Dove c’era un Io (il nome del ristorante a firma di Luigi Taglienti il cui addio risale allo scorso giugno) ora aprirà un “noi”. Inaugura a Piacenza mercoledì 1° ottobre (l’apertura al pubblico è prevista per il giorno successivo) il ristorante Sant’Agostino: «Un locale basato su un’idea di accoglienza inclusiva e non esclusiva», mette subito in chiaro lo chef Mauro Brina (che ne è anche il titolare insieme al socio Christian Dallavalle).
Sarà un ristorante di una trentina di coperti, dotato di un cortile con tavoli all’aperto per la bella stagione e aperto 7 giorni su 7 (almeno fino a gennaio), da pranzo a cena, con un intermezzo importante dedicato al momento degli aperitivi, dalle 17 alle 19, così da «sottolineare una volta di più – spiega lo chef – l’idea giovanile e pop che animerà il format: alta qualità, prezzi contenuti». A pranzo, per dire, accanto alla carta, l’offerta prevede un business lunch da 20 o 25 euro (da una o due portate, comprensive ciascuna di coperto, acqua, calice di vino e caffè); la sera, invece, due portate con calice di vino, acqua e coperto consentiranno una spesa attorno ai 50 euro (mentre i due menu degustazione “Piacenza a modo mio” e “Oltre i confini ma non troppo” verranno proposti rispettivamente a 55 e 70 euro).
Trentaquattro anni, bergamasco, Mauro Brina guiderà una brigata di cucina e di sala composta da professionisti giovani e determinati, come il maître-sommellier Nicolò Rusca e il bartender Matteo Perdoni, entrambi provenienti dalle fila dell’Alma. Lo stesso chef si è formato in importanti cucine, come quelle di Da Vittorio a Brusaporto (BG) e Da Nadia a Erbusco (BS) in Franciacorta, ed è da tempo presenza feconda del territorio piacentino: dapprima da Or-Cucina d’Arte di Agazzano, negli ultimi quattro anni, invece, alla Locanda Sensi di Rivergaro.
Il ristorante, che oggi si chiama Sant’Agostino, nasce nelle stesse sale in cui sorgeva il locale dello chef Taglienti, in un luogo fascinoso del centro cittadino sullo Stradone Farnese: in quella falegnameria annessa al monastero di Sant’Agostino che si propone come luogo d’incontro tra arte, cultura e vita sociale grazie al dialogo privilegiato con la galleria d’arte di Enrica De Micheli, Volumnia, situata proprio all’interno della chiesa sconsacrata.
Brina porterà con sé i piatti della sua cucina perfezionati di anno in anno e tutti caratterizzati da pochi ingredienti che insieme, però, concorrono a creare sul palato una piacevole sensazione di intensità di gusto. Attenta, da sempre, è la cura della componente estetica. Le ricette cui lo chef s’ispira prendono spunto dalla tradizione senza mai rinunciare a un tocco personale e creativo: come negli Anolini di canapa con stracotto di wagyu, nei Pisarei di pesce – vero e proprio piatto signature -, ma anche con la Lingua di vitello alla brace e tè nero affumicato o nei dessert dedicati al Monte Penice o a quello Condiviso e tutto creativo ispirato all’iconica creazione dello chef Grant Achatz del ristorante Alinea di Chicago.
«La mia idea di cucina e ospitalità – sintetizza Mauro Brina – vuole coinvolgere i piccoli produttori del territorio: tanto per gli approvvigionamenti delle materie prime che per la carta dei vini. Voglio valorizzare le numerose eccellenze locali, ma ribadire una volta di più quel messaggio di inclusione che è parte della mia visione della ristorazione e che credo caratterizzerà anche la cucina del futuro. Ai ragazzi di sala ho chiesto un servizio professionale ma non ingessato, perché qui tutti devono sentirsi a proprio agio: dobbiamo dare vita a un luogo vivo, come una casa, dove si ha voglia di tornare, in cui lo chef non è un monumento da ammirare o contemplare in silenzio, ma una persona che può rendere speciale qualche ora piacevole vissuta insieme ai propri cari».
Ristorante Sant’Agostino, Via Pietro Giordani 14, Piacenza – Tel. 0523.604703 – 333.2003603
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