Il sondaggio

Metà delle enoteche italiane registra un calo delle vendite di vino nel primo semestre dell'anno

I consumi estivi sono trainati dai vini bianchi, mentre perdono terreno i rosati. Rossi sempre più in affanno nell'analisi di Vinarius

  • 21 Luglio, 2025

Calo delle vendite di vino per metà delle enoteche italiane nel primo semestre dell’anno. Secondo il sondaggio di Vinarius (l’associazione che rappresenta oltre 120 punti vendita sull’intero territorio nazionale per un fatturato complessivo di 50 milioni di euro), il 50% degli intervistati ha registrato un calo rispetto al 2024, il 33,3% ha segnalato stabilità e solo un altro 16,7% ha registrato una crescita.

Stallo per i consumi estivi di vino

Stessa cosa per quanto riguarda un primo bilancio estivo rispetto all’anno precedente: il 41,7% degli intervistati ha registrato un andamento peggiore, stessa percentuale per chi non ha rilevato variazioni, mentre solo il 16,7% ha indicato un miglioramento. Nonostante il quadro attuale poco brillante, le aspettative per la stagione autunnale/invernale sono più incoraggianti: il 33,3% degli intervistati prevede un miglioramento delle vendite, il 25% prevede stabilità e il 41,7% resta pessimista.
«I risultati della nostra indagine confermano che le enoteche stanno vivendo un periodo di adattamento complesso, tra evoluzioni nei gusti dei consumatori e difficoltà economiche diffuse», è il commento del presidente di Vinarius Andrea Terraneo. In particolare, «i bianchi fermi continuano a rappresentare una scelta solida per i clienti, mentre i rosati sembrano attraversare una fase di contrazione».

Tengono i bianchi, vanno giù i rosati

Alla domanda su quale sarà la tipologia di vino più richiesta in estate 2025, le enoteche non hanno dubbi: il 50% indica i bianchi fermi come protagonisti della stagione. Seguono gli spumanti con il 25%, i rosati con il 16,7%. Perdono terreno i vini rossi con il solo 8,3% delle preferenze.
Particolarmente significativa è la flessione nei consumi dei rosati rispetto all’estate precedente: il 58,3% degli operatori dichiara un calo, mentre solo il 25% ha rilevato un miglioramento. Il 16,7% indica consumi stabili.

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