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Numeri da record e speculazione dei prezzi del vino. Breve storia del fenomeno Borgogna

In 20 anni, nonostante una superficie rimasta invariata, la regione francese ha visto i prezzi schizzare alle stelle, insieme ai valori degli ettari vitati. Oggi una bottiglia arriva a costare anche piรน di 500 euro, esclusi i marchi iconici. Ma le cose potrebbero cambiareโ€ฆ

  • 01 Aprile, 2024

รˆ innegabile: la Borgogna negli ultimi anni รจ diventata la regione francese dei record. La diciassettesima edizione de Les Grands Jours de Bourgogne (18-22 marzo) lo dimostra, registrando il grande interesse che si รจ creato attorno ai suoi vini: 2.600 visitatori registrati da 60 nazioni, 130 giornalisti da 27 paesi, 970 espositori e piรน di 6.000 vini in degustazione. Ancora piรน sorprendente il fatto che la produzione vitivinicola regionale valga solo il 2,6% di quella nazionale e che la Borgogna, con i suoi 30.815 ettari – il 4% della superficie vitata nazionale – produca in media circa 200 milioni di bottiglie lโ€™anno (poco di 1,5 milioni di ettolitri). Parliamo di una regione dove insistono solo 3.800 cantine per una media di 8 ettari, ma con piรน di 600mila euro di fatturato cadauna.

La rivoluzione degli ultimi 20 anni

Se la produzione non puรฒ andare oltre certi numeri, al contrario continua a crescere il valore. Il mercato negli ultimi ventโ€™anni ha sempre piรน premiato i vini di Borgogna, cosa che ha fatto lievitare i prezzi verso lโ€™alto, come racconta al Gambero Rosso Luca Cuzziol, importatore e proprietario dellโ€™omonima azienda di distribuzione: ยซIl mercato dei vini di Borgogna negli ultimi ventโ€™anni ha vissuto una vera e propria rivoluzione passando da una distribuzione orientata prevalentemente verso gli Usa ad una richiesta piรน globale sia per i vini bianchi sia per i vini rossi. Va da sรฉ che, rimanendo sostanzialmente invariata la superficie vitata, a fronte della crescita esponenziale della domanda, cโ€™รจ stata una corsa alla speculazione che ha fatto aumentare notevolmente i prezzi. รˆ chiaro che il prezzo รจ determinato da domanda e offerta – continua Cuzziol โ€“ ma a questo si sono aggiunti il fenomeno delle Nft e quello dei fondi di investimento che hanno comprato delle vigne o investito su alcuni produttoriยป.
Ma cosa succederร  in futuro? ยซรˆ ovvio che tutto questo prima o poi avrร  un termine, soprattutto quando ci sarร  la fine del mercato speculativo โ€“ risponde Cuzziol – Nel momento in cui ci fosse una maggiore disponibilitร  di prodotto (e la vendemmia 2023 sembra andare in questa direzione, con una previsione di produzione di 1,9 milioni di ettolitri: ndr), credo che il mercato tornerร  ad una certa normalitร ยป.

Le grandi acquisizioni

Intanto, negli ultimi anni, i grandi gruppi del lusso, dopo Champagne e Bordeaux, hanno cominciato ad interessarsi alla Borgogna. Ha iniziato in sordina Franรงois-Henri Pinault, patron di Kering e proprietario di marchi come Gucci, Bottega Veneta e Saint Laurent, ma anche di Chรขteau Latour a Bordeaux e Chรขteau-Grillet in Cรดtes du Rhรดne, comprando il Domaine dโ€™Eugรฉnie a Vosne-Romanรฉe.
Nel 2014, il suo rivale di sempre, Bernard Arnault, proprietario del gruppo LVHM, (che, oltre a Louis Vuitton, รจ proprietario in Champagne di Dom Pรฉrignon, Moรซt & Chandon, Krug, Ruinart, Veuve Clicquot e Mercier) ha comprato un gioiello borgognotto, il Clos des Lambrays, uno dei quattro Grand Cru di Morey Saint Denis, poco piรน di 8 ettari. Il prezzo ufficiale non รจ noto, ma si parla di circa 200 milioni di euro, ovvero 25 milioni ad ettaro. Cifra analoga quella spesa, un paio di anni fa, da Pinault, che per rispondere allo storico rivale, ha comprato il confinante Clos de Tart, un Grand Cru che esiste da 900 anni di appena 7,06 ettari.
E pensare che, sino a qualche anno fa, se si chiedeva ad un produttore quanto costasse un ettaro di terreno in Borgogna, la risposta era sempre la stessa: ยซNon si sa, qui nessuno vende da anniยป.

Prezzi a bottiglia fino a 500 euro

Inutile dire che, tra maggiori richieste di mercato, mancanza di bottiglie e investimenti di grandi gruppi, i prezzi, che una volta si attestavano intorno ai 200 euro a bottiglia, sono velocemente piรน che raddoppiati, se non quadruplicati rispetto ad un lustro fa.
In conto cโ€™รจ da mettere anche lโ€™impossibilitร  di aumentare la produzione, in quanto le denominazioni sono strettamente e storicamente legate alle vigne classificate nei secoli scorsi. Motivo in piรน per far lievitare il valore.
Ci sono, poi, dei territori un poโ€™meno noti, che i consumatori cominciano a scoprire, come ad esempio il Mรขconnais, che offre vini dallโ€™ottimo rapporto prezzo qualitร . Ma non sappiamo per quanto tempo ancora, visto che molte denominazioni hanno ottenuto il riconoscimento dello status di Premier Cru per alcune vigne – sinora 22 di cui molte a Pouilly-Fuissรฉ โ€“ che rivoluzionerร  la politica dei prezzi verso lโ€™alto.
Attualmente secondo il BIVB, il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne i vini a denominazione regionale hanno una forchetta di prezzo da 8 a 16 euro; divario che sale con le Appellation Village che vanno da 11 a 65 euro, per salire ancora con i Village Premier Cru, che rappresentano solo il 10% della produzione e che si attestano a prezzi dai 19 ai 116 euro. Infine, ci sono, appunto, i Grand Cru, appena lโ€™1% della produzione, che partono da 60 euro sino ad arrivare ai 535 euro, prezzi franco cantina e tasse incluse. E da questi prezzi medi sono esclusi i grandi vini iconici come quelli precedentemente citati.

Fatturato export a 1,5 miliardi di euro

Infine, a testimoniare lโ€™ottimo stato del mercato dei vini di Borgogna รจ il fatturato allโ€™estero, che questโ€™anno si prevede superi il 60% del totale. Negli ultimi dieci anni, la Borgogna รจ stata una delle regioni vitivinicole francesi a godere di una crescita costante delle sue esportazioni, riposizionando allo stesso tempo la sua offerta in segmenti che evidenziano i suoi sforzi per migliorare la qualitร  della sua immagine e dei suoi vini. Ciononostante, nel 2023, cโ€™รจ stata una riduzione dei volumi esportati del 6% rispetto al 2022 (a causa della minore produzione 2021), sebbene nella media degli ultimi dieci anni. Le vendite, invece, sono rimaste sopra il miliardo di euro per il quarto anno consecutivo, esattamente a 1,5 miliardi di euro (in calo dello 0,3% rispetto al 2022).
Principali destinatari sono Stati Uniti e Regno Unito, per il 20% i primi e per il 16% i secondi, seguono Belgio, Canada e Giappone con circa il 10% a testa.

Anche lโ€™Italia beve Borgogna, ma in quantitร  ridotta (siamo sotto ad una quota di mercato del 2%), come spiega lo stesso Cuzziol: ยซรˆ indubbio che, nellโ€™ottica in cui un produttore importante esporta in Italia in media tra le 12-15 bottiglie diluite in un mercato dove i ristoranti stellati sono ormai 400, diventa veramente una corsa ad accaparrarsi le bottiglieยป.

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