โAl piano di sopra c’รจ il bistrot, con una proposta molto semplice: capriolo alla Rossini, risotto al tamarindo, pithivier di anguilla affumicata e trotaโ. Semplice un corno, diciamo noi. Nonย Alessandro Esposito – esperienze da Niederkofler, Passerini, Cristophe Pelรฉ (insieme a Giuliano Sperandio) e prima ancora da Kobe Desramaults – e una passione mai celata per la cucina di impostazione classica, grandi cotture e preparazioni monumentali realizzate con un’apparente semplicitร che cela concentrazione assoluta e mano felice. E cultura, tanta cultura: studi, ricerche, letture, e poi prove su prove in un esercizio introspettivo di tecnica pura, che ha il sapore di una pratica ascetica. Il traguardo รจ la perfezione.
E oggi questa pratica minuziosa trova posto da Quintarius, ad Aosta, accanto a quella di Marco Viganรฒ e Jessica Gussoni, pure loro cuochi di razza dai lunghi trascorsi dall’altra parte delle Alpi: Viganรฒ โ discepolo di casa Troisgros (prima ancora di Marchesi ai tempi di Lopriore) che con Aux Anges a Roanne prima e a Collonges-au-Mont d’Or poi, ha raccolto consensi e riconoscimenti – รจ il deus ex machina di questo terzetto di fuoriclasse, il maestro concertatore che indica la strada, sollecita, mitiga, accende o smorza, secondo i casi: โfarli volareโ รจ il suo obiettivo.
Alesssandro Esposito – Marco Viganรฒ – Jessica Gussoni
Jessica Gussoni, poi, passaggi da Le Prรฉ e Maison des Bois di Marc Veyrat e prima da Silvio Salmoiraghi: cuoca di poche parole e tanto talento, appassionata di erbe spontanee (la scuola Veyrat si fa sentire) prestata ai secondi e soprattutto alle carni per meriti indiscussi.
Filippo Comelli
Un tris d’assi che diventa poker se a loro si aggiunge Filippo Comelli, patron e uomo del vino (sua era Liquorilandia La Thuile), che ha riunito un gruppetto di cuochi entusiasti e, soprattutto, pensanti che condividono background, approccio e scuola di pensiero in un progetto completamente inaspettato.
Inaspettato perchรฉ proietta Aosta in una geografia gastronomica come mai prima d’ora. Inaspettato per quella seessa su una cucina che guarda senza timori a un certo grandeur francese, ma che sotto sotto rivela un’anima insolente che non teme strappi decisi e gioca a spostare l’asticella sempre un po’ piรน in lร . Inaspettata perchรฉ lo fa in uno spazio da capogiro che mescola vecchio e nuovo: le mura romane e il pavimento in vetro (cosรฌ da non nascondere quello sottostante, di epoca romana), gli archi medievali e quel cubo trasparente che accoglie all’ingresso, e poi i nastri di luce che accompagnano tra tavoli e vini, circa 500 etichette a corredo, con le verticali di grandi rossi e la selezione di piccoli produttori di confine tra Italia e Francia, che trovano alloggio tra i mattoni antichi.
Aosta รจ cosรฌ: appena ti muovi incappi in reperti romani, che ti danno filo da torcere se devi affrontare dei lavori, โรจ stato molto complesso tutto quantoโ ammette Alessandro โma anche folle e bello pensare di fare un ristorante dove fare un ristorante era cosรฌ difficileโ.
E se ancora il rodaggio non รจ ancora finito, il progetto รจ ben delineato, con la doppia proposta: bistrot ed enoteca Quintarius sopra, fine dining Conviviumย sotto.ย Un doppio binario che parla la lingua della concretezza, dando al progetto nel suo complesso una maggiore sostenibilitร economica che lascia anche il dovuto spazio ai vini. Una trentina di coperti al primo piano, una cucina piรน semplice – โvieni, bevi, ti divertiโ fa Esposito โ 16-18 coperti, sotto, con il solo degustazione (probabilmente a 6 portate, 80-100 euro): โil menu fisso ci dร piรน libertร โ. A fare da filo conduttore, la materia prima, la stessa per le due proposte. โQuel che cambia รจ la cucina. Piรน immediata sopra, piรน pensata sottoโ.
Per questo l’esordio รจ stato solo con il bistrot e occorrerร aspettare ancora qualche settimana perchรฉ sia operativo anche il resto, intanto si prendono le misure con un contesto nuovo per tutti e si muovono i primi passi in cittร , con cautela e un’offerta piรน soft. โIl nostro menu รจ un po’ diverso da quel che si trova abitualmente ad Aosta, e anche se abbiamo riferimenti territoriali non facciamo una cucina aostanaโ, la materia รจ la protagonista, per il resto si procede a mano libera, senza vincoli, anche perchรฉ per scelta e per necessitร si gioca poco d’anticipo: โdobbiamo adattarci agli spazi della cucina: non c’รจ tanta possibilitร di stoccaggioโ.
La soluzione? โLavoreremo sul fresco, studiando i piatti secondo disponibilitร โ. Ma prima dei piatti arriva la selezione dei prodotti: Varvara per la carne (il pollo cotto nel brodo servito con succo di vitello, rosa di Gorizia e bernese), Gentile per la pasta (mista con trippe di baccalร , ceci e pil pil: a suggerire richiami baschi e sfidare il palato con consistenze care alla tradizione di Euskadi), Mauro Pallottino per il pesce, Sant’Uberto per la selvaggina, Moncucco per piccioni e anatre.
Seppur ad andamento ridotto (come dicevamo, ancora siamo in fase di rodaggio) la direzione รจ chiara, con quella carta che procede a suon di zampate che lasciano il segno: l’abbinamento carne/pesce che qui declina la passione per le interiora: la corsa vertiginosa del cervello fritto al curry con capesante e nero di seppia, l’animella con trippa di capasanta alla romana, le terrine che fanno scuola, sia quella pressata di lingua e foie gras sia il giร citato pithivier di anguilla affumicata e trota: โci stiamo prendendo molte libertร ”ย spiega Espositoย “in piรน alcuni piatti sono anche prove per il futuro menu del Convivium, in ogni caso per il bistrot vogliamo che ci sia sempre molta leggibilitร , qualcosa di non troppo cerebraleโ .
E via allora al purรฉ come Robuchon insegna, ad accompagnare guanciale di cinghiale con crepinette di tartufo nero salsa civet con fegati e Cognac. E ancora omelette soufflรจ con il blu d’Aosta (e se vi ricorda uno visto a Roma, da Marzapane, รจ perchรฉ Viganรฒ, Dolcetta e Chiarapini hanno parecchio a che spartire), risotto alla zafferano o lasagnetta ragรน di cinghiale, piccione o guancetta di vitello brasata al vino rosso e a chiudere tarte al cioccolato.
Non mancano gli sfogliati che da soli valgono il viaggio, ossessione e passione del gruppo. Si fa a giro, secondo disponibilitร , a tessere un menu agile: 4 antipasti (sui 14โฌ), 3 primi (16โฌ) e 4 secondi (tra i 20-25โฌ, ma con il pesce e il filetto alla Rossini si sale fino a 35โฌ). Il risultato รจ una cucina di testa e di pancia, che conosce impennate vertiginose e l’abbraccio confortante di salse comme il faut, il piacere opulento e la sfida dei sapori pieni, e poi rimandi, riflessioni, riferimenti ed echi risonanti e spericolati che rivestono il classicismo piรน suadente di spunti rock.
Quintarius/Convivium – Aosta – piazza Severino Caveri 8 –ย 347 8807993 – Pagina Facebook
a cura di Antonella De Santis
foto Alberto Blasetti
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