Questa รจ la storia di unโandata e ritorno, di un rientro verso le proprie origini. Ma questo articolo non parla, come ci si potrebbe immaginare leggendo il titolo del viaggio tra due Paesi, la Cina dove la chef Xin Ge Liu รจ nata e lโItalia dove ha trovato fortuna, bensรฌ quello ben piรน breve tra due strade parallele di Firenze.
Per capire meglio questa storia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo, quando nel 2021 a Porta a Prato, primissima periferia fiorentina, si accese per la prima insegna di un ristorante cinese con dietro ai fuochi la giovane chef orientale. Non ancora trentenne, Xin Ge era arrivata in Italia per iniziare una carriera nel settore dell’alta moda, ma una volta conseguito il titolo di studio aveva realizzato che la sua vera passione era la cucina.
Il suo primissimo ristorante era stato una grande scommessa, e proprio come tale si presentava: uno spazio piccolissimo, con un bancone con alcune sedute, dietro a cui si cucinava. Un progetto che forse sarebbe passato in sordina se lo โspirito del tempoโ della Covid รจra non gli avesse inconsapevolmente spinto il vento in poppa.
Nel momento dโoro del delivery e dellโasporto quei piccoli dim sum curatissimi a livello estetico e dai gusti insoliti che univano sapori dell’Asia ed Europa (come nel caso di maiale e riccio di mare, maiale e foie gras, maiale e capesante, o maiale e tartufo) conquistarono un pubblico molto maggiore di quello che avrebbe potuto raggiungere quella piccola bancarella di street food estirpata dallโAsia e appoggiata nel cuore di una cittร rinascimentale.
Da lรฌ, รจ storia: i premi delle guide, lโapprezzamento dei colleghi con cui si intessono collaborazioni (celebre quella con Vito Mollica), la nascita di piatti sempre piรน complessi tecnicamente (senza mai trascurare la maniacale attenzione allโestetica) come il pollo shibari.
Il successo del ristorante ha presto superato la capacitร del piccolo locale, e quando si รจ liberato uno spazio piรน grande a poca distanza, Xin Ge Liu ha colto l’occasione. Viene abbandonato il troppo generico nome Il Gusto Dim Sum e nasce cosรฌ Il Gusto di Xinge, il ristorante dalle pareti aranciate e i dettagli blu, che coniuga ancora una volta la cucina della chef allโelogio implicito alla bellezza e allo stile tipico del mondo del design. Inaugurato precisamente un anno fa, ancora oggi sfumato lโeffetto novitร , resta difficile trovare un tavolo se non si รจ prenotato per tempo.
Ma che ne รจ stato degli spazi di quello che fu il primo ristorante? La risposta รจ stata nascosta fino a poche settimane fa. Infatti lโimprenditrice cinese non ha mai mollato quegli spazi ma anzi li ha completamente ristrutturati , puntando per contrapposizione con la โnave madreโ tutto sul colore blu.
Il bancone a vista รจ rimasto, ma le sedute sono ora al tavolo, ma soprattutto qui si lavora per implementare quello che ha sempre funzionato, ovvero il servizio da asporto. Proprio per questo รจ stato creato un altro concept di menรน, che esplora diversi sapori e tradizioni gastronomiche dellโimmenso Celeste Impero.
Tra i piatti assolutamente imperdibili troviamo ad esempio i Wonton disponibili in piรน versioni (da maiale con sichuan chili oil, fino alla versione con pesce e mais), cosรฌ come lโanatra arrosto, vero e proprio signature di un altro progetto gastronomico di Xin Ge, ovvero il banco al mercato centrale. ร proprio al Mercato centrale di Firenze che la chef si reca tutti i giorni per comprare la carne con la giusta percentuale di grasso per riproporre un piatto della sua bisnonna materna, ovvero il bao con long cocked pork belly. Cโรจ spazio anche per piatti freddi (ottima lโinsalata di cetrioli) e i dolci, tra cui i volutamente provocanti โdirty baoโ con crema di sesamo e latte condensato.
Raddoppio o rilancio? ย
Mentre la critica si รจ sincerata fin dagli esordi di sottolineare il talento e la fantasia della chef, forse รจ passato inosservato che oltre al palato cโรจ anche unโanima imprenditoriale splendente. Con questo secondo ristorante infatti, il piccolo impero conta quattro outlet grazie ai due banchi al Mercato centrale (uno in centro e lโaltro presso i Gigli), senza contare le collaborazioni pop-up come quella di fine estate con The Social Hub e le iniziative fuori dalla confort zone (e sicuramente dallo stereotipo dell’etnico) come il grande cenone di capodanno appena tenutosi per la vigilia. Insomma, la domanda pare legittima. ร questo un punto dโarrivo oppure dobbiamo attenderci altre novitร da parte dellโimprenditrice-chef? Il futuro pare sempre piรน roseo, anzi, blu.
Foto di Andrey Nastasenko
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