Storie

Il grande archivio che racconta come cucinavano nonni e nipoti tra gli anni Settanta e Ottanta

Un progetto visivo e performativo ridร  vita alla memoria familiare attraverso filmati amatoriali: gesti quotidiani, cucina, lavoro e affetti rivivono in uno spazio collettivo

  • 19 Settembre, 2025

Cโ€™รจ una bambina, Anna, che impasta le sfrappole sotto lo sguardo attento dei nonni. In un filmato si vedono i covoni di grano da portare al mulino, in un’altra sequenza, come da tradizione, nonno Ettore, nonna Irma e la piccola Anna mangiano la polenta direttamente dalla spianatoia, dove รจ stata appena condita e stesa ancora fumante, al centro della tavola.ย In queste immagini mute cโ€™รจ la vita quotidiana della famiglia di Francesco Rinaldi, operaio alla Ferrari durante la fine degli anni Settanta, inizio anni Ottanta. Con una cinepresa amatoriale si documentava ciรฒ che accadeva dentro e fuori le mura domestiche, lasciando alla pellicola il compito di fissare unโ€™epoca e, senza saperlo, di costruire una memoria collettiva. E noi, spettatori silenziosi, siamo oggi custodi di quelle immagini lontane, riconoscendo in quei gesti semplici e familiari anche una parte della nostra vita.

Saran Cotti?

Restaurati e conservati da Home Movies โ€“ Archivio Nazionale del Film di Famiglia, questi filmati oggi tornano a vivere nel progetto โ€œSaran cotti?โ€, che sarร  presentato a Modena sabato 20 e domenica 21 settembre 2025, in occasione del Festivalfilosofia dedicato al tema Paideia.

Nellโ€™ex Cinema Cavour, oggi Casa Ciao, la visione intima dei film di famiglia si trasforma in unโ€™esperienza condivisa: venticinque minuti selezionati da un fondo piรน ampio di oltre sei ore di girato, montati dal ricercatore Francesco Ninno, si intrecciano con musica dal vivo e interventi performativi per raccontare lโ€™educazione ai gesti, alla cura, al cibo.

Una memoria gastronomica condivisa

Il progetto si radica in 17 fondi familiari, raccolti e custoditi da Home Movies, che dal 2002 lavora per preservare il patrimonio audiovisivo privato e amatoriale italiano. Il fondo principale, quello di Francesco Rinaldi, rappresenta da solo oltre il 60% del materiale selezionato: riprese che attraversano tutte le stagioni dellโ€™anno e restituiscono il ritmo della vita domestica, agricola, affettiva di quegli anni.

Cโ€™รจ la mietitura del grano, il trasporto al mulino, la preparazione della farina, il pane fatto in casa.ย La cena per il solstizio d’inverno a casa Rinaldi: presepe, caminetto e televisione accesi, panettone e torta fatta in casa. Durante la cena, arriva in tavola una pirofila fumante di tortellini in brodo.

In altri filmati si vede nonna Irma che prepara le sfrappole per Carnevale, accanto a lei la nipotina Anna che la osserva e la imita. Invece, Nonno Ettore impasta il pane e taglia i panetti per i vari formati, tra cui uno a forma di colomba.

Scene della vita e del lavoro di tutti i giorni; nel 1980 l’uva veniva raccolta a mano e pigiata con i piedi, e le bottiglie di vino venivano imbottigliate senza l’uso delle macchine moderne. Ci sono anche filmati di altre famiglie, dove si vedono le fiere di paese, le cene in famiglia, le vacanze a Comacchio, il galletto di Natale. Sono presenti video che ricorderanno per sempre come si facevano determinati prodotti: per esempio, si documentano le fasi della lavorazione del maiale e la preparazione delle salsicce.

Imparare dal passato

In quegli anni, filmare era un gesto accessibile solo a una parte della popolazione: chi poteva permettersi lโ€™acquisto e lo sviluppo delle pellicole, usava la cinepresa soprattutto per documentare ricorrenze e momenti privati. Eppure, proprio questi primi frammenti amatoriali restituiscono con una forza singolare che spesso sfugge alla narrazione storica ufficiale: i dettagli, i gesti ripetuti, i tempi lenti. Le mani delle donne che impastano, quelle dei nonni che raccolgono, quelle dei bambini che imitano.

Il valore dei ricordi

Le immagini โ€“ molte in bianco e nero, altre nei primi colori incerti della pellicola โ€“ evocano una malinconia sottile, mai forzata. Cโ€™รจ consistenza viva del passato: scene lente, quotidiane, dove il sapere si trasmette per prossimitร . Il montaggio si concentra su questo.ย In questa lentezza operosa, si compone una narrazione corale, che mette in relazione la memoria privata con quella collettiva.

Foto credit, sito ufficiale Fondazione Home Movies

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