Adotta una Scuola: Ferrari Trento per la formazione con l'Istituto Alberghiero Trentino di Levico Terme

Nei prossimi 5 anni le richieste di personale qualificato nel settore dell’ospitalità saranno ben 36.000. Se allarghiamo il campo ai profili tecnici e professionali, il fabbisogno raggiungerà i 346mila addetti, un dato in forte crescita. Le statistiche sono raccolte in uno studio, I talenti del fare, portato avanti da Fondazione Altagamma con Unioncamere. “Il talento del fare è il cuore dell’eccellenza del made in Italy. Questo saper fare deve essere tutelato, preservato e tramandato alle future generazioni. Tutto si basa su questo saper fare artigiano, manuale, sul talento della persona, sulla sua sensibilità. Vale per un vino, un gioiello, un mobile, un vestito, ma anche nell’ospitalità dove il tocco umano è un’arte”, esordisce così Matteo Lunelli, presidente di Ferrari Trento e della Fondazione Altagamma. Lo scorso 27 febbraio ha preso il via la partnership tra l’azienda portabandiera del Trento Doc e l’Istituto Alberghiero Trentino di Levico Terme diretto da Federico Samaden. Il progetto Adotta una Scuola unisce 23 brand italiani – oltre a Ferrari Trento, tra i tanti, Gucci, Fendi, Ferragamo, Frau, Benetti – per un interscambio virtuoso tra scuole tecnico-professionali e imprese di successo. Due obiettivi dichiarati: stimolare i giovani rendendo l’offerta formativa più attraente e sintonizzare i percorsi formativi con le richieste delle aziende.

Ferrari e l’Istituto Alberghiero Trentino

“Collaboreremo con l’Istituto Alberghiero Trentino e anche con la sua scuola di alta formazione, l’obiettivo è formare studenti protagonisti nei settori dell’ospitalità dell’eccellenza, un tema che ci sta particolarmente a cuore. Un calice di bollicine” spiega Lunelli “è il simbolo di accoglienza, gli uomini di sala sono i nostri ambasciatori in tutto il mondo. Abbiamo scelto l’Istituto di Levico Terme perché abbiamo trovato un manager che vuole innovare, ha già creato un ristorante didattico e pensiamo di poter proporre qualcosa di veramente nuovo. Volevamo dare un messaggio di responsabilità sociale e attenzione al territorio”.

I percorsi formativi personalizzati vedranno la partecipazione dei manager del Gruppo Ferrari, e dei partner, con la condivisione di spazi e strutture: visite in cantina e in vigna, lezioni nella Locanda Margon, il ristorante della famiglia, e nei Ferrari Spazio Bollicine. In totale sono in programma 100 ore di formazione, non solo frontali, saranno coinvolti anche figure come Davide Rampello, Armando Branchini, Roberto Anesi.

Ospitalità: un talento tutto italiano

Il valore dell’ospitalità italiana? “La capacità di combinare in una magica alchimia servizio, accoglienza e convivialità. E di trasformarla in gioia di vivere, in servizio, attenzione al dettaglio, in eleganza non formale fatta di autenticità, sensazioni e quindi emozioni. Se vogliamo portare l’arte dell’ospitalità dobbiamo lavorare con il cuore: accogliere, cogliere, capire chi abbiamo davanti e il suo stato d’animo. Penso che gli italiani abbiano una marcia in più in questo, non a caso in tutti i migliori alberghi, ristoranti o bar, troviamo grandi professionisti italiani di sala al comando. Fa parte della nostra cultura”. La creazione di talenti dell’ospitalità del futuro è un’esigenza urgentissima e strategica per l’Italia. “Non possiamo crescere all’infinito come numeri, siamo un territorio piccolo, delicato, dobbiamo crescere verso l’alto nel posizionamento per attirare un turismo sofisticato, di alto livello che porta un indotto sul territorio enormemente maggiore. Dobbiamo lavorare certamente anche sulle strutture ricettive, migliorare l’offerta culturale e quella d’intrattenimento, ma mai come oggi è fondamentale accogliere clienti sempre più esigenti. L’emozione passa attraverso l’ospitalità: determina il valore aggiunto e il successo di un’esperienza”.