Oltre a essere un ottimo ristorante dell'hotel in cui si trova (con una cucina umbra che guarda il mondo), Il Vizio si è definitivamente affermato come perla del sushi, non solo entro i confini regionali. Merito di una proprietà che ha investito, immaginando un futuro che si è ben presto materializzato, e di un cuoco che ha dimostrato smisurata passione e vero talento su questo fronte. Marco Gargaglia, perugino classe '83, si è formato alla corte di alcuni chef di riferimento, in altrettanti locali umbri; è stato però l'incontro con alcuni colleghi giapponesi a folgorarlo, forgiando per sempre un rapporto con i prodotti sempre più intimo e una pulizia tecnica che diventerà il vero marchio di fabbrica. Da qui la passione per la cucina orientali e il sushi, in particolare. Al Vizio è questo l'argomento cardine, con livelli ormai altissimi. Le straordinarie materie prime, a cominciare dal pescato, non di rado lavorato interamente dalla cucina, e il rigore nelle scelte stagionali rappresentano una base di lavoro su cui i cuochi possono costruire la loro architettura culinaria. Un grande esempio di trasparenza verso il cliente è la distinzione, nel menù, tra il pesce pescato e quello allevato, in modo che si possa scegliere con cognizione di causa. Tra i sashimi non vanno persi quelli di pezzogna, dentice reale e gambero rosso. Da provare il nigiri con l'orata di Orbetello, i gunjkan e gli splendidi osomaki (anguilla su tutti). Variegati e di livello gli uramaki. Carta dei vini di valore e ampiezza; ottimi cocktail per abbinamenti diversi e sorprendenti. Un ultimo accenno al costo di un pasto medio: se ci si lascia prender la mano uno sfizio via l'altro, e non è difficile che ciò avvenga, è palese che il conto potrebbe salire ma resterà sempre adeguato alla qualità ottenuta.