«Eravamo a Roma, al Pagliaccio, per una cena con abbinamento dei vini alla cieca. C’era anche il nostro Eleuteria. Su dieci commensali, in otto hanno detto che si trattava di Barolo. Gli altri due pensavano fosse Pinot Nero. Quando abbiamo svelato che il vino era un Nerello Mascalese, allora tutti hanno sorriso: “Ah… Sicilia!” E invece no, era “il nostro” Nerello calabrese».
Matilde Piluso racconta questo episodio per descrivere quale sia la considerazione per la sua regione nel mondo. Anche al tavolo di chi con il vino e con il cibo, anche a livelli alti, ha una buona consuetudine. Sorride anche suo padre, Nicola, che nel 1993 decise di lasciare Cosenza con sua moglie Raffaella e trasferirsi a Tenuta del Travale, in una campagna-campagna, a Rovito, anche se ad appena 9 chilometri dal capoluogo della provincia più grande della Calabria. Qui viene prodotto un grandissimo rosso, Eleuteria, inserito nella sezione Vini Rari della Guida Vini d’Italia 2026.
«La prima vendemmia per il nostro Eleuteria l’abbiamo fatta nel 2014, annata che abbiamo messo in commercio solo tre anni dopo. Quindi, siamo nel 2017-2018: non tanto tempo fa – racconta Nicola – Eppure, quando abbiamo provato a proporre il nostro vino a diversi distributori del Nord Italia, la loro risposta era una soltanto: “Nessuno la vuole, la Calabria del vino. Non c’è spazio per le vostre etichette in cantina”. Ecco qual era la considerazione per i nostri vigneti». Un’idea che è cambiata, oggi? «Anche se questo scarso appeal rimane sullo sfondo, devo dire che oggi la nostra regione sta letteralmente esplodendo. E, a prescindere dal colore politico, che ci interessa poco, negli ultimi anni la Regione ha fatto sforzi mai visti prima d’ora, soprattutto attraverso enti come l’Arsac».
Iniziamo da una vostra scelta ben precisa: il Nerello?
Nicola: Io faccio l’avvocato per professione, ma sono figlio di un agronomo sommelier per passione. Avevo quei geni lì e ho messo a dimora filari di nerello mascalese e nerello cappuccio, una scelta che al tempo sembrava una follia, ma che si è rivelata vincente: erano due vitigni tradizionali anche se ormai molto poco valorizzati. Ho pensato da subito che potessero funzionare bene con le importanti escursioni termiche di questa zona.
Matilde: Poi, la scelta dei nerelli è anche un modo di ricostruire i legami dell’Antica Enotria: nell’antichità Sicilia e Calabria erano parte di questa stessa regione. È stato il modo di riscoprire un patrimonio culturale comune.
All’epoca i nerelli erano poco valorizzati anche sull’Etna.
N: Esatto. Non c’era grande interesse per i vini etnei: i produttori importanti sul vulcano erano ancora pochi. Nella provincia di Cosenza, poi, non ne parliamo: qui eravamo proprio all’anno zero. Di Nerello se ne imbottigliava giusto qualcuno sullo Stretto, nel Reggino, ma è zona totalmente diversa: noi vendemmiamo oltre un mese e mezzo più tardi. Cominciamo con il rosato a fine ottobre e arriviamo ai Morti con il rosso.
Quindi un territorio dove, esattamente come sull’Etna, si pratica viticoltura di montagna …
N: In realtà noi siamo in quella che viene chiamata “dolce collina”: il comune di Rovito arriva fino a 900 metri, ma le nostre vigne si trovano a 520, su un contrafforte affacciato sul costone di Cosenza.
Anche il vostro enologo è un “esperto” di Etna, no?
N: L’enologo Emiliano Falsini e l’agronomo Stefano Dini – entrambi toscani – seguono tutta la produzione insieme a noi. E li abbiano scelti proprio per la loro esperienza siciliana: loro supervisionano come consulenti molte cantine del versante Nord dell’Etna e hanno una conoscenza senza paragoni dei due vitigni.
Com’è produrre vino in un territorio sconosciuto, ma con una varietà ora in voga?
N: Sicuramente possiamo dire di essere avvantaggiati dal grande appeal del nerello mascalese. Però c’è anche la volontà di esprimere la forza e l’identità di questo territorio pre-silano, che è tra i più puri d’Europa e fa parte della decima Riserva della Biosfera dell’Unesco. Pensi che siamo in un vallone tra monti e mare, con fortissime escursioni derivanti da questo canalone e dalla presenza di boschi tutt’ intorno. In estate si va dai 40 gradi del giorno al fresco da maglietta di lana della sera.
M: Poi l’utilizzo di un vitigno unico e rinomatamente qualitativo è anche un modo per combattere il pregiudizio sulla bassa qualità dei vini di questo territorio. E, in questo senso, la produzione diventa un atto politico contro immobilismo e indifferenza.
Immobilismo e indifferenza ancora presenti?
M. In parte, ma devo dire che siamo stati bravi tutti (produttori e Regione) nel riuscire a trasformare l’oblio in eccellenza e nel favorire lo sdoganamento della produzione da un tracciato stereotipato, favorendo la ricerca di un’identità calabrese più vera.
Cosa servirebbe ancora in termini di visione e progetto politico?
N: Cambiare punti di vista e strategie: passare dall’attenzione al reddito individuale a quella per lo sviluppo collettivo. Non sempre il benessere economico del singolo porta a sviluppo e progresso, ma quasi sempre lo sviluppo e il progresso portano all’incremento del reddito delle singole persone. Se le istituzioni riescono ad andare oltre gli interessi personali e promuovere una crescita corale, allora si riesce a creare qualcosa per le nuove generazioni, che hanno bisogno di incentivi e basi solide su cui costruire.
Matilde Peluso (anche nella foto di apertura) protagonista della copertina del Gambero Rosso in edicola
Cosa manca?
N: La prima via del progresso sono le infrastrutture. Se nessuno ti può raggiungere, il vino lo fai e te lo bevi da solo. Non è un caso che, in passato, le popolazioni più sviluppate – anche sul fronte della viticoltura – siano spesso state quelle prossime ai porti. Fortunatamente però non siamo più all’anno zero: in Calabria abbiamo tre aeroporti con molte rotte internazionali. Anche se, viaggiando spesso, ci rendiamo conto che si dovrebbe fare di più. Per esempio mancano collegamenti per raggiungere le varie località: arrivi agevolmente a Lamezia, ma poi come ti muovi senza noleggiare un’auto?
Voi vendete la gran parte del vino all’estero. La Calabria non apprezza?
N: Per quanto anche in regione ci siano riconosciuti i nostri meriti, lo sbocco preferenziale finisce per essere la ristorazione d’alta fascia in altre zone. La ristorazione rincorre spesso ancora i prezzi bassi, ma non c’è qualità a basso costo. E se si fa qualità è più probabile che anche la remunerazione cresca.
M: Però le cose stanno migliorando, proprio grazie alla transizione verso un presente più calabrese e meno stereotipato. Ci sono sempre più locali, soprattutto condotti da giovani, che vanno oltre la solita offerta, valorizzando la materia prima e la tradizione oltre i preconcetti e i luoghi comuni.
Per ora nella zona intorno a Rovito siete gli unici a fare vino di qualità?
N: Non siamo soli: ci sono diverse aziende nella Sila e pre-Sila, anche se ognuno per ora persegue scelte imprenditoriali diverse.
Quindi diciamo che esiste un movimento di produttori, ma non c’è ancora una comunità?
N: Siamo in contatto con tutti e anche in rapporti molto amichevoli con alcuni. E lo stesso vale per i vignaioli di altre zone della Calabria. Ma non abbiamo ancora fatto rete, non esistono un’associazione o un marchio specifico su cui fare quadrato.
Su questo bisognerebbe lavorare?
N: Assolutamente sì. Crediamo fortemente che bisognerebbe mettere insieme tutto il territorio della Sila e della Pre-Sila, che comprende questo bacino che da Paola va fino al Crotonese, e creare un brand come quello dell’Etna. Il sistema è molto simile e il nome sarebbe altrettanto valido e spendibile.
Parola d’ordine?
M: Lavorare con chiarezza d’intenti e credibilità.
Niente da mostrare
ResetNo results available
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
Made with love by
Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd