Storie

La grande battaglia delle donne per emanciparsi dallo stereotipo della casalinga

La scrittrice Annabelle Hirsch nel suo libro "Il piatto", edito da Corbaccio, racconta la storia dell'emancipazione femminile dalla societร  patriarcale attraverso cene, piatti e tavole

  • 15 Aprile, 2025

Cosa cโ€™รจ dietro i nostri piatti? Qual รจ la loro storia socioculturale? Qual รจ il significato del piatto, e del mangiare, nella prospettiva femminista? Questi sono solo alcuni dei quesiti che si pone la giornalista franco-tedesca Annabelle Hirsch, in Il piatto. Una storia di donne, di appetiti e di emancipazione in un oggetto quotidiano (Corbaccio, 2025). Attraverso una panoramica di cene, piatti, tavole, Annabelle Hirsch ci racconta la storia di casalinghe, suffragette, artiste che, di fronte a una societร  patriarcale abituata a reprimere subdolamente lโ€™appetito femminile, opposero una battaglia fatta di corpi affamati nonchรฉ una feroce ยซguerra di piattiยป.

L’educazione patriarcale

Fin dallโ€™infanzia, alle donne sono impartiti valori comportamentali quali la raffinatezza, il contegno, lโ€™eleganza che, una volta trasferitesi a tavola, diventano sinonimo di scarso appetito. ยซLe donne, quelle adulte, quelle raffinateยป, riflette Hirsch, ยซnon prendevano semplicemente quello che volevano, ma si facevano sempre pregare un poโ€™ per mangiareยป. In una delle piรน celebri opere della letteratura femminista novecentesca, Una stanza tutta per sรฉ, Virginia Woolf ci introduce in due scenari caserecci di banchetto: laddove il primo, tenutosi presso un collegio maschile di Oxbridge, si distingue per lโ€™opulenza e la sapiditร  delle pietanze โ€“ dalle sogliole cotte con cavolini succulenti al dolce ricoperto di zucchero; il secondo, organizzato nel collegio femminile di Fernham, appare, agli occhi, e soprattutto alle papille gustative della scrittrice, estremamente frugale, asciutto e completamente privo di aromi, colori, sapori: un semplice brodo, servito su un piatto fondo totalmente bianco, e una ciotola di prugne insipide. Sulla tavola femminile, regna lโ€™autocensura della fame e del piacere.

Virginia Woolf

Fame femminile

Che forza si cela dietro quei piatti? si domanda Hirsch che, servendosi di un banale oggetto quotidiano, racconta la subordinazione socioculturale della donna: il piatto, e il cibo al suo interno, diventano un silenzioso, ma sofisticato strumento per preservare valori piรน profondi e propri della societร  patriarcale. ยซIl piatto vuoto,ยป scrive lโ€™autrice ยซdiventa metafora del posto che la societร  รจ pronta a offrire alle donne, ma anche di quello che loro stesse sono disposte a reclamare per sรฉยป. Tra Seicento e Settecento, si cominciรฒ a controllare la fame femminile, collegando in maniera diretta i concetti di โ€œdonnaโ€ e โ€œalimentazioneโ€: nacque la figura della moderna casalinga, โ€œla custode del focolareโ€ che, relegata ai fornelli della cucina, venne chiamata ad assolvere il compito, o meglio la missione, di nutrire la propria famiglia. La vera essenza femminile, annunciarono medici e filosofi del tempo, tra cui Denis Diderot, consisteva nellโ€™inappetenza, la mancanza di desideri fisici: di conseguenza, il loro dovere era dedicarsi esclusivamente alla soddisfazione dellโ€™appetito altrui, ovvero del proprio marito e dei propri figli. Nutrire la propria famiglia divenne ยซuna prova dโ€™amore della donna verso la famigliaยป e, le donne che osavano rifiutare questa missione erano considerate socialmente colpevoli di egoismo e di tradimento.

Inoltre, se la natura delle donne era avere scarso appetito, venne richiesto loro di mangiare poco, il necessario per sostentarsi e continuare a servire la famiglia, e molto spesso โ€“ cosa che succede ancora oggi โ€“ la donna/moglie/madre/casalinga, dopo aver cucinato colazione, pranzo, merenda, cena, apparecchiato la tavola e servito grandi porzioni al marito e ai figli, si limitava perlopiรน a spizzicare gli avanzi altrui.

La tavola triangolare

In quale modo sottrarre il proprio piatto al controllo degli uomini? Se il rifiuto di mangiare, tipico dei comportamenti anoressici, finisce per esasperare la riduzione della donna al proprio corpo, la grande strada da seguire รจ quella tracciata da artiste come la pittrice inglese Vanessa Bell, sorella di Virginia Woolf che, insieme al marito pittore Duncan Grant, nel 1932, disegnรฒ una serie di piatti colorati di porcellana con lโ€™effigie di donne distintesi per non ยซaver trattenuto il proprio appetito per compiacere la societร , raggiugendo cosรฌ risultati notevoliยปย  โ€“ la Famous Women Dinner Service. O ancora lโ€™installazione The Dinner Party, esposta per la prima volta, al Brooklyn Museum di New York, nel 1979, in cui lโ€™artista americana Judy Chicago โ€œapparecchiรฒโ€ una tavola triangolare di trentanove posti, tutti dedicati a figure femminili importanti della storia, con i piatti a forma di vulva. La domanda, posta da entrambe le opere, risuona ancora oggi: Qual รจ il posto della donna nella storia e nella societร ?

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