Non รจ un caso che uno dei film piรน apprezzati della storia del cinema inizi con un matrimonio, subito dopo la primissima scena divenuta una pietra miliare tra i cineasti piรน appassionati, con la voce di Marlon Brando (Vito Corleone), in italiano doppiato da Giuseppe Rinaldi, che fa il suo ingresso in modo incisivo nella storia, nel giorno in cui โsi marita mia figliaโ. Un momento di festa che catapulta lo spettatore nella Sicilia piรน autentica, nonostante ci si trovi nella New York degli anni โ40, che si colora di canzoni popolari e sontuosi banchetti. Tanto, tantissimo cibo, profumi e sapori dellโisola che trasformano aspetto e anima della Grande Mela, riportando in vita un pezzo di Sicilia, nella villa sfarzosa fatta di musica e colori, balli e parole in dialetto, quel dialetto che รจ al tempo stesso carattere, forza e protezione, una forma di sicurezza a cui i picciotti ricorrono piรน volte nel corso del film per non farsi scoprire. Italiani che credono nellโAmerica โ รจ con questa affermazione che Vito Corleone apre il film, โIo credo nellโAmerica, lโAmerica fece la mia fortuna e io crescii mia figlia come unโamericana. Ci detti libertร ma ci insegnai pure a non disonorare la famigliaโ โ ma che continuano ad aggrapparsi fortemente alle radici italiane.
Un film senza tempo, entrato di diritto nellโOlimpo del cinema dโautore, dalla regia magistrale, drammatica e granitica, una colonna sonora azzeccatissima (quella di Nino Rota, che riesce a restituire lโimmagine piรน stereotipata e conosciuta della Sicilia senza mai risultare banale). Il rischio di abusare della parola โcapolavoroโ รจ alto quando si parla di film, ma per Il Padrino vale la pena correrlo, soprattutto considerando il cast dโeccezione e la straordinaria prova dโattore di Marlon Brando, rimasta impressa per sempre nella storia cinematografica internazionale. Una trama in cui la tradizione e il senso di convivialitร giocano un ruolo predominante, soprattutto attraverso la tavola. Tra le scene piรน iconiche incentrate sul cibo, quella della preparazione del sugo di pomodoro con carne di Clemenza, tra i piรน fidati caporegime della famiglia, che spiega la ricetta passo dopo passo a Michael Corleone (Al Pacino), futuro boss. โSi comincia con un poco dโolio, ci friggi uno spicchio dโaglio, poi ci aggiungi tomato e anche un poco di conserva. Friggi e attento che non si attacca! Quando tutto bolle, ci cali dentro salsiccia, polpette, poi ci metti uno schizzo di vino e un poco di zucchero e mangi da dioโ.
Altra scena memorabile, quella dei cannoli, che ha dato vita a una delle citazioni piรน famose del film. Siamo alla fine, Carlo Rizzi โ il marito di Connie, la figlia di Vito Corleone โ รจ stato strangolato da Clemenza. ร ancora una volta il suo personaggio a rendere il cibo protagonista: la frase cult โAโ pistola lasciala, pigliami i cannoliโ รจ in realtร nata per sbaglio grazie a una battuta dellโattore Richard Castellano. Il copione originale, infatti, terminava con โTake the gunโ, โPrendi la pistolaโ, ma lโattore ha voluto aggiungere un riferimento alla scena precedente in cui la moglie si raccomanda di non dimenticare i dolci. Mai scherzo fu piรน riuscito: Coppola decise di lasciare la frase cosรฌ comโera, semplicemente perfetta, capace di chiudere il film in modo circolare, nella stessa maniera in cui รจ iniziato, con quella propensione al buon cibo tutta italiana โ e molto stereotipata, nella classica triade pizza, mafia, mandolino โ il riferimento ai cannoli siciliani, famiglia e tradizione, che convivono e talvolta superano lโaltro aspetto dei gangstar. Leave the gun, take the cannoli (questa la frase in lingua originale) รจ diventata una delle citazioni piรน amate di sempre.
Ingredienti
Per la sfoglia
Setacciate la farina sulla spianatoia, spruzzatela con il mezzo cucchiaio di aceto e miscelatela con lo zucchero, il cacao e un pizzico di sale. Fate la fontana e versatevi un albume (lโaltro vi servirร in seguito), lo strutto morbido e circa due cucchiai di Marsala (di piรน o di meno, tenendo conto che la pasta dovrร essere piuttosto consistente). Impastate energicamente, quindi raccogliete lโimpasto a palla e fatelo riposare per un paio dโore, a temperatura ambiente, avvolto nella pellicola. Setacciate la ricotta lasciandola cadere in una terrina, lavoratela con lo zucchero fino ad averla liscia ed omogenea e lasciatela riposare per una mezzโora prima di unirvi i canditi tagliati a dadini minuscoli e il cioccolato tagliato a scagliette. Conservate in frigorifero il composto fino al momento di riempire i cannoli. Riprendete lโimpasto, dividetelo in due e passatelo alla macchinetta per la pasta partendo dal primo spessore e arrivando fino al penultimo. Ricavate dei cerchi di 12 cm di diametro. Battete un poco il secondo albume e umettate leggermente i bordi dei dischi di pasta, avvolgeteli attorno ai cilindri di metallo, leggermente unti dโolio, sovrapponendo le due estremitร e premendo un poco per incollarle. Scaldate lo strutto in quantitร tale dal far galleggiare i cannoli e friggetene tre alla volta. Quando sono scuri, scolateli e passateli su un doppio foglio di carta da cucina sistemandoli dritti. Quando sono freddi, rimuovete delicatamente i cilindri di metallo. Tuffate i pistacchi in acqua bollente, pelateli e tritateli finissimi con la mezzaluna. Al momento di servire i cannoli, raccogliete la crema di ricotta dentro un sac ร poche e riempite completamente i cannoli. Fate aderire alle due estremitร un pizzico di granella di pistacchio (oppure un dischetto di scorza dโarancia candita) e infine spolverate i cannoli con lo zucchero a velo. Potete preparare i cannoli anche con molto anticipo evitando perรฒ di farcirli in modo che la cialda esterna rimanga croccante e fragrante. Se non li gradite, potete eliminare i canditi dal ripieno che risulta comunque ottimo se avete utilizzato una buona ricotta, fresca e cremosa.
a cura di Michela Becchi
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