350 g di tagliatelle secche; 500 g di spuntature di maiale nero; 2 cipolle dorate; 4 carote; 1 patata; 4 foglie di tarassaco; 1 fetta spessa di guanciale;1 fetta di lardo; 1 cucchiaio di strutto; 6 cucchiai di sugo di pomodoro; 2 cucchiai di Parmigiano Reggiano; peperoncino; vino bianco; sale grosso; olio extravergine di oliva
Per prima cosa prepariamo un brodo vegetale facendo bollire due carote, una cipolla, una patata e le foglie di tarassaco. Mettiamo l’olio in padella, una dose non eccessiva perché ci sono altri grassi di cottura. Diamo una grattatina leggera alle altre due carote per togliere la scorzetta, mondiamo la cipolla, sminuzziamo e facciamo soffriggere.
Aggiungiamo il guanciale a pezzettoni e per ottimizzare incorporiamo anche una cucchiaiata di strutto e un nonnulla di lardo battuto? vedrete come tutto diventa più? più soffritto! Questa sostanza grassa, usata alle giuste temperature e con parsimonia, serve a dare alla cane una doratura ottimale che l’olio, da solo, non le darebbe.
Mettiamo in padella le spuntature, in fila come i soldatini, un pochino di sale grosso e il peperoncino; con fare suadente le giriamo e stiamo attenti che cuociano senza caramellare, quindi ci aiutiamo con qualche mestolo di brodo vegetale che aggiungiamo poco alla volta per bagnare la cane, che deve soffriggere morbida; mettiamo il coperchio e lasciamo tirare per dieci minuti. Poi scoperchiamo, giriamo le spuntature, le annaffiamo con un sorsetto di vino bianco e una volta evaporato l’alcol aggiungiamo il sughetto di pomodoro; abbassiamo la fiamma e facciamo cuocere con il coperchio per altri dieci minuti.
Nel frattempo prepariamo la pentola per la pasta; quando l’acqua bolle manciatina di sale e buttiamo le tagliatelle. In un piatto piano disponiamo le spuntature ormai cotte, con qualche pezzetto di guanciale sopra; con il fondo di cottura condiamo la pasta, che scoliamo al dente e tuffiamo nel sughetto, mescolatina e impiattiamo.
Cosa mancherà mai se non una spolverata di Parmigiano Reggiano? Faremo un test: “mmm? che ve lo dico a fare? La possiamo definire una crema di pasta? È una crema di pasta? buon appetito!”.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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