Divertire, soddisfare. E in parallelo essere soddisfatti e divertirsi. E - non facile - farlo lavorando. In fondo è questa la missione di Spazio, nato come luogo di decollo per giovani professionisti di cucina e sala e divenuto in breve luogo di fusione e traduzione pop del lavoro profondo di ricerca su materie, tecniche, sapori che c'è dietro e dentro ogni "creatura" targata e benedetta dalla mano di Niko Romito. Arricchita dalla spezia speciale espressa bene da una parola spagnola, che a suo tempo è stata anche claim di una "cosa" famosa nel mondo della gastronomia: la parola è "compartir", che in italiano vuol dire condividere. E all'insegna programmatica e premeditata della condivisione (la socializzazione del cibo, il renderlo mezzo di avvicinamento tra persone) è dedicata la parte apicale e di vetrina del menu di Spazio Roma. "Condivisione" appunto si chiama il defilé di assaggi e delizie (una decina, tra polpette di bollito e caponata, tonno "home made" e specialità profonde del profondo Abruzzo di cui i Romito sono alfieri orgogliosi e straordinari, e poi scampo, zucchine in scapece e il famoso pane firmato Niko) proposto per due o più persone a 23 euro cadauna. E da con/dividere a mano libera e con sorrisi da ragazzini è di fatto anche il pollo fritto, icona migrata da Alt, avamposto stradale della ditta (a Castel di Sangro, vedi scheda), fin nel cuore della Capitale. Il resto, da mattina a sera inoltrata, è dolce e salato, freddo o caldo, bomba - anche lei icona - o non bomba (come cantava Venditti), oppure una pasta d'autore, un hamburger, anche veg. Insieme all'accompagnamento dei cocktail della casa con contorni adeguati. A reggere la trama e oliare il processo - che include anche delivery e asporto di pane, dolci e specialità - una regia al femminile puntuale e agile. Vini e birre di qualità fanno felicemente da sponda.