Vini d'Italia

Chi è il professore di matematica emigrato all'Isola del Giglio, nuovo Vignaiolo dell'Anno secondo il Gambero Rosso

Da docente a vignaiolo: 26 anni di fedeltà a un vitigno (l'Ansonica) e a un’isola, dove ha abbracciato una nuova vita da viticoltore. Ecco cosa ci ha raccontato

  • 12 Ottobre, 2025

L’Ansonica è più di una certezza nella sua vita: è stata sin da subito una scelta che non ha mai rimpianto. Sono 26 anni che la produce all’Isola del Giglio, rimanendo ancorato alla tradizione. Tre ettari ad Altura, una microproduzione che parla schiettamente il linguaggio dell’isola. È Francesco Carfagna, premiato come Vignaiolo dell’Anno dalla Guida Vini d’Italia 2026 del Gambero Rosso.

L’Ansonica come scelta di vita

«Ognuno fa come gli pare – ci racconta Francesco–. Per me l’Ansonica è rimasta la stessa e la lavoro in maniera antica, non mi importa se il mio stile adesso non va più di moda. Anzi, penso il contrario. Oggi è diventata fashion, è un vino di estrema attualità. Io ci ho creduto quando non ci credeva nessuno. Ora che siamo alla pazzia, tanto che le chiedono: Lei è eroica? No? Allora avanti un altro… per dirla brevemente».

Un passato da professore di matematica, nel suo ordine più puro, fino all’arrivo stabile all’Isola del Giglio, dove ha abbracciato una nuova vita da viticoltore, nel disordine più naturale. Francesco Carfagna è nato, cresciuto e maturato a Roma; ha passato le estati sull’isola fin da bambino, ed è stata proprio l’Isola tirrenica, con il suo fascino magico, a spingerlo a costruirvi la propria vita personale e professionale. Incontrando l’Ansonica, ha finito per sposare – con immensa gioia e trasporto – lo stile di vita selvaggio e solitario che caratterizza quel territorio.

Il premio al Rosso dell’Anno secondo il Gambero Rosso

Corpulento e poco affabile, duro e crudo a tratti, ma dotato di una travolgente empatia e di uno spirito pittoresco, ha fatto della passione uno status symbol. L’amore per il vino e per l’isola lo hanno accompagnato sempre, nonostante le difficoltà. Oggi arriva il premio del Gambero Rosso, un riconoscimento a una vita da produttore fuori dagli schemi.

«È un premio che mi fa sentire meno solo. Ho sempre fatto quello in cui credo. Se qualcuno apprezza il mio lavoro mi fa molto piacere. Sono partito con questa idea, ho imparato da ragazzo con mio padre. Ero solo. Sono arrivati tutti dopo, ad un certo punto mi sono detto, diamo la sveglia ai paesani. E loro mi prendevano in giro, ero considerato un povero scemo. Resta il fatto che qui non abita nessuno, siamo in tre e non è un bel segnale».

Cambiamento climatico e futuro

E sul cambiamento climatico risponde: «Sono cambiato anche io. Sono diventato più caldo come il clima. E non piovo più. L’Ansonica resta la stessa, non è cambiata… non ha senso… è come dire se sono cambiate la ciliegie». Guardando al futuro e agli artigiani aggiunge: «L’unico suggerimento che mi sento di dare è di coltivare i propri pensieri originali. Che sia nel vino o in altri settori. Nel vino devi avere un’idea forte e viverla fino in fondo. Sempre fare quello in cui si crede e non quello che vuole il mercato. Sembra una frase fatta ma in realtà è più difficile di quanto sembri».

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