Si chiama la Giornata della Ristorazione per la Cultura dell’Ospitalitร Italiana l’iniziativa ideata da Fipe-Confcommercio con la direzione creativa e artistica di R&P Creative Studi, e prevista con cadenza annuale l’ultimo venerdรฌ di aprile, quest’anno alla sua prima edizione il 28 del mese. Un evento diffuso sul territorio nazionale e fuori, con 85 appuntamenti locali โ workshop, tavole rotonde, show cooking dedicati alla filiera agroalimentare – organizzati da altrettante associazioni territoriali del sistema Fipe-Confcommercio, e uno evento istituzionale al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La ricorrenza conta su una partecipazione imponente, circa 5.000 ristoranti in Italia e 500 all’estero, con tutte le sigle e le formazioni che disegnano il variopinto paesaggio della somministrazione e dell’ospitalitร : ristoranti fine dining, trattorie, pizzerie, osterie, enoteche, per una volta riuniti senza divisioni di campanile. Locali che possono essere considerati come โagenzie culturaliโ: luoghi di conoscenza, ma anche di educazione alla convivenza, allo scambio e alla condivisione. Un ruolo che da sempre attiene alla convivialitร nel suo significato piรน virtuoso. E per celebrare il valore dell’ospitalitร e della comunitร , la Giornata della Ristorazione รจ anche occasione di valorizzazione dell’anima dei luoghi, e di solidarietร .
L’evento, infatti, prevede che i ristoranti aderenti propongano in menu un piatto a tema; per questa prima edizione della Giornata il tema scelto รจ il pane, alimento simbolo di convivialitร che attraversa territori e comunitร sviluppando un’identitร specifica nei vari luoghi, sintesi di fattori ambientali, culturali, sociali. Cosรฌ, inevitabilmente, la pietanza creata diventa essa stessa un omaggio al territorio e alla sua cultura gastronomica. Insieme a questo, per ogni piatto della Giornata della Ristorazione venduto, la Fipe devolverร un contributo economico alla Caritas, mentre Intesa Sanpaolo, altro partner della Giornata, contribuisce alla raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding ForFunding e negli ATM di Intesa Sanpaolo.
I valori da difendere su cui si fonda lโiniziativa sono sintetizzati in quattro punti fondanti.
โUna grande festa di popoloโ la chiama Davide Rampello (direttore artistico di D&P Creative Studio e firmatario della Carta dei valori della ristorazione italiana), una festa che Lino Enrico Stoppani (presidente di Fipe Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi tra i promotori dell’iniziativa) definisce โpopolare, inclusiva, solidale, profondamente eticaโ nata con l’obiettivo โdi invitare a celebrare la condivisione di un rinnovato sentimento di comunitร โ e di favorire un settore che occupa piรน di un milione di persone, aumentarne visibilitร e la reputazione da parte dell’opinione pubblica, ma anche di media e istituzioni. Perchรฉ per quanto gli chef siano i divi degli anni Venti, รจ ancora scarso il peso del comparto dal punto di vista politico, e l’evidenza di questo si percepisce – spiega ancora Stoppani – dalla mancanza di regole che assicurano un accesso corretto al mercato, della presa in carico dei rischi legati agli abusi di alcol, alla lotta alle infiltrazioni della criminalitร , alla difficoltร di trovare soluzioni stabili ai problemi endemici del settore e a tutti i fattori connessi. Insomma, c’รจ ancora molto lavoro da fare per sollevare l’immagine e la posizione della nostra ristorazione, troppo spesso ridotta a un vacuo fattore di vanto non supportato da politiche adeguate, risorse, formazione e competenze. E se da una parte occorre richiamare l’attenzione delle istituzioni, e spingere per interventi studiati, dall’altra c’รจ bisogno โ da parte del mondo dell’ospitalitร – di fare un salto culturale, aggiunge ancora Stoppani, nella direzione di maggiore responsabilitร sociale, ambientale, energetica. Sfide chiave del mondo di oggi (le stesse cui fa riferimento anche il PNRR), cui il comparto non puรฒ sottrarsi, pena la marginalizzazione nel panorama delle imprese e del lavoro, in un mondo che gli ultimi tre anni ha reso sempre piรน complicato, prima con la pandemia, poi con il caro energetico e l’inflazione.
“Il settore”ย continua Stoppani “soffre di due problemi storici: uno di attrattivitร (con la cronica mancanza di personale), l’altro di produttivitร ”, per la quale รจ indispensabile intercettare nuove tendenze, i cambiamenti nelle abitudini di consumo, ma anche rendere piรน efficienti le aziende. Ma in tutto questo: come va la ristorazione in Italia?
Come ogni anno, la Fipe-Confcommercio traccia un bilancio dei 12 mesi passati, per delineare criticitร e prospettive per il comparto. Quest’anno, per la prima volta da diverse stagioni, pare poter dire che il peggio รจ alle spalle: โl’emorragia pandemica in termini di consumi e occupazione sempre essere definitivamente superataโ e anche se non si รจ ancora tornati ai livelli pre Covid, non siamo lontani. La spesa del fuori casa ha toccato nel 2022 82 miliardi di euro (erano 85 nel 2019) anche grazie al ritorno dei turisti stranieri. Buone notizie anche per l’occupazione: le oltre 165mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato 987mila lavoratori nell’anno appena passato, solo 3700 in meno del 2019. Un dato con qualche ombra, riguardo al numero di contratti a tempo indeterminato e all’occupazione di giovani e donne, che si confermano anelli deboli di questa catena aziendale (mentre nella gestione delle imprese sono rispettivamente al 28,2% e al 12,3%), dove sono 350milaย i lavoratori indipendenti (soci, titolari eccetera): ancora pochi, rispetto al 2019.
Ancora pesantemente negativo, perรฒ, il saldo tra nuove aperture e cessazione di attivitร : 9526 le prime, 20.139 le ultime, ereditร della coda lunga della pandemia, ma anche del caro energia e dell’impennata dei prezzi delle materie prime. Costi che โ nella maggior parte dei casi – non sono stati riportati al consumatore. I ristoranti, dunque, non hanno alzato i prezzi di pari passo con l’inflazione ย il 5%, a fronte di un aumento dell’8,1% generale), assorbendo i rincari; che sia per paura di diventare meno appetibili per i loro clienti o per mancanza di consapevolezza del proprio valore, รจ da vedere, suggerisce Luciano Sbraga, Direttore Studi Fipe Confcommercio, che ha presentato il Rapporto. Certo รจ che questo disallineamento rischia di generare un corto circuito che grava sulle aziende giร affaticate da equilibri economici precari, oltre che un’endemica difficoltร a gestire dipendenti e orari di lavoro. Per questo, i modelli di servizio devono essere ripensati facendo molto bene conti e valutazioni. Sbragia fa un esempio: un bar aperto 14 ore al giorno, 7 giorni su 7. Se si riducesse di un’ora l’orario di lavoro e facesse un giorno di riposo settimanale, servirebbe un dipendente in meno, equivalente a circa 90mila euro di fatturato in 45 giorni. โSe, a conti fatti, non si raggiunge quella cifra, non ha senso stare apertiโ. E infatti negli ultimi anni, in molti esercizi hanno rimodulato gli orari di apertura, per esempio rinunciando all’orario continuato o al momento del pranzo se no c’รจ molta affluenza (insieme alla colazione il pranzo รจ ancora in sofferenza, a fronte di una ripresa di aperitivo e cena). Un servizio in meno, certo, che perรฒ consente di mettere in equilibrio entrate e uscite, e bilanciare tempi di lavoro e di vita privata. โIn Francia lo fanno da anniโ commenta Davide Oldani, intervenuto in video in qualitร di Presidente de Le Soste, โfanno 6 o 7 servizi a settimana, che equivalgono a 4 giorni e mezzo, o al massimo 5 di lavoroโ. E lancia una proposta: โdetassazione, un vantaggio da usare per impiegare altre persone nella propria attivitร , cosรฌ da garantire orari corretti e tornare a essere attrattiviโ e risolvere cosรฌ la carenza di personale. Lui, spiega, nel suo D’O ha il 25% di persone in piรน, per assicurare corretti orari di lavoro. Anche perchรฉ, con due servizi al giorno, i tempi di lavoro si allargano a dismisura. A meno di non gestire con attenzione la presenza dei clienti (al Reale, per esempio, l’orario della cena รจ anticipato cosรฌ da finire il servizio entro un certo orario). La soluzione non รจ semplice, ma รจ sempre piรน indispensabile.
a cura di Antonella De Santis
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