Da trentotto anni, in una piccola contrada abruzzese, la seconda domenica di agosto (quest’anno dal 9 all’11) si celebra la Germania. Tre quintali di würstel sfrigolano sulle piastre, intrisi di strutto, per allettare i palati dei lancianesi, degli abitanti dei paesi limitrofi e dei turisti in vacanza sulla Costa dei Trabocchi. La Sagra del Würstel, a Contrada Serre di Lanciano, è un appuntamento molto sentito. Per comprenderne il senso – e capire perché si omaggia un prodotto tipico non italiano – bisogna tornare agli anni Sessanta, quando molti italiani emigrarono in Germania.
«I giovani della contrada emigrarono in Germania, stabilendosi principalmente in tre città: Stoccarda, Düsseldorf e Neuss. Alcuni hanno messo radici lì, formando una famiglia; altri sono tornati, ma nessuno ha mai interrotto il legame con il Paese tedesco», racconta Lino Morgione, membro del direttivo della sagra. Proprio da questa connessione, tra chi è rimasto e chi è tornato, è nata una sorta di nostalgia, unita al desiderio di portare un angolo di Germania nella propria terra d’origine. «Si è formata un’associazione, inizialmente composta da cinquanta soci», continua Morgione. «È stata acquistata un’area a Contrada Serre da destinare ad attività conviviali, come la sagra». A rinsaldare l’asse Abruzzo-Germania sono stati gli ex emigrati, ancora in contatto con laboratori artigianali tedeschi di würstel, che hanno reso possibile l’importazione di quintali di salsicce a Lanciano.
Protagonisti indiscussi della festa sono i würstel, cotti secondo un rito ormai consolidato: «alla tedesca», spiega Morgione. Vengono «irrorati con il proprio grasso o con lo Schmalz, un lardo tipico tedesco», e intagliati in diagonale, così da ottenere un risultato croccante all’esterno, con una «crosta dorata e saporita» e morbido all’interno. Vengono serviti al piatto, accompagnati da patatine e pane. A completare il vassoio, anche un dolce tipico della zona e tarallucci ripieni di marmellata d’uva.
Ma la sagra è anche l’occasione per valorizzare i prodotti locali: in Abruzzo, non possono mancare gli arrosticini di Ripa Teatina – «i migliori al mondo», scherza Morgione. In menu anche prosciutto e melone, pecorino di Tornareccio prodotto da aziende locali, vini del territorio e birra rigorosamente austriaca.
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