A diffonderla furono principalmente le cittร spagnole, con Maiorca in testa come centro di produzione maggiormente attivo, ma fu poi lโInghilterra vittoriana a renderla famosa. Stiamo parlando della maiolica, la ceramica smaltata conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, ora protagonista di una mostra a New York al Bard Graduate Center, istituto di ricerca e galleria affiliato al Bard College. Una collezione unica, quella di Majolica Mania, che raccoglie pezzi dal 1850 al 1951, il periodo di massimo splendore per la maiolica, che raggiunse lโapice della popolaritร in seguito alla Great Exhibition di Londra del 1851. Una crescita legata in gran parte al nome dei Minton, i principali produttori di maiolica in Inghilterra, che crearono uno dei pezzi piรน famosi di sempre, un giardiniere alto circa due metri.
Una mostra sui generis per ripercorrere la storia della porcellana e anche della tavola: le maioliche trovarono infatti ampio uso in cucina, e vennero fin da subito impiegate per realizzare piatti, ciotole, zuppiere e tazze. Dapprima con decorazioni ispirate al mondo naturale โ erano, del resto, gli anni di Darwin e della pubblicazione de โLโorigine della specieโ โ poi ai motivi asiatici. I primi smalti usati nelle fabbriche di maiolica erano a base di piombo e consentivano agli artigiani di cuocere contemporaneamente piรน colori, tutti brillanti, abbassando di molto i costi di produzione. Fu cosรฌ che gli interni di etร Vittoriana cominciarono a riempirsi di queste belle ceramiche lucide e ricche, aggiungendo ulteriore colore agli spazi. โFin dallโinizio, la maiolica Minton รจ stata vista come il trionfo britannico dellโarte applicata allโindustriaโ, ha spiegato Susan Weber, fondatrice e direttrice del Bard Graduate Center e curatrice della mostra in scena fino a fine gennaio 2022. โInoltre, queste nuove ceramiche erano accessibili a gran parte del pubblico. Audaci, sperimentali, eccentrici e colorati, questi articoli facevano gola a persone di classi e tasche diverse, e giร a fine Ottocento potevano essere trovati in tutte le tipologie di case, da quelle delle famiglie reali a quelle appartenenti alla middle class, allโepoca in grande crescitaโ.
Un successo perdurato per tutta la seconda metร dellโOttocento, con la grande produzione della Gran Bretagna e degli Stati Uniti. Si passa da ceramiche con decori piรน ingenui e infantili per la vita di tutti i giorni, come le teiere con i girasoli o le scatole di fiammiferi a forma di mosca, a maioliche di pregio come il giardiniere firmato Minton creato in occasione dellโEsposizione Universale di Parigi del 1855, โdecorato con un mix fantastico di forme rinascimentali e ornamenti grotteschiโ, ha dichiarato Laura Microulis, capo ricercatrice, che ha aggiunto: โร la prima volta che viene esposto negli Stati Unitiโ. La popolaritร della maiolica crebbe cosรฌ tanto nel tempo che nel 1883 lo storico Llewellynn Jewitt registrรฒ una produzione di ben 26.000 teiere a settimana! E pensare che da metร Novecento tazze e brocche eccessivamente decorate furono considerate un poโ kitschโฆ
Come spesso accade, a piรน di un secolo di distanza questi oggetti stanno gradualmente tornando di moda. Complice forse anche una rinnovata coscienza ecologica, che spinge molte persone ad acquistare usato e sbirciare nei mercatini di seconda mano, pezzi dโantiquariato โ ceramiche incluse โ donano ora un tocco vintage piacevole alle case moderne. Aggiungendo anche โuna nota di colore alle paretiโ, come ha commentato il designer Frank de Biasi, che ha confessato di aver appeso un set variopinto di maioliche con sfondo verde menta scuro nel suo soggiorno, consigliando di fare lo stesso a chi ha poco spazio ma vuole comunque esporre i pezzi migliori. Suggerimento confermato anche dallโinterior designer Asia Beker Stokes: โLโaspetto pittorico degli smalti e la grande varietร di forme e colori possono impreziosire molto una parete o un tavolinoโ. La sua ossessione? โPiatti a forma di ostrica o con aragoste intagliateโ.
Majolica Mania โ New York City โ Bard Graduate Center โ fino a gennaio 2022 – ย exhibitions.bgc.bard.edu/majolicamania/
a cura di Michela Becchi
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