Patrick ama ricercare, sperimentare, si interroga sulla pizza, certo, ma anche sul mondo, sui tempi che viviamo, sulle persone. Un filosofo della pizza? Forse, anche se le etichette non gli piacciono. Per cui quando varcherete la porta del suo locale nel centro cittadino preparatevi: vi aspetta un percorso di coccole e di scoperte. A cominciare da farine (che acquista direttamente dai produttori) e impasti, agli incontri/incroci continui e innovativi con la ristorazione. Oggi il suo orientamento è rivolto alle contaminazioni e all'essenzialità, un ritorno alla concretezza che gli eventi degli ultimi tempi hanno reso più urgente. Così ecco la pizza con capra e agnello, che rimanda a tradizioni nordafricane e mediorientali, e poi la pizza Arcaica, un suo must, con pane e salampatata, insaccato povero del Canavese, carne di maiale e patate; o ancora la pizza pesche e spada, che rimanda al Mediterraneo, alla sua cultura, alle migrazioni, ai viaggi. Il menu in divenire offrirà certo altre suggestioni, sempre nel segno di una ritrovata semplicità. Dettaglio finale ma non ultimo: da Patrick Ricci la pizza si mangia a fette con le mani, le posate ci sono, basta chiederle, ma con le mani i sapori si gustano meglio. Provare per credere.