Sarร difficile da dimenticare Benvenuto Brunello 2019. Infatti, il destino ha voluto che alla 27esima edizione della manifestazione, corrispondesse anche la scomparsa di Gianfranco Soldera (Case Basse), uno dei protagonisti piรน controversi della moderna storia di Montalcino. Ma quella di quest’anno รจ stata anche l’edizione di Alex Zanardi – รจ sua la formella celebrativa con le 4 stelle allโannata 2018, incastonata nel muro del vecchio Palazzo Comunale โ ma soprattutto รจ stata l’edizione dei vini Brunello di Montalcino 2014, della Riserva 2013 e del Rosso di Montalcino 2017, che sono stati assaggiati da 3000 operatori e da 300 giornalisti italiani e stranieri.
Nel 2018 le bottiglie di Brunello prodotte sono state 8 milioni, vale a dire in leggero calo rispetto allโanno precedente, mentre quelle di Rosso sono state 4,5 milioni, in linea con il 2017. Lโexport si conferma al 70% della produzione totale, con gli Usa in testa, seguiti da Europa, mercati asiatici, Canada e centro e sud America. Per quel che riguarda il giro dโaffari del settore vitivinicolo a Montalcino, questโanno ammonta a 160 milioni di euro. Crescita anche dei flussi turistici, aumentati del 10% rispetto allโanno scorso, quando erano stati registrati 1,5 milioni di visitatori, e anche i pernottamenti segnano +20% rispetto al 2017, quando erano stati 150mila.
“Sempre piรน turisti, appassionati ed esperti vengono a Montalcino durante tutto lโanno e non soltanto concentrati nei periodi della vendemmia o in estate, il che ci fa credere” dice il presidente del Consorzio Patrizio Cencioni, commentando i dati โche non solo siamo in grado di offrire un prodotto unico in Italia e nel mondo, ma che siamo sempre piรน capaci di garantire unโofferta adatta alle esigenze di un visitatore di alto profilo, che ricerca lโunicitร di unโesperienza a 360 gradiโ.
Il comune di Montalcino (564 metri slm) si trova a 40 chilometri a sud di Siena. Il territorio รจ delimitato dalle valli dellโOrcia, dellโAsso e dellโOmbrone e ha una superficie di 24.000 ettari.
L’economia รจ prevalentemente agricola e occupa una piccola parte della superficie, cosรฌ ripartita: per il 50% coperta da bosco e incolti; il 10% da oliveto, il 15% da vigneto, la rimanente parte a seminativo, pascoli ed altre colture. La collina di Montalcino (40 km in linea d’aria dal mare) si รจ formata in ere geologiche diverse, presenta caratteristiche del suolo differenti: terreni ricchi di calcare frammisto a scheletro costituito da scisti di galestro e alberese, altri con maggiore presenza di argilla e minore presenza di scheletro e terreni formatisi per trasporto di detriti alluvionali. Il clima รจ tipicamente mediterraneo, con precipitazioni concentrate nei mesi primaverili e autunnali (media annuale 700 millimetri). In inverno, sopra i 400 metri, non sono rare le nevicate.
L’annata 2014 si รจ confermata molto impegnativa e “contrassegnata dalle difficoltร climatiche” ha affermato il presidente “che hanno comportato una riduzione della produzione stimata sulle 6 milioni di bottiglie, quindi un 30% in meno rispetto al nostro standard“. Sono diversi i produttori che hanno rinunciato a produrre l’annata (Biondi Santi, Salvioni, ecc.), magari per concentrarsi sul Rosso di Montalcino. Ma per i tanti che hanno deciso di cimentarsi, “solo lโottimo lavoro in vigna e nella fase di fermentazione, hanno potuto trasformare il prodotto in cantina nel vino allโaltezza della fama del Brunelloโ, ha detto Cencioni.
Tra tutti gli assaggi fatti, abbiamo individuato le etichette da non perdere.
Ma al netto delle annate, che momento sta vivendo il Brunello? In che modo questo vino si posiziona nell’immaginario comune? Nell’ambito di Benvenuto Brunello 2019, รจ stata presentata un’indagine sui consumi della denominazione, realizzata da Nomisma-Wine Monitor su un campione di 1000 persone. Il 35% degli intervistati ha dichiarato di riconoscere l’ottima qualitร del rosso toscano, lo status symbol (25%), il suo essere percepito come โoggetto di cultoโ. Il consumatore di Brunello รจ uomo, di etร compresa tra 36 e 51 anni, occupato, con un titolo di studio alto (laurea/dottorato), residente in Centro Italia e con un reddito mensile superiore ai 2.500 euro. ร un consumatore amante dellโenoturismo, beve vino una volta a settimana o piรน spesso, s’informa prima di acquistare vino e lo compra anche online. Secondo Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor “solamente 5 consumatori italiani su 100 non conoscono questo vino, mentre per tutti gli altri, lโottima qualitร e il percepito di prodotto di lusso (status symbol) rappresentano i principali aggettivi che lo contraddistinguono rispetto agli altri vini“. E se anche il mercato nazionale assorbe โsolamenteโ il 30% della produzione, il 44% dei consumatori italiani ha bevuto Brunello di Montalcino nel corso dellโultimo anno.
Lโanalisi di Nomisma ha preso in esame anche gli Usa, con i cosiddetti frequent user (ovvero consumatore di vino 2-3 volte a settimana o piรน spesso) di fine wines: un campione di 2.400 consumatori di vino residenti a New York, New Jersey, Florida e California. Qui, lโidentikit del consumatore di Brunello รจ quello di un consumatore piรน giovane rispetto tra i 21 e 35 anni, con titolo di studio medio-alto e un reddito alto (superiore ai 75mila$), residente a New York e nel New Jersey e che ha visitato lโItalia nellโultimo anno.
L’andamento del Brunello, oltre a rappresentare la principale voce dell’economia del territorio, ha anche un notevole peso sull’economia vitivinicola nazionale. Motivo per cui l’anteprima di Montalcino ha fatto da palcoscenico anche al lancio di un’altra ricerca, sempre a cura di Nomisma-Wine Monitor, relativa al rapporto tra Italia e Francia nell’export di vino imbottigliato, con particolare riferimento a tre regioni italiane (Toscana, Piemonte, Veneto) e due regioni francesi (Bordeaux, Borgogna). Insomma: cosa emerge dal faccia a faccia Italia-Francia?
1. Gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di destinazione per i vini rossi di entrambi i Paesi, pesando per il 21% del totale di categoria nel caso dellโItalia e per il 17% nel caso della Francia.
2. I vini rossi francesi trovano una maggior diffusione presso i mercati asiatici: Cina, Hong Kong e Giappone pesano congiuntamente per il 31% sul totale export di categoria; per lโItalia questi tre mercati incidono per appena il 7,5%
3. Nel periodo 2012-2017, lโexport italiano di rossi imbottigliati negli Usa รจ aumentato del 7%, quello francese del 56%. In Cina, lโexport di vini rossi italiani รจ cresciuto dellโ82%, quello francese del 40%
4. Nei primi 10 mesi del 2018, lโexport di rossi italiani รจ cresciuto in Usa, Svizzera, Svezia, Cina e Francia, mentre รจ diminuito sensibilmente in Germania e Uk
5. Per quanto riguarda, invece, lโexport francese di vini rossi, nei top market di destinazione, si riscontrano crescite ovunque, salvo in Cina (dove il calo รจ rilevante, -17%) e in Giappone
6) I vini rossi francesi vengono esportati ad un prezzo medio attorno ai 6 euro a litro, contro i 4,64 di quelli italiani. Il differenziale risulta piรน alto (65%) nel caso dei rossi Dop, dove i vini francesi vengono esportati ad un prezzo medio superiore a 9,1 โฌ/litro contro i 5,5โฌ di quelli italiani. Tale differenziale viene amplificato dal posizionamento dei rossi di Borgogna (25,5 โฌ/litro), che si collocano ai vertici della classifica in termini di prezzo medio allโexport, seguiti dai rossi di Bordeaux, il cui prezzo (12โฌ/litro) รจ superiore del 32% rispetto ai rossi piemontesi e del 75% rispetto ai rossi Dop toscani.
Ne emerge un grande derby dove la Francia sfrutta con abilitร il vantaggio creato in passato per โtenere a badaโ lo scalpitante cugino italiano, che deve ancora crescere in termini di numeri, ma non di qualitร .
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanaleย Tre Bicchieri del 21 febbraio
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