.

Spazio by Franco Pepe

Non una consulenza del celebre pizzaiolo di Caiazzo, ma un vero e proprio progetto giunto al secondo anno e sempre più convincente, con una proposta che attinge da Pepe in Grani e aggiunge un tocco importante di insularità. Qui si viene per godersi l’ormai famosa Margherita Sbagliata o la Scarpetta. Ma anche per alcune pizze esclusiva studiate appositamente per il 7Pines.

La Sentimenti di Gallura, con Fior di latte affumicato, carciofo spinoso sardo, carpaccio di bue rosso, olive scabecciu, olio al finocchio di mare e pecorino sardo è un vero (e riuscitissimo) omaggio alla Gallura, così come il dessert La Mia Dolce Sardegna che vede insieme la peretta sarda, zeste di limone e arancia, miele e mirto disidratato a farcire un trancio di pizza fritta fragrante, asciutto e leggiadro. Da bere una bellissima selezione di vini sardi, ma anche di Champagne e vini d’oltremare, molti dei quali da poter scegliere al bicchiere.

Il Ristorante Capogiro

Pochi tavoli, vista sulla baia, servizio impeccabile ma informale, accogliente e mai privo dei sorrisi di camerieri e sommelier. Al Capogiro si sta proprio bene e la cucina ha una sola regola, forte e orgogliosa. Qualsiasi ingrediente arriva dalla Sardegna, molto spesso dalla Gallura ed è figlio dei piccoli e bravi artigiani della zona, siano essi pescatori, contadini o allevatori. Due i menu degustazione, ma si può scegliere anche di prendere à la carte optando per la formula 2 o 3 piatti a piacimento più dessert.

Le Nostre Storie è un percorso che racconta ciò che ogni giorno si vive qui, grazie agli incontri con i produttori. Si parte dall’Orto in Fiore (ortaggi ed essenze dell’orto all’interno del resort) per arrivare all’Agnello di Sardegna (superlativo e centratissimo il suo incontro col finocchio di mare), passando per un piatto che si ricorda a lungo: il Risotto al burro di erbe di macchia, alghe e gin (anche questo rigorosamente sardo). Il menu Sartoriale è, invece, un vero inno alla Sardegna.

C’è estro, creatività, ma quello che può essere un tocco azzardato negli accostamenti, si rivela sempre misurato e sempre al servizio degli ingredienti. Il Riccio che non ti aspetti è un riccio di mare con erbe d’acqua, finocchio di mare e patata di Gavoi, piatto che rimane impresso nella memoria. Il Maialino, invece, non fa storcere il naso neanche ai più intransigenti: è guarnito con scarola conciata, capperi, olive e patata al cartoccio ed è una vera saporito, equilibrato, ma soprattutto sincero.

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