Gli assaggi per la guida Vini dโItalia 2024 del Gambero Rosso ci portano in Toscana, in terra di Maremma, ma spostandoci poi sia verso Montepulciano che verso la Val dโOrcia e fino al Giglio. Qui ci confermano le potenzialitร di questo areale capace, con confortante continuitร e con una bella progressione, di offrire scenari dinamici e non privo di sorprese.
Viticoltura eroica sull’isola del Giglio. In apertura, un grappolo di Ansonica. Foto di Stefano Casati
Si tratta di una sorta di caleidoscopio enoico in cui รจ possibile incontrare il sangiovese declinato nella denominazione del Montecucco con i suoi tratti austeri e caratteriali, ma anche quello piรน immediato e โsbarazzinoโ proposto dal Morellino di Scansano, benchรฉ alle prese con unโannata non facile come la 2022. Ma non solo. La Doc Maremma sta puntando con risultati sempre piรน incoraggianti sul Vermentino, costruendo una significativa linea di continuitร con la produzione di questa varietร che caratterizza da sempre le coste che si affacciano sul mare Tirreno. E se i vitigni internazionali, una volta tra i protagonisti dei vini maremmani, stanno pian piano diminuendo il loro impatto, allโorizzonte si profila una riscossa rossista nel nome del Ciliegiolo, ma anche del Grenache e, chissร , anche del Carignano, riannodando, anche in questo caso, una tradizione enoica, iniziata nel XVI secolo. Da ultimo poi, i tratti squisitamente mediterranei di alcune vere e proprie โchiccheโ, come i vini prodotti nellโisola del Giglio.
Anche nella denominazione del Vino Nobile di Montepulciano si respira aria nuova. Lโannuncio del progetto โPieveโ (la declinazione poliziana delle Unitร Geografiche Aggiuntive) ha da poco preso il via. Si tratta di un percorso appena iniziato, ma giร alcune cantine hanno fatto uscire etichette che, in qualche misura, preannunciano quello che sarร il Vino Nobile del futuro, con il sangiovese sempre piรน protagonista e il quasi completo accantonamento delle varietร internazionali, un approccio stilistico allโinsegna della finezza e dellโequilibrio e una piรน solida coerenza con il proprio territorio dโorigine.
Un fermento, รจ proprio il caso di dirlo, che abbiamo incontrato anche negli assaggi della Doc Orcia. La denominazione, nata allโinizio del Nuovo Millennio, รจ in crescita in termini qualitativi e le inevitabili incertezze di gioventรน stanno progressivamente lasciando il posto ad una produzione piรน consapevole e identitaria.
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