L'insegna di Luca Di Marcantonio continua a brillare, lustrata ogni stagione con impegno e gusto. La carta (ecumenica ma centrata) dona ogni volta nuovi stimoli e il confine del Giappone da export è ormai solo un doveroso punto di partenza. Nigiri, hosomaki, sashimi classici e impeccabili, quindi, poi argute evasioni (tataki "spagnolo", la golosa ceviche "sbagliata"), e "temporary food", ossia piatti di ricerca (gunkan di seppia e gambero o la satrapica "tonkatsu", agnello inglese in panure nippon). Si beve bene. Due menu omakase (65 e 90 euro) e ricercato delivery.