Grandi classici

A Treviso c'è uno dei ristoranti più longevi d'Italia che fa i migliori bigoli del Veneto

Siamo stati in un'istituzione cittadina che da oltre un secolo non perde un colpo. E dove si beve alla grande

  • 06 Agosto, 2025

Conosciuto da tutti i trevigiani, alle spalle della famosissima piazza dei Signori, dove è stato ambientato un film che ancora oggi è un monumento alla Provincia italiana (Signore & Signori di Pietro Germi, 1965), Toni del Spin è una trattoria aperta nel 1880 che ha saputo allungare il tempo senza tradirlo. Il nome viene da lontano: nel 1932 un certo Toni lasciò la sua vecchia osteria appena fuori città, chiamata “Al Spin” per l’enorme acacia spinosa che aveva davanti, per rilevare il locale in centro. Il soprannome lo seguì: “quelo del spin”, dicevano i clienti. E da lì, ’ndemo da Toni del Spin.

La guerra all’overtourism a Treviso la fanno i locali

Ma facciamo un passo indietro, o meglio avanti, per capirci meglio. Treviso è una città bellissima, un po’ Venezia sulla terraferma, un po’ campagna, ricca e curata, puntinata di capannoni e botteghe artigiane, dove si lavora tantissimo per poi godere dei frutti di tanta fatica. Perché quest’angolo di Veneto è proverbialmente godereccio: ci sono una socialità fortissima, con buona pace dei nordici chiusi, e soprattutto una sana attitudine a mangiare e bere che altrove pare essersi persa. Non era una città turistica Treviso, almeno fino a tempi recenti, ora l’aeroporto, il boom del Prosecco e le ciclovie recentemente inaugurate ne hanno fatto una meta da scoprire, ma i turisti, che pure ci sono, devono vedersela con i locali, che vivono la città e ne affollano bar e ristoranti: l’unico contrasto all’overtourism è la vita.

Quando vado a Treviso sono felice, perché so che entrerò in una dimensione architettonica e gastronomica di provincia felice, che è quello che, da uomo di mezza età che un minimo ha girato, vado principalmente cercando. Ormai ho i miei posti, che ogni volta aumentano grazie ai consigli dei miei amici locali: mi piace pranzare da Canova con tramezzini, polpette e un’ombra di Prosecco, o prendere il caffè da Taste, su un ponticello che riporta subito a Venezia, o fermarmi a lavorare da Bloom. Ma in cima alla mia lista c’è, appunto, il concentrato di trevigianità di cui si diceva sopra: Toni del Spin.

La stratosferica cantina di uno dei ristoranti più longevi d’Italia

Tornando alla sua storia recente, arriviamo agli anni ’80 con la gestione di Dorino Sartor, che poi nel ’92 passò il testimone al nipote Alfredo Sturlese, oggi affiancato in sala dalla figlia Emily, mentre il figlio Nicholas continua a seguire gli ordini e la selezione dei vini, anche se ha scelto nuove avventure professionali. Non è un lavoro da poco il suo, visto che la cantina realizzata nel 2019 ospita 15.000 bottiglie. Ai fornelli, da ventisette anni (perché le bandiere, in cucina e nel calcio, è meglio che restino) c’è Guido Severin. Il posto è molto grande e con una doppia anima: da un lato quella storica di uno dei ristoranti più antichi d’Italia a essere stato ininterrottamente in esercizio, con le pareti gialle e il parquet di un colore scurissimo che solo la tradizione può regalare, dall’altro c’è l’ala moderna, aperta sempre nel 2019, che ospita la cantina e il resto dei tavoli, tra vetri, pezzi di design e luci basse. Un connubio tra antico e moderno perfettamente riuscito.

Cosa si mangia da Toni del Spin

La cucina è un inno alla cultura gastronomica locale, con frequenti e felici digressioni. Io sono stato sul classico e allora sopressa trevigiana con polenta, i migliori, per distacco, bigoli in salsa di acciuga e cipolla mai assaggiati e il baccalà alla vicentina con polenta, finendo con il tiramisù, che da queste parti è stato inventato (non qui, ma siamo molto vicini). Siccome si mangia pure con gli occhi, che sono sempre più grandi dello stomaco, ho adocchiato con grande interesse dai tavoli vicini la sopa coada di piccioni e tutte le preparazioni con gli asparagi, immancabili in stagione. Della cantina enciclopedica si è detto. Il servizio, per un locale molto grande e sempre pieno, è sollecito e sorridente e i prezzi assolutamente corretti. E così sono uscito nella calura della sera estiva trevigiana molto soddisfatto, felice e un po’ invidioso di uno “stare bene” semplice ma di assoluta qualità, che nelle grandi città si è un po’ perso, tra tradizioni svanite, prezzi folli e baristi artisti che pretendono di insegnarti persino a bere il caffè. No grazie, preferisco Toni.

Toni del Spin – Treviso – via Inferiore, 7 – 0422 543829 – ristorantetonidelspin.com

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