Itinerari

L'albergo diffuso che tiene in vita un piccolo borgo sardo

A Santu Lussurgiu, piccolo paese del Montiferru, c’è l’Antica Dimora del Gruccione, un albergo diffuso nato più di vent’anni fa

  • 22 Agosto, 2025

Gli abitanti sono poco più di duemila, ma basta perdersi nelle impervie stradine del paese, per far apparire il borgo molto più grande. Santu Lussurgiu è abbarbicato su un massiccio di origine vulcanica a più di 500 metri d’altezza. Da più di vent’anni qui c’è l’Antica Dimora del Gruccione, un albergo diffuso che può contare su una dimora principale, una villa patrizia del diciottesimo secolo e altre due unità abitativa limitrofe, ristrutturate a dovere, che offrono un totale di 15 camere. Il nome, derivante dall’uccello migratore variopinto che da queste parti nidifica soprattutto durante la sua stagione riproduttiva, fu dato dalla fondatrice Gabriella Belloni, ancora attiva, con la figlia Lucilla, nella gestione della struttura.

Le anime del Gruccione

«L’azione di un albergo diffuso in un piccolo borgo è quella di essere vero e proprio presidio di un territorio. Un’azione rivoluzionaria e resiliente del fare impresa, affermando la bellezza dei luoghi anticonvenzionali per dare di nuovo voce, in ogni parte del mondo, alla terra come alla persona». Queste le parole di Gabriella Belloni, romana di nascita, ma da sempre sarda nel cuore e nell’anima, che nel 2002 decise di trasformare la vecchia dimore di famiglia nel progetto del Gruccione. La figlia Lucilla, nata a Milano, proprio nello stesso anno decide di trasferirsi in Sardegna per gestire, ampliare e dare futuro a quel piccolo grande progetto. È grazie a loro, e ai tredici affezionati collaboratori, che la dimora oggi non è solo ospitalità e ristorazione, ma tanto tanto altro.

I progetti

«La sua mission» – ci dice Lucilla – «Costituisce un progetto di vita e di sviluppo locale: le camere sono in stabili che appartengono al tessuto storico del paese; il cibo servito è il buon prodotto delle economie del territorio che hanno cura degli animali e della terra; i servizi che affiancano l’offerta ricettiva promuovono il valore e i risultati della cultura materiale».

È così che al Gruccione si organizzano workshop sulle paste della tradizione sarda, rigorosamente fatte a mano con gesti lenti, ma costanti, precisi e scrupolosi. Ma anche sulla lavorazione del formaggio col corso Le Forme del Latte e sulla conoscenza della viticoltura e delle pratiche a sostegno dell’agricoltura naturale.

Tutto ciò trova spazio nella Bottega del Gruccione, un piccolo shop nella corte interna della dimora principale dove incontrare prodotti gastronomici, ma anche tessuti, libri, piccoli utensili e idee regalo. Ma il Gruccione è anche cultura musicale. Undici anni fa si dà il via al festival Vulcani Blues nel Montiferru e ogni estate vengono dedicati diverse serate a concerti blues di artisti locali e ospiti internazionali. Anche qui l’idea è quella di unire la cultura musicale con quella agroalimentare, tanto che l’iniziativa è sostenuta da piccoli produttori locali di olio, formaggi, vino, birra.

Cosa si mangia e si beve al Gruccione

Un solo menu, cinque portate, ma un continuo cambio, quasi giornaliero a seconda – non solo della stagionalità dei prodotti – ma dalla loro reperibilità quotidiana. I fornitori sono unicamente i piccoli artigiani del territorio, allevatori, casari e contadini.

C’è tutta la Sardegna negli ingredienti, ma soprattutto nelle ricette: alcune sono rimaste fedeli alla tradizione, altre aggiungono quel pizzico di sana modernità, che poi è quella che ha caratterizzato nei secoli la cucina. Moltissimo spazio viene dato a ortaggi e verdure tanto che, nonostante un’unica scelta, sono disponibili menu interamente vegetariani o vegani. Si mangia all’interno della sala principale col camino, in inverno, nella corte interna tra piante secolari, d’estate.

Tra i piatti troviamo il battuto di manzo di razza bruno-sarda, i tortelli allo zafferano e brasato di pecora, la crème brûlé di casizolu. Grande attenzione è dedicata ai vini. Si parte dalla regione e si fa un bel giro d’Italia, senza dimenticare le migliori produzioni francesi, sempre nel segno dell’artigianalità. E se si dorme qui, il risveglio offre il meglio per la colazione. Formaggi locali, confetture, diverse torte di loro produzione, pane fresco, uova, biscotti appena sfornati. Un posto autentico dunque, silenzioso, vero e concreto. Ancorato alle cose belle del passato, ma proiettato in un futuro che vorrebbe essere ancora più bello.

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