Diverse sedi (le altre a Milano, vedi scheda, e a Porto Cervo), per locali raffinati e molto curati, sia nella proposta culinaria che nell'accoglienza. L'insegna nasce nel 2004 e si basa sulla proposta fusion nippo-brasiliana firmata da Roberto Okabe, chef di origini giapponesi ma cresciuto in Brasile, possiamo dire precursore di una contaminazione oggi di gran moda. Grande scelta di carpacci e tartare, curato nel dettaglio il capitolo sushi, che beneficia di materia prima di indubbia qualità oltre alla competenza tecnica dei cuochi. Sashimi e nigiri viaggiano sul classico (con qualche eccezione, come il Gio Toro, ventresca di tonno con foie gras e aceto balsamico), molte varianti negli uramaki, anche in versione veg, come asparago in tempura e creamcheese. Il resto del menu non lesina in creatività , con interpretazioni equilibrate e originali. Servizio di livello, informale, ma preciso. Gli amanti dei cocktail troveranno una formula ben eseguita, altrimenti la cantina offre un'alternativa valida.