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Cibo e cinema. La mozzarella in carrozza di Ladri di biciclette e il dopoguerra italiano

Due fette di pane ripiene di formaggio filante e fritte: semplice e goduriosa, la mozzarella in carrozza รจ protagonista di una delle scene cult di Ladri di biciclette di De Sica. Ecco la storia.

  • 18 Febbraio, 2022

La mozzarella in carrozza in Ladri di biciclette

โ€œE a te, te faccio portaโ€™ pure il dolce. Sei contento?โ€. รˆ forse la scena piรน rappresentativa del capolavoro di Vittorio De Sica, il tentativo di leggerezza di papร  Antonio che si rivela in realtร  un momento struggente. Ladri di biciclette รจ cosรฌ: uno spaccato sincero che non si limita a raccontare lโ€™Italia del secondo dopoguerra, ma la fotografa, fermando il tempo e la miseria sconfinata di quegli anni in unโ€™istantanea commovente senza fine, proprio come lโ€™ultima dissolvenza che accompagna padre e figlio in lacrime dopo lโ€™umiliazione del furto della bici. Quella bicicletta che per la famiglia Ricci rappresenta lโ€™unica speranza di riscatto, di libertร , ma soprattutto dignitร : la pellicola neorealista del โ€™48 รจ proprio questo, un inno alla dignitร  umana, alla fatica di un uomo che solo nel lavoro ritrova decoro e valore. La stessa bicicletta che poi diventa tentazione, spingendo Antonio a rubare, trasformandolo nel secondo ladro del titolo. La bicicletta rubata, che per il protagonista (lo straordinario Lamberto Maggiorani, non un attore professionista, proprio come la maggior parte del cast, ulteriore mossa vincente del regista) diviene unโ€™ossessione.

Scopri la storia della mozzarella in carrozza di Ladri di biciclette

La mozzarella in carrozza come simbolo di riscatto

La ricerca della bicicletta con il figlio Bruno al seguito (Enzo Stajola) si interrompe solo per lui, per il bambino che a ogni passo di questa esplorazione estenuante perde un pizzico della sua infanzia, e che merita un momento di serenitร  in trattoria. Bruno รจ incantato dalla tavola imbandita alle sue spalle, cosรฌ Antonio gli propone una mozzarella in carrozza: anzi due, e una bottiglia di vino, da condividere con il figlio (โ€œSe te vedesse tuโ€™ madre che te faccio beveโ€™โ€ฆ ma noi famo quello che ce pareโ€, a riscattare ancora una volta il diritto alla gioia, la convivialitร , la vita). Impagabile lo sguardo del bambino allโ€™arrivo della mozzarella, straziante il modo in cui continua a voltarsi a osservare la famiglia benestante ricevere altre pietanze. Mai come in questa scena il cibo diventa simbolo di libertร , ma anche svago, distrazione, uno sfogo per far fronte alle sofferenze: โ€œMagna, magna, โ€˜n ce pensaโ€™โ€. E papร  e figlio mangiano, di nuovo uniti e per un momento, un unico istante, sereni. โ€œTe piace?โ€. Sorrisi complici, grandi morsi. Un episodio breve e festoso raccontato con una delicatezza fuori dal comune. Una mozzarella in carrozza e un goccio di vino per prendersi una pausa da quellโ€™esistenza miserabile, che entra perรฒ prepotentemente in ogni frammento della scena.

Scopri la storia della mozzarella in carrozza di Ladri di biciclette

Origini della mozzarella in carrozza

Quella dove entrano Antonio e Bruno รจ una tradizionale trattoria romana, rustica ma non troppo affollata, con tanto di gruppo di musica popolare. Il Lazio, infatti โ€“ Roma in particolare โ€“ nel tempo ha rivendicato la paternitร  della mozzarella in carrozza, che sembrerebbe perรฒ essere nata in Campania. Per la precisione, nelle campagne campane medioevali, dove la mozzarella arrivava spesso leggermente inacidita per via della lentezza dei trasporti: per non sprecarla, le famiglie contadine iniziarono a usarla come ripieno e mangiarla in mezzo alle fette di pane di raffermo. Il nome deriva proprio dalla forma che ricorda quella di una ruota di una carrozza: in passato, infatti, il pane utilizzato era quello semplice rotondo, impanato poi nellโ€™uovo e cotto in olio bollente. In origine, si usava la mozzarella di bufala, mentre a Roma la ricetta si fa con fiordilatte e spesso vengono aggiunte acciughe o una fettina di prosciutto cotto, versione alternativa condivisa anche dalla cucina veneziana. In qualsiasi caso, si tratta di un piatto povero, semplice e sfizioso, usato per recuperare gli avanzi e dare vita a ricette sostanziose e golose.

La ricetta della mozzarella in carrozza di Max Mariola

 

 

a cura di Michela Becchi

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