Notizie / Vino / Degustazioni / Gli 11 migliori vini rosati della Campania da aglianico e piedirosso scelti dal Gambero Rosso

Vini d'Italia

Gli 11 migliori vini rosati della Campania da aglianico e piedirosso scelti dal Gambero Rosso

I vitigni protagonisti della lista di etichette che vi proponiamo sono l'aglianico e il piedirosso, sui quali sempre più produttori campani investono per ottenere vini di notevole qualità anche nella tipologia rosato. Ecco quali sono

  • 14 Maggio, 2025

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, parlando della Campania del vino, si tratta di una regione composita tanto sul piano geo-morfologico quanto su quello ampelografico con una superficie vitata della regione oggi supera di poco i 25mila ettari, che abbracciano una miriade di territori differenti, ognuno con una propria cultura produttiva, esposizioni e formazioni geologiche diverse: aree vulcaniche come Roccamonfina, il Vesuvio, la zona dei Campi Flegrei, colpita da forti scosse sismiche negli ultimi tempi e di cui abbiamo proposto un focus sui migliori vini, poi le isole; i vigneti d’alta quota – che arrivano anche oltre i 700 metri – dell’Irpinia; le vigne a strapiombo sul mare della Costiera Amalfitana.

Da fiano, grecofalanghina, aglianico, piedirosso, casavecchia, pallagrello (bianco e nero), pepellabiancolella e tanti altri vitigni autoctoni si ottengono vini sempre più contemporanei e comunque quasi sempre in grado di restituire il territorio con i bianchi che fanno la parte del leone ma ottime prove le abbiamo riscontrate anche tra i rossi, comparto che ci è sembrato più centrato rispetto agli ultimi anni.

L’Irpinia si trova nel cuore continentale della regione; si tratta di una zona composta da colline che si alzano verso l’Appennino Campano che offrono molto spesso bianchi dai profili aromatici e gustativi “montani”: eleganza, mineralità e freschezza acida. Aglianico, coda di Volpe, falanghina, fiano, greco, piedirosso, sciascinoso i vitigni tipici coltivati.

La Doc Costa d’Amalfi comprende le tre sottozone autorizzate di Ravello, Furore e Tramonti, aree da sempre vocate all’agricoltura, alquanto diverse per esposizioni e microclima. I comuni che ricadono nella Doc sono tredici, tutti in provincia di Salerno. Sono previste le tipologie Bianco, Rosato e Rosso, queste due ultime frutto dell’uvaggio di piedirosso e/o sciascinoso (detto anche olivella) e aglianico in percentuale minima del 60%, più altri vitigni autorizzati fino a un massimo del 40%.

I declivi del Vesuvio riescono a dare uve eccezionali. La Doc prevede le tipologie Bianco, Rosato e Rosso. Il Rosato e il Rosso sono prodotti con piedirosso (localmente chiamato palombina), sciascinoso e aglianico. La resa massima di uva in vino è del 70%, ma con resa del 65% e gradazione alcolica del 12° sia Bianco che Rosato e Rosso possono definirsi “Lacryma Christi del Vesuvio”, di cui troverete due ottime espressioni nella lista che segue.

Aglianico e piedirosso vinificati in rosa

Sono proprio due dei vitigni a bacca nera più noti della Campania, l’aglianico e il piedirosso, ma vinificati in rosa, i protagonisti dei vini che vi segnaliamo qui. Il rosato, come abbiamo già detto a proposito dei migliori vini rosati della Puglia, della Sicilia e dei Cerasuolo d’Abruzzo, non è una categoria di prodotto, ma una lettura diversa di un territorio. Finalmente, troviamo rosé prodotti con le migliori uve a disposizione, con tante cantine che hanno deciso di puntare con forza su questa declinazione, andando a proporre gamme di rosati importanti e ben articolate.

I migliori rosati della Campania da aglianico e piedirosso

I vitigni più presenti nella lista di etichette che vi proponiamo sono l’aglianico e il piedirosso, sui quali sempre più produttori investono per ottenere vini di notevole qualità anche nella tipologia rosé. Provengono dall’Irpinia, dalle pendici del Vesuvio e dalla Costa d’Amalfi, tra DOC e IGT e sono i migliori tra quelli recensiti nella guida Vini d’Italia 2025 del Gambero Rosso.

Rosato 2023 – Cenatiempo

Ottimo il Rosato ’23 di Cenatiempo, da aglianico e piedirosso, che ha raggiunto le nostre degustazioni finali lo scorso anno e che abbiamo premiato anche per il miglior rapporto qualità-prezzo della Campania sulla guida Berebene 2025. Si presenta con fresche sfumature iodate in mezzo a note di ciliegia bianca e lampone. Vino di struttura minerale, è saporito e fragrante, ricco di sfumature salmastre e di energia. Francesco Cenatiempo fondò l’azienda nel 1945 sfruttando delle cantine risalenti al ‘600 scavate all’interno della collina di Kalimera. Forastera, biancolella e piedirosso sono le uve dei quattro ettari di vigneto oggi coltivati da Pasquale. I vini sono molto espressivi, in armonia tra tradizione e bevibilità.

Lacryma Christi del Vesuvio Rosato Munazei 2023 – Casa Setaro

Piacevole e preciso come pochi altri rosati in regione il Munazei ’23 di Casa Setaro, da uve piedirosso in purezza. Le vigne di Massimo Setaro e della moglie Maria Rosaria si trovano sul versante del Vesuvio che guarda il Golfo di Napoli a sud. Siamo nel territorio di Trecase, dove nelle contrade di Bosco del Monaco e Tirone della Guardia, Massimo coltiva, tra proprietà e affitti, 16 ettari di vigne tra i 200 e i 350 metri di altitudine, ovviamente su terreni di matrice vulcanica. Aglianico, piedirosso, caprettone e falanghina sono le basi su cui si forma una gamma piuttosto variegata che oltre a bianchi, rossi e rosati, prevede anche la presenza di importanti spumanti Metodo Classico.

 

Aglianico del Taburno Rosato Le Mongolfiere a San Bruno 2022 – Fattoria La Rivolta

Semplice e goloso il Rosato ’22 di Fattoria La Rivolta.

Il Tocco di Baal 2023 – Casa di Baal

Il Tocco di Baal 2023 è un un buon rosato da aglianico in purezza presentato da Casa di Baal, azienda di Montecorvino Rovella (SA), che ha proposto una batteria scapigliata e divertente.

 


Vetere Rosato 2023 – San Salvatore 1988

Sono ormai oltre 40 gli ettari vitati, condotti in biologico, dislocati sulle colline che guardano Paestum, Stio e Giungano, nel Parco del Cilento. Si colloca qui il quartier generale di San Salvatore, l’azienda creata da Giuseppe Pagano dove centrale è la produzione di vino – qui vi segnaliamo il rosato Vetere da uve aglianico in purezza -, ma non meno importanti sono gli uliveti, i frutteti, ma anche gli allevamenti di bufale e altri prodotti poi utilizzati nei suoi prestigiosi alberghi e ristoranti.


Irpinia Rosato Ophelia 2023 – Macchie Santa Maria

La giovane azienda di Oreste De Santis non ha ancora 15 anni. Fondata nel 2010, ha la sua sede operativa a Montemiletto, sulle colline che guardano la valle del fiume Calore. Qui viene coltivato soprattutto l’aglianico, da cui si ottiene anche l’Ophelia; ma i 14 ettari di vigneto, tra quelli di proprietà e gli affitti, insistono in alcuni dei migliori areali del vino irpino. E così ci si rifornisce del greco dalle vigne di Montefusco e Santa Paolina e del fiano da quelle di Lapio. La produzione quindi riguarda le tipologie del territorio e negli ultimi anni ci è sembrata in fase di costante crescita qualitativa.

 

3 Rosé 2023 – Tempa di Zoè

La cantina Tempa di Zoè di Agropoli (SA) ha proposto questo aglianico in purezza, oltre al Xenos ’22, rosso che ricorda la macchia mediterranea e i frutti neri a nocciolo e al saporito Fiano Xa.

Sannio Aglianico Rosato Janare Nafris 2023 – La Guardiense Janare

Più di sessant’anni di storia, un migliaio di soci conferitori, cinque milioni e mezzo di bottiglie annue, 1500 ettari di superficie aziendale. Numeri alla mano, è difficile non riferirsi a La Guardiense come a una delle più importanti realtà cooperative del Mezzogiorno. Una direzione attenta e con lo sguardo puntato sul futuro l’hanno definitivamente rilanciata negli anni nell’élite delle aziende sannite, con risultati notevoli sulle diverse linee di produzione, soprattutto sulla linea Janare. La gamma copre tutti i principali vitigni tradizionali del Sannio, falanghina e aglianico in testa, con progetti relativi anche alle bollicine.

Il Fric 2022 – Casebianche

Il Fric 2022 è un rosato da aglianico in purezza proposto da Casebianche. Aglianico, barbera, piedirosso, fiano, trebbiano e malvasia si fanno materia plastica nelle menti e nelle mani di Betty Iurio e Pasquale Amitrano. Architetti di professione, abbandonano la professione, intorno agli inizi del 2000, per dedicare la vita alla produzione di vino, recuperando le vigne di famiglia a Torchiara, in Cilento in una zona compresa tra il Monte Stella, il torrente Acquasanta e la costa tirrenica. Le etichette prodotte riflettono tanto il carattere dei vitigni quanto quello dei luoghi in cui nascono, ma anche la personalità empatica di chi li produce.

Irpinia Rosato 2022 – Salvatore Molettieri

L’Irpinia Rosato 2022, da aglianico in purezza, è uno dei vini proposti da Salvatore Molettieri, tra i primi protagonisti di una frangia di vignaioli irpini che dopo un passato da conferitori hanno iniziato a creare le proprie realtà vitivinicole. Annoveriamo l’azienda, quindi, tra i nomi storici del territorio: a guidarla oggi ci sono i figli Giuseppe, Luigi, Paolo e Giovanni. Nel vigneto, circa una quindicina di ettari, spiccano due cru di aglianico, Cinque Querce e Ischa Piana, base solida da cui si parte per la produzione di Taurasi di gran carattere.

Pellerosa 2022 – I Cacciagalli 

L’azienda I Cacciagalli di Diana Iannaccone e Mario Basco è ospitata in una stupenda masseria del ‘700, in una delle zone più fascinose del Casertano, Teano, territorio incontaminato e ricco di una natura lussureggiante. Il vulcano spento di Roccamonfina contribuisce a caratterizzare fortemente i suoli su cui insistono i vigneti, poco più di dieci ettari, coltivati seguendo i principi della viticoltura biodinamica. Cemento e anfore, fermentazioni con lieviti indigeni e macerazioni, anche sui bianchi, sono gli strumenti del mestiere e le tecniche adoperate per creare una gamma estremamente originale.  Tutta la gamma, comunque, ci è sembrata molto intrigante, incluso il Pellerosa da uve aglianico.

Il vino. Scopri come degustarlo, conservarlo, i difetti, gli abbinamenti e il glossario

Scopri i migliori vini nelle singole denominazioni

> Scopri i vini Tre Bicchieri 2025 regione per regione

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE...

Corsi per Appassionati

Corsi per Professionisti

University

Master

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

Made with love by Programmatic Advertising Ltd

© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati

La ristorazione italiana sta dando prova di grande vitalità e maturità (antispreco e sostenibilità sono ormai voci “fisse” dei menu, crescono le proposte vegane e salutari di alto profilo). Per questo dopo l’anno zero della pandemia, la guida torna con voti e classifiche. Oltre 2000 indirizzi e tante novità fra ristoranti, trattorie, wine bar e locali etnici (segnalati, rispettivamente, con il simbolo delle forchette, dei gamberi, delle bottiglie e dei mappamondi) per consentire a ciascuno di trovare l’indirizzo giusto.