Quando si nomina Giorgione, pochi colti esperti di arte faranno riferimento al pittore esponente della scuola veneta; in tanti, invece, faranno riferimento a quel Giorgione che in televisione fa mangiare milioni di italiani in modo “laido e corrotto”. Giorgio Barchiesi, noto a tutti come Giorgione, è l’oste più famoso d’Italia. Nasce a Roma, diventa perito agrario e poi lascia la capitale per andare a studiare veterinaria all’Università di Perugia. Ama la convivialità, come ha raccontato suo figlio Giuseppe Siragusa nella nostra intervista, e se gli metti in mano una chitarra, la serata finisce fra canti, buon vino e risate. Il ristorante “Alla via di Mezzo” di Montefalco è diventato la Mecca per i suoi fan, così affezionati che alcuni si fanno tatuare la sua faccia… anche sul sedere, come ha raccontato in una nostra intervista. Se non è “Alla via di Mezzo”, è nell’altro, “Villa Selva” a Grutti gestito principalmente dal figlio Giuseppe, per il resto ad affiancarlo ci sono anche sua moglie Marianna e i figli Maria e Michele.
Giorgione è uno dei cuochi televisivi più conosciuti d’Italia, è approdato al Gambero Rosso Channel nel 2012 con la serie “Giorgione – Oro e cucina” invadendo lo schermo e catturando l’attenzione di milioni di spettatori con il suo linguaggio forbito (un nonnulla, dose generosa, che non si dica che non impiatti, sono diventate espressioni cult riconducibili solo al suo linguaggio), la sua pancia generosa, e la salopette in jeans che lo ingabbia felicemente in quell’aura agreste-culinaria che piace tanto a grandi e bambini.
Diventato fenomeno dei social con i suoi meme che invadono ogni piattaforma, alla tv del Gambero Rosso è approdato per caso, come racconta nella nostra intervista: «Ho incontrato alcune persone del Gambero per la prima volta nel ristorante di Bevagna (prima sede del suo ristorante “Alla via di mezzo”, ndr.). Vennero a mangiare, e dopo la cena si qualificarono come giornalisti. All’epoca cercavano volti nuovi e successivamente mi contattarono per la tv. Ricordo che il regista mi disse “cosa vuoi fare”? Vieni a casa mia, gli risposi». Ed è così che le serie sono diventate oltre settanta e ancora oggi, dopo tredici anni la sua verve e il suo successo non sono mai scemati…anzi. Cucina ovunque: in casali, sotto gli ulivi, arrangiandosi su piccoli tavoli di campagna, ma l’obiettivo è sempre quello di una cucina semplice di casa.
«Bisogna mangiare tutto e non demonizzare i grassi, come non si demonizza la frutta, il pesce, i legumi, la verdura, i formaggi e quant’altro. L’alimentazione deve essere sana, ma variegata. La noia alimentare sta facendo disastri mostruosi. Oggi la gente entra in farmacia e vede una marea di integratori. Siamo figli degli integratori perché i fenomeni mediatici ci impongono quel tipo di alimentazione». Si potrebbe sintetizzare con questa dichiarazione la filosofia del cibo di Giorgione – come aveva raccontato qui – : mangiare tutto senza privazioni, dove è la dose che fa il veleno. Giorgione è per la cucina genuina di una volta, quella che ancora oggi vede al posto di una colazione con bevande vegetali o avocado toast, una fetta di pane con stracchino condito con olio e salame o mortadella; oppure, una fetta di pane con burro e alici. Spesso è stato soggetto a critiche di hater e puristi che vedono la sua cucina non salutista, contro ogni principio dettato dai migliori nutrizionisti; eppure, in barba a tutto questo, non si fa mancare lardo, burro e olio come se piovesse; infila mestoli e cucchiai di legno e assaggia, nei suoi test, con grande avidità.
Nei suoi ristoranti regna la convivialità e la cucina semplice con attenzione alle materie prime è il suo focus quotidiano. “Alla via di Mezzo” è la prova di questa filosofia culinaria: c’è la libertà di avere un menu a buffet per gli antipasti e due primi con pasta fatta in casa, due secondo e due contorni per chiudere il pasto con dolci fatti in casa dalla famiglia Barchiesi.
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