Luigi Lepore, cuoco di formazione metropolitana e radici calabresi, prosegue con bravura e tenacia la parabola iniziata tre anni fa. La cornice è fine e contemporanea (pur ambientata in un palazzo d'epoca), la sala - articolata in due spazi ma di capienza volutamente limitata - curata da un servizio ben impostato. La proposta è attraente e creativa (c'è un "signature" a 55 euro). Tra i piatti cose come il baccalà con "nutella" d'olive nere e cavolfiore, o con piselli, funghi e arancia; il risotto profumato al ginepro, gin e liquerizia; il tortello alle alici, pane croccante, limone e bergamotto ispirato a una ricetta locale (la "stroncatura"); il maialino con friggitelli e ciliegia. Dolci originali. Buoni vini.