Abbiamo imparato a conoscerla attraverso il Gangnam style, primo successo interplanetario che ha raggiunto il miliardo di visualizzazioni su YouTube portando il fenomeno del K-pop ai vertici delle classifiche mondiali. Sono arrivaie le boy band del K-pop e gli altri prodotti culturali come il film Parasite (Palma dโoro a Cannes nel 2019 e Oscar per il miglior film nel 2020) e il fenomeno Squid Game, una delle serie piรน viste di Netflix.
La Korean wave ha invaso il mondo e lโItalia non รจ immune, anzi, vanta qualche primato in tal senso, considerato che รจ il solo Paese europeo con voli diretti da tre cittร (Roma, Milano e Venezia) verso Seoul, un numero di ristoranti coreani in costante ascesa e ha collaborazioni in diversi campi del sapere, dalle nanoscienze alla biomedicina, fino alla matematica e allโastrofisica.
Pasta bistecca e panna di Rolling Pasta
Sarร perchรฉ siamo simili come estensione territoriale, popolazione e PIL, ma la cultura della Corea del Sud esercita un grande fascino sullโItalia e noi siamo adeguatamente ricambiati: infatti รจ il Paese asiatico con le piรน alte importazioni pro capite di prodotti italiani e tutti gli anni molti aspiranti cuochi vengono a formarsi nelle nostre scuole. A Seoul e dintorni, inoltre, si possono trovare molti ristoranti italiani, sia catene che forniscono una versione rivisitata della cucina tradizionale, con alcuni piatti fortemente โcoreanizzatiโ, sia vere e proprie ambasciate del gusto che hanno poco o niente da invidiare alle trattorie nostrane, quelle che abbiamo recensito nella nostra guida Top Italian Restaurant. Ad aiutarci a capire meglio la situazione, abbiamo chiesto a Sofia Grandiย studentessa di coreano a Caโ Foscari, che si trova a Seoul per scrivere una tesi sulla percezione del cibo italiano in Corea del Sud. Con lei abbiamo visitato tre ristoranti diversi per stile e fascia di prezzo, e anche per fedeltร alle ricette originarie.
Rolling pasta รจ una catena di ristoranti italiani diffusa in tutte le piรน grandi cittร della penisola coreana. Vanta una certa fama, soprattutto per il rapporto qualitร -prezzo, ma anche grazie alle posizioni strategiche dei suoi locali che si trovano nelle vie dello shopping o davanti ad altri luoghi di interesse. I ristoranti italiani sono la meta preferita per gli appuntamenti galanti ma visti i prezzi ridotti della catena e lโambiente casual, la clientela-tipo รจ composta da gruppi di 20enni e famiglie. Capita spesso quindi di trovarsi a fare la fila fuori dal locale, ai coreani non dร fastidio, tanto che รจ raro che prenotino, anche perchรฉ sono comunque svelti a mangiare: dopo venti minuti liberano il tavolo.
Decidiamo di prendere uno spaghetto alle vongole, una pasta alla bistecca e panna e la mitica carbonara. Una volta ordinato il cameriere ci indica un angolo dove possiamo trovare le posate, lโacqua e i cetriolini sottaceto per sgrassare il palato. Gli spaghetti alle vongole erano sorprendentemente cotti al dente, piccanti e con almeno tre spicchi dโaglio affettati e saltati: buoni e abbastanza fedeli a quelli che potrebbe cucinare qualcuno a cui piace proprio tanto lโaglio. La pasta alla bistecca e panna potrebbe sembrare spaventosa, per fortuna perรฒ la bistecca รจ tagliata in piccoli cubetti e la panna รจ abbastanza rappresa: potrebbe sembrare una versione della โragรน e besciamellaโ che ci ha creduto troppo poco, pur se la pasta รจ immersa nella salsa. La carbonara che ci hanno servito infine era composta da spaghetti al dente (bene) affogati in sugo di panna con cipolle, aglio, formaggio e pancetta precotta a fettine (un poโ meno bene). Lo chef – per evitare discussioni del tipo โalbume sรฌ o albume noโ – ha direttamente deciso di eliminare lโuovo dalla ricetta (molto male). Era piรน una pasta panna e prosciutto, buona ma che non ha niente a che vedere con la carbonara a cui siamo abituati noi, potrebbe quindi sembrare unโimportazione non italiana, ma direttamente italo-americana.
I prezzi sono onesti, anche meno di quelli che si potrebbero trovare in unโosteria in Italia: 21,000 won sudcoreani (che al cambio attuale sono circa 15 euro) per tre piatti di pasta, 3,000 won (2 euro) per un bicchiere di vino australiano mentre il costo del coperto non รจ previsto in Corea.
Il muretto di Sinsa รจ il migliore ristorante italiano di Seoul, Sinsa รจ la zona piรน trendy della cittร , una succursale della piรน famosa Gangnam (sรฌ, proprio quella della canzone), dove si trovano ristoranti esclusivi, negozi di abbigliamento di lusso e cliniche di chirurgia plastica frequentate dalle celebritร coreane.
Il locale ha un ambiente intimo: pochi tavoli senza tovaglia, luci soffuse e canzoni neo melodiche napoletane โ che aiutano a creare unโatmosfera romantica โ e poi una cucina a vista molto silenziosa. Lo chef รจ un simpaticissimo napoletano che ci fa sentire subito come se fossimo in Italia, ci porta un cestino di pane e focacce con pinzimonio: una raritร in Corea. Il menu รจ ricco di piatti campani, come i calzoni e la pastiera, e insieme ci sono ricette comuni a tutta la Penisola come gli spaghetti allo scoglio e il tiramisรน.
Decidiamo di farci consigliare e di ordinare i piatti preferiti dalla clientela coreana: parmigiana di melanzane, polpetti alla Luciana, paccheri alla genovese e scaglie di tartufo. La parmigiana ci รจ stata servita in unโadorabile pirofila in miniatura simile a quelle che abbiamo tutti in casa, mentre i polpetti in rosso e i paccheri sono serviti in piatti molto raffinati, ma in porzioni non troppo abbondanti. Lo chef ci sorprende con una fettina di pastiera napoletana che รจ ovviamente una raritร in Corea, preparata tutta in casa (dal grano alla ricotta) tranne che per l’acqua di millefiori che, spiega lo chef, viene spedita direttamente da Napoli. Perchรฉ รจ venuto in Corea? โEro singleโ scherza. Una volta arrivato, una decina di anni fa, ha iniziato a lavorare con un suo amico in un ristorante italiano – โfusion americanoโ precisa โ poi ha voluto ritagliarsi uno spazio proprio dove proporre piatti tradizionali italiani. La clientela รจ selezionata perchรฉ non tutti i palati coreani riescono a capire la cucina italiana piรน genuina, infatti – spiega – la maggior parte dei suoi clienti รจ giร stata in Italia o almeno in Europa. Lo chef perรฒ non scende a compromessi, quindi niente panna, niente kimchi o cetriolini e niente aglio intero, specialmente quando due piccioncini si siedono al suo ristorante. Viene incontro ai capricci coreani solo riguardo alla cottura della pasta e aggiungendo una spolverata in piรน di peperoncino ogni tanto.
Ristorante consigliatissimo se siete italiani in Corea con la nostalgia di casa ma vi rifiutate di buttarvi sulle pizze allโananas o la solita pasta scotta alla salsa rosรจ che tanto amano i coreani. Il prezzo รจ piรน alto in rapporto agli altri ristoranti italiani: un primo costa circa 20โฌ e una t-bone steak circa 140โฌ.
Ultima tappa italiana a Seoul รจ il ristorante dello chef Ivan Spadaro, a Mapo, l’area di Seoul a nord del fiume Han che ospita alcune tra le piรน prestigiose universitร e college coreani, una zona giovanile, piena di locali alla portata degli studenti universitari. Lโatmosfera del ristorante รจ molto accogliente e luminosa, c’รจ qualche decina di coperti e anche qui manca la tovaglia ma troviamo delle tovagliette sui tavoli. La cucina รจ a vista e, vicino al bar, una coloratissima bandiera siciliana ricorda le origini dello chef.
Il menu questa volta รจ un pochino piรน vario, troviamo piatti del nord Italia come pasta al ragรน e lasagne, poi ci sono piatti del centro come carbonara e amatriciana e una ricca selezione di pizze. Ordiniamo una carbonara: vera ispiratrice di questa ricerca culinaria, e una pizza al pistacchio, mortadella e burratina. Finalmente una carbonara come la conosciamo tutti: solo tuorlo, formaggio, pepe e pancetta, divorata in due minuti con tanto di scarpetta, grazie al pane portato per accompagnare il patรฉ di olive e il pinzimonio. Lo chef Spadaro ci porta poi la pizza al pistacchio (unโaccortezza che solo uno chef italiano avrebbe potuto avere, visto che di solito i coreani mangiano pasta e pizza nello stesso momento, spiluccando di qua e di lร ).
La burratina sulla pizza viene tagliata e spalmata su ogni fetta come food porn comanda, e tutti gli ingredienti ci riconducono a casa. Spadaro confida che la maggior parte delle materie prime la trova in Corea o se la fa da solo, per esempio ricotta e canditi per i cannoli siciliani: costerebbe troppo farsi mandare i prodotti DOP dallโItalia e probabilmente la qualitร ne risentirebbe dopo 15 ore di volo. I suoi clienti coreani non conoscono le varie etichette italiane che certificano la provenienza e, probabilmente, non sono neanche troppo interessati, a loro importa che il cibo sia buono seppur c’รจ qualche inevitabile adeguamento ai gusti e gli usi locali. Per esempio, spiega, i coreani non capiscono la differenziazione tra primo e secondo, anzi chiedono di ricevere tutte le pietanze insieme, visto che spesso vengono condivise, cosa che avviene anche per la pizza: รจ sorprendere per loro che in Italia si mangi una pizza a testa…si chiedono come facciamo a rimanere tutti in forma.
Riguardo alla pasta, Spadaro racconta che i coreani sono diffidenti verso formati diversi dagli spaghetti, ma lโunica modifica nei suoi piatti riguarda il sale nellโacqua, che riduce perchรฉ altrimenti sarebbe eccessivo per i loro palati non avvezzi, comunque – aggiunge – i clienti, un poโ per soggezione e un poโ per rispetto, non si lamenterebbero mai apertamente con lui riguardo la sua cucina (tranne le sciure coreane โajummaโ che fanno fatica ad abituarsi a mangiare senza la ciotolina di riso con il kimchi).ย I prezzi sono accessibili, la pasta viene circa 11-15 euro e le pizze non superano i 15 euro.
a cura di Sofia Grandi e Luca Cesari
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