Caro cliente, devi sapere che tra le eresie gastronomiche che segnano la decadenza dei costumi, versare acqua nel vino merita un posto dโonore. Un gesto che, ancora oggi, provoca sguardi di orrore nei sommelier, smorfie di disgusto nei veri intenditori e forse persino una lacrima nei viticoltori. Eppure, non รจ sempre stato cosรฌ.
I Greci e i Romani annacquavano il vino. Vero. Ma prima che qualcuno esulti brandendo il calice, รจ bene chiarire che lo facevano perchรฉ il vino dellโepoca era molto piรน alcolico e privo della raffinatezza moderna. Un atto di sopravvivenza, dunque, e non di degustazione. Omero racconta di un vino tagliato con venti parti dโacqua, il che oggi farebbe impallidire qualunque enologo rispettabile.
I Romani, che di piaceri della tavola se ne intendevano, lo miscelavano con acqua per non finire sotto il tavolo dopo il primo bicchiere. Per loro bere vino puro (merum) era
considerato un segno di barbarie o di eccesso in quanto lo facevano solo gli ubriachi, i gladiatori e i popoli non civilizzati (come i Galli).
Con la nascita dellโenologia moderna e delle tecniche di affinamento, lโabitudine di diluire il vino si ridusse a pratica plebea. I nobili francesi del XIX secolo consideravano lโaggiunta di acqua un atto indegno della raffinatezza borghese.
In Italia, Pellegrino Artusi ne parlava con il tono di chi osserva un delitto a sangue freddo: lโacqua e il vino devono rimanere separati, punto. Nonostante ciรฒ, nelle campagne si รจ trascinata per decenni lโabitudine di allungare il vino da tavola con acqua, spesso perchรฉ di scarsa qualitร . Ma oggi, in un mondo in cui possiamo bere un Barolo o un Brunello come Dio comanda, quale sarebbe la scusa?
Diluire un grande vino รจ come annacquare una sinfonia di Beethoven con rumore bianco. La struttura, lโequilibrio e la complessitร aromatica di un grande vino si basano su unโarmonia costruita con precisione.
Oltre allโaspetto gustativo, cโรจ una questione di pura etichetta: al ristorante, un cliente che versa acqua nel vino trasmette un segnale inequivocabile di dilettantismo, un poโ come chi chiede il ketchup su una fiorentina o chi spezza gli spaghetti prima di cuocerli. Non cโรจ una legge che lo vieti, certo. Ma ci sono cose che, per buon senso e rispetto, semplicemente non si fanno.
Bere vino non un gesto casuale. Ogni bottiglia porta con sรฉ il lavoro di viticoltori che hanno lottato contro il tempo, le intemperie e le mode per produrre qualcosa di unico. Chi siamo noi per diluirne lโanima? Se proprio volete un vino piรน leggero, esistono vini con gradazioni piรน basse, piรน freschi, piรน morbidi. Ma lโacqua nel calice? No. Quello mai.
<<<< Questo articolo รจ stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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