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Vini d'Italia

I 9 migliori Trentodoc Rosé per la Guida Vini d'Italia 2025

Le "Bollicine di Montagna" si tingono sempre più di rosa e la tipologia cresce in qualità e prestigio: vi portiamo alla scoperta del Trentodoc Rosé.

  • 10 Maggio, 2025

Nel vasto panorama delle bollicine italiane, il Trentodoc Rosé rappresenta una delle espressioni più eleganti e territorialmente connotate della. Nato tra le vette del Trentino, questo vino racchiude la complessità di un territorio alpino e l’esperienza di una tradizione che ha saputo distinguersi per rigore qualitativo e identità stilistica.

Trento Doc - Piana Rotaliana

Se negli ultimi anni il comparto del Trentodoc ha registrato una crescita costante, il segmento rosé sta assumendo un ruolo di sempre maggior rilievo, grazie alla crescente domanda di vini di carattere, capaci di coniugare struttura, freschezza e una raffinata componente aromatica.

Trentodoc Rosé e le caratteristiche del territorio

Molte delle case spumantistiche trentine hanno incluso in gamma una o più etichette di Rosé. Alla base di questa scelta, evidentemente c’è una richiesta da parte del mercato. Ma soprattutto c’è un territorio che riesce a garantire le giuste condizioni produttive per la tipologia. Il Trentino, con i suoi pendii che si innalzano rapidamente dalle valli fino a oltre 900 metri di altitudine, offre condizioni pedoclimatiche ideali per la produzione di basi spumante.

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I vigneti destinati al Trentodoc Rosé si trovano in aree ventilate, spesso orientate a nord o poste in zone con forti escursioni termiche, che favoriscono la maturazione lenta delle uve e la preservazione dell’acidità naturale. I suoli variano notevolmente da zona a zona: si va da terreni calcareo-dolomitici di origine glaciale a substrati porfirici e sabbiosi, ciascuno capace di restituire caratteristiche peculiari al vino, contribuendo alla definizione di un’identità sensoriale distinta.

Trentodoc: parla il disciplinare

Nel corso degli anni, il disciplinare di produzione del Trentodoc ha subito diverse revisioni, volte a migliorare la qualità del prodotto e a valorizzare l’unicità del contesto trentino. Introdotto nel 1993 con la Doc Trento, il regolamento ha posto sin da subito, come è ovvio, un forte accento sul metodo classico e sull’utilizzo esclusivo di uve coltivate in Trentino. Per quanto riguarda le versioni Rosé, il disciplinare prevede l’utilizzo di pinot nero, chardonnay e, in misura minore, pinot meunier. Il tempo minimo di affinamento sui lieviti è di 15 mesi, ma la maggior parte dei produttori supera ampiamente questa soglia, con alcune etichette che riposano sui lieviti per oltre 60 mesi, sviluppando complessità aromatica e finezza nel perlage.

I Trentodoc Rosé premiati con i Tre Bicchieri e Due Bicchieri Rossi

Se volete esplorare la tipologia Rosé del Trentodoc, ma non sapete da dove partire, ecco la lista delle migliori etichette recensite nella guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso. che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, i Tre Bicchieri, o li hanno sfiorati arrivando alle nostre degustazioni finali. Tra bollicine fragranti e golose e versioni più complesse e ambiziose, sicuramente troverete la bottiglia giusta per voi.

Trento Brut Rosé Collezione Luciano Lunelli Ris. 2009 – Abate Nero

Davvero buono il Collezione Luciano Lunelli di Abate Nero, dai profumi di frutti rossi, menta ed erba falciata e dalla bocca sinuosa ed elegantissima. La storica azienda trentina, che conta 50 anni di produzione artigiana di spumanti di montagna, è guidata da Roberta Lunelli, figlia del fondatore Luciano insieme a Roberto Sebastiani. I vigneti si trovano principalmente a Lavis, a nord di Trento, e mantengono la tradizionale forma di allevamento a pergola trentina. La filosofia di casa vuole lunghissimi affinamenti e massima aderenza territoriale, ogni fase è manuale e seguita scrupolosamente da un affiatato team.

Trento Brut Rosé – Nicola Balter

Nel Trento Brut Rosé di Nicola Balter spiccano i sentori di frutti rossi, il sorso polposo, ma denso di acidità e un finale sapido e profondo. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando la storica struttura militare del ‘500, Castelliere, si è trasformata nell’attività agricola che è oggi. È la famiglia Balter a guidare la svolta, a partire dalla seconda metà del ‘900, e che oggi vede schierati Francesco con i figli Nicola e Barbara tutti orientati alla produzione di Trentodoc di alta qualità. Lo stile predilige bollicine di grande eleganza, freschezza e complessità.

 

Trento Brut Nature Rosé Ris. 2019 – Bellaveder

Il Brut Nature Rosé Riserva ’19 di Bellaveder è davvero un fuoriclasse della tipologia. Polposo, sapido e dal finale carnoso riesce anche a conferire eleganza e finezza. Andrea e Marco con il papà Tranquillo si occupano della cantina applicando un regime di grande rispetto del territorio attraverso la pratica dell’agricoltura biologica. Artigiani del vino, assecondano i ritmi che la natura richiede. La vendemmia è manuale e i processi dalla vigna alla cantina sono seguiti con grande scrupolo.

Trento Brut Rosé Piancastello Ris. 2019 – Endrizzi

Il Brut Piancastello Rosé di Endrizzi regala note di mora e ribes, lampone e fragolina di bosco; la bocca è avvolgente, morbida, ma asciutta sul finale. Storica e appassionata famiglia di produttori trentini, oggi conta sulla nuova generazione con Paolo, Christine, Lisa Maria e Daniele. L’approccio all’agricoltura è fondato sui principi di sostenibilità e anche la nuova cantina è stata costruita seguendo i dettami della bioarchitettura. Il Trentodoc viene prodotto per la maggior parte nei vigneti di Pian di Castello a circa 400 metri di altitudine.

 

Trento Brut Perlé Rosé Ris. 2018 – Ferrari

Il Brut Perlé ’18 di Ferrari è una grande bollicina che conquista per un naso dai tratti di mela golden, buccia di limone, erbe di montagna e cenni di pasticceria. La bocca ha tensione ed energia da vendere grazie a un’acidità perfettamente bilanciata. Una squadra familiare quella che guida l’azienda, affiatata, in grado di dimostrare anno dopo anno sempre maggiore sensibilità e aderenza al territorio in cui nasce e opera, impegnandosi al massimo anche nella conservazione e promozione del patrimonio culturale trentino. Una batteria incredibile che lascia a bocca aperta e convince su tutti i fronti.

Trento Brut Siris Rosé – Gaierhof

Ottima performance per i vini di Gaierhof col Brut Rosé Siris che approda alle finali grazie a un naso complesso e a una bocca carnosa, ma anche fresca e fine.

Trento Extra Brut Rosé Inkino 2020 – Mas dei Chini

L’Inkino Rosé ’20 di Mas dei Chini è senza dubbio il migliore della gamma. È un Extra Brut che incarna a pieno le caratteristiche delle bollicine di montagna, grazie a un corpo complesso e ampio, ma ben equilibrato da una freschezza acida sempre vitale che domina il sorso ed è sorretta da tanta sapidità. Sul finale note di pepe e frutti di bosco fanno riemergere ciò che ha regalato al naso.
La storica casa ottocentesca in cui ha sede l’agriturismo testimonia un legame antico della famiglia Chini con il territorio e la produzione  vitivinicola che si attesta al 1906. La gamma vini, autentica e di alta qualità, si orienta soprattutto sulla produzione degli spumanti a denominazione Trento senza tralasciare l’importanza della tradizione nella coltivazione di uve come gewürztraminer e teroldego.

Trento Extra Brut Rosé 2020 – Maso Martis

Davvero molto buono l’Extra Brut Rosé ’20 di Maso Martis, avvolgente, morbido, suadente e dalle note di frutti di bosco, spezie e cenni fumé. Nata nel 1990 da Antonio e Roberta Stelzer, i riconoscimenti non hanno tardato ad arrivare nella casa spumantistica trentina dove oggi si producono circa 100mila bottiglie. Ai genitori si sono affiancate le figlie Alessandra e Maddalena, e la vittoria sta nell’affiatamento del gruppo di lavoro che pone massima attenzione al dettaglio, alla salubrità della vigna e alla tutela ambientale.

Trento Extra Brut Rosé 2019 – Moser

Tra le etichette ai vertici assoluti della cantina Moser troviamo il Rosé Extra Brut ’19 di grande equilibrio. Carlo e Matteo, i due cugini Moser, hanno saputo far crescere l’azienda in qualità ma soprattutto in personalità sviluppando una grande linea vini con focus sulle bollicine di Trentodoc. Sperimentatori pur restando ancorati al classicismo delle bollicine di montagna, si sono specializzati anche sui lunghi affinamenti e negli ultimi tempi hanno lanciato un Pinot Nero vinificato in bianco e affinato 72 mesi sui lieviti, proveniente dai migliori vigneti di Maso Warth che contano 80 anni di età.

 

 

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