Il racconto

Una storica pizzeria napoletana racconta Napoli con una docuserie

La serie ha l’obiettivo di raccontare Napoli in modo autentico, lontano dai cliché turistici, attraverso i suoi protagonisti più significativi e appassionati

  • 03 Agosto, 2025

Napoli è qualcosa che ci si porta dentro e che si racconta con fierezza. È proprio questo il pensiero di Napoli Racconta Napoli – Special Delivery, la docuserie ideata da Salvatore e Cristiano Piccirillo, quarta generazione della storica pizzeria Masardona, prodotta dall’agenzia napoletana Bread and Network. Dal primo febbraio 2024 è disponibile sui canali social e online del brand, in un formato breve (5-10 minuti) che richiama l’estetica narrativa dei contenuti Netflix. Il cuore del racconto è il battilocchio, la celebre pizza fritta di Masardona, consegnata come un dono simbolico che dà il via a ogni episodio.

Chi è Masardona

Masardona è un’istituzione partenopea nata nel 1945  per mano di Anna Manfredi, soprannominata “a’ Masardona” (termine in dialetto usato per indicare una donna fidata, un’ambasciatrice che portava messaggi), la friggitoria ha tramandato la propria tradizione attraverso quattro generazioni.

Oggi la conducono Salvatore, Cristiano e la famiglia Piccirillo, che hanno trasformato la pizza fritta da cibo povero del dopoguerra a simbolo gastronomico e culturale della città. La ricetta è rimasta fedele alle origini, ma con ingredienti di alta qualità e una forma di revival moderno della tradizione popolare.

Tra le realtà più iconiche di Napoli

La prima stagione è composta da sei episodi, ciascuno ambientato in una bottega o locale storico di Napoli, dove la consegna del battilocchio diventa il pretesto per aprire conversazioni ricche di memoria, emozione e orgoglio napoletano. I protagonisti raccontano la città attraverso la propria arte, mestiere e visione personale.

In ogni incontro, tra un morso e l’altro, emergono temi come la resilienza, la creatività, la celebrazione delle radici: Marco Ferrigno ripercorre l’arte del presepe e il progetto di San Gregorio Armeno, tra pizza fritta e figure di cartapesta; da Gay Odin, si ripercorre la storia della cioccolateria, il passato e il futuro di Napoli; Marinella apre le porte della sartoria trasformata in salotto, unendo tradizione sartoriale e stile internazionale; Mimì alla Ferrovia è custode della autenticità gastronomica napoletana; Attanasio racconta generazioni di sfogliatelle da forno come simboli di identità partenopea; L’Antiquario parla di stereotipi, estetica e drink perfetti in abbinamento alla pizza fritta.

Uno degli aspetti più toccanti è il passaggio generazionale delle attività, delle tradizioni e dei valori. Si vede chiaramente come il senso di appartenenza non sia solo un sentimento ma una responsabilità che viene portata avanti con orgoglio.

Tra artisti e musicisti

Dal primo maggio 2025, sempre nelle piattaforme online e social di Masardona, è cominciata la seconda stagione che sposta lo sguardo su sei figure della cultura contemporanea. Il battilocchio resta l’innesco simbolico di ogni puntata, una consegna che apre esperienze umane e artistiche diverse.

Aprono le danze Salvatore Esposito, attore famoso per il ruolo di Genny Savastano in Gomorra, che racconta il successo internazionale e il legame viscerale con Napoli. Seguono Antonio Nocera, artista di fama mondiale che fonde arte, moda e cultura pop; Gianpiero D’Alessandro, illustratore e designer che con i suoi progetti parla di Napoli attraverso l’arte grafica; Dat Boi Dee, voce della scena urban napoletana che racconta ritmi, sfide e rinascita; Marisa Laurito, protagonista del teatro e della televisione, icona della cultura partenopea; infine, Gigi D’Alessio, simbolo della musica popolare napoletana in Italia e nel mondo.

Artisti, attori, musicisti non sono semplicemente protagonisti ma testimoni diretti di una cultura che affonda le sue radici nella città.

Foto credit: https://napoliraccontanapoli.it/

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