Tavoli "open air" sul prato. Vista doppia, mare e annessi faraglioni più la squadra ai fornelli. Ed eventuale piano "b" - la sala del fratellino "indoor" Rizz'i Mari - ove il meteo lo imponga. La cucina, firmata dal giovane ma navigato (Geranium, Terra, St. Hubertus) Dario Pandolfo, è una trasfigurazione calcolata di sicilianità profonda, incluse le radici "povere". Ma che sfrutta poi a fondo la straordinaria tavolozza di materie prime isolane - fornite da una trentina di artefici fidelizzati - per restituirle, valorizzate e ben personalizzate, in piatti di bella riuscita. Esemplare il "Libertà siciliana", uno dei due menu (l'altro, più ortodosso, è il "Vieni in Sicilia con me", 120 euro contro i 150 del primo), con dentro idee come lo start della carota, panna acida e finocchietto; la minestra di linguine spezzate di grani antichi con tenerumi, crostacei e mandorle; lo spada reinventato "alla mugnaia"; il finale che mixa cioccolato modicano, sale di Mozia e gelato (intensissimo) di vaniglia. Si beve bene, serviti con cortese professionalità. Anche l'alternativa casual della terrazza Calette Reef. Il tutto nel fine contesto d'accoglienza de Le Calette.