Ristoranti

Coronavirus e fase 2: Londra cerca di pensare alla ripartenza

A Londra รจ giunto il momento di pensare alla ripartenza. Grandi ristoranti, mercati e alberghi fanno i conti con la fine del lockdown. Una ripresa su cui pesa molta incertezza.

  • 26 Maggio, 2020

Partito con qualche settimana di ritardo rispetto l’Italia, la Gran Bretagna ha vissuto un lockdown dai contorni piรน soft rispetto ai nostri. Le strade non sono mai state completamente deserte, i parchi mai stati chiusi, ma – dice Ivan Crispo di Lotus (una delle piรน importanti agenzie di comunicazione internazionali nel settore della ristorazione, con clienti in giro per il mondo) – โ€œcon il lockdown si รจ fermato tuttoโ€. E le prospettive paiono minacciose: โ€œpiรน di 30.000 pub e ristoranti potrebbero non riaprire dopo il blocco” titola The Guardian. Blocco che segue un periodo giร  complicato per l’incombere della Brexit (come raccontato anche da Giorgio Locatelli), con circa 2.800 bar e ristoranti chiusi nel corso dell’anno scorso, come nel caso di Jamie Oliver.

L'entrata del Borough Market

Il coronavirus ha colpito drammaticamente il Regno Unito, secondo paese al mondo per numero di decessi, ma โ€œnon c’รจ obbligo di mascherine, si puรฒ uscire osservando quelle regole di buon senso che tutti conosciamo, la settimana passata Borough market era pienissimo, anche se con i segnali in terra che indicavano la distanza obbligatoria tra le personeโ€ racconta Andrea Rasca, creatore del Mercato Metropolitanoย โ€œma di certo questo fermo ha aumentato il social divideโ€. Ora, il sentimento comune รจ che bisogna andare avanti, lasciandosi alle spalle la fase piรน dura.

L’obbligo di quarantena e il rischio di chiusura delle attivitร 

Il 22 maggio il governo britannico ha annunciato l’obbligo di quarantena di due settimane per chi arriva nel Regno Unito a partire dall’8 giugno, suscitando non poche polemiche, e intanto ha avviato un progetto pilota che impiega i cani per riconoscere i malati di Covid-19. Ma, dopo la lunga chiusura e con le limitazioni che si paventano, molte attivitร  (tra cui anche i teatri, come la Royal Albert Hall e il Globe di Londra) potrebbero non riuscire piรน a stare in piedi. Ancora non si hanno date certe per la riapertura nรฉ previsioni precise delle nuove regole, cosรฌ, in questa situazione di incertezza diffusa, la ristorazione ha il fiato sospeso: cosa ne sarร  di quei ristoranti con le cucine nel seminterrato, i tavoli ravvicinati o condivisi, e gli spazi minimi? Sono a rischio, come lo sono oltre un terzo dei pub (19mila su 47mila, secondo un sondaggio tra i membri della British Beer and Pub Association, fonte The Guardian).

Mercato metropolitano a Londra

Ristorazione a Londra. Cambiare modello

Per Andrea Rasca la visione non รจ cosรฌ fosca: โ€œnon abbiamo mai chiuso, abbiamo cambiato modello, rafforzando alcuni rami dell’attivitร  rispetto a prima. Bisogna essere resilienti per adeguarsi alle situazioniโ€. Ferma la ristorazione, punta tutto sulla vendita โ€œabbiamo potenziato la grocery, consentendo a tutti di venire a fare la spesa, contribuendo anche a consolidare quel legame con i nostri clienti e a dare un segnale di positivitร  e ottimismo alla comunitร  che si รจ costruita intorno a noiโ€. Aprendo, proprio in questa fase, anche lo store online per spesa e pasti pronti, subito molto richiesti, โ€œsiamo avvantaggiati, il Mercato รจ molto conosciutoโ€.

Un esempio di elasticitร  che ha tenuto in equilibrio l’attivitร : โ€œsono possibili delivery e, prenotando online, anche il take away, cosรฌ siamo riusciti a non lasciare a casa nessunoโ€, anche grazie soluzioni per stare vicino ai propri clienti, come i corsi gratuiti di cucina online in abbinamento alla spesa, un’idea per corteggiare un pubblico che, negli anni, si era disabituato a cucinare a casa.

Ristorazione a Londra. Uno sguardo al futuro

Nel frattempo fa il conto alla rovescia per la riapertura, prevista โ€“ se nulla osta โ€“ l’8 di giugno, anche se con una formula ancora limitata, che esclude la possibilitร  di sedersi. In linea con l’idea diffusa che sia giunto il momento di tornare alla normalitร : โ€œla sensazione che tutti abbiamo รจ che ci sia stato un po’ di terrorismo mediaticoโ€ racconta โ€œa parte i primi due mesi in cui le strutture dovevano organizzarsi, un graduale allentamento sarebbe stato auspicabile; questo non significa che non ci sia pericoloโ€ precisa โ€œma che si possa andare avanti e ripartire, facendo i conti con i decessi e i drammi che ci sono statiโ€ conclude, mentre posticipa di circa 6 mesi l’apertura delle prossime sedi del Mercato, quelle di Elephant Park e di Hilford, che dovrebbero vedere la luce nella prima metร  del 2021, seguite da New York, Berlino prima di approdare in Giappone. Cambiamenti in vista per il futuro? โ€œNo: la gente vorrร  mangiare ancora meglio, crescerร  la voglia di cibo sano, che contribuisca alla salute delle persone. Quello che da sempre facciamo e vogliamo continuare a fare, cambiando in meglio il modello alimentareโ€.

La-Dame-de-Pic-London-Private-Dining-Room

Sala privata al Dame de Pic di Londra

Londra: la cittร  dei delivery

La consegna a domicilio รจ un mercato interessante per Londra, ma non facile: โ€œรจ un panorama giร  saturoโ€ spiega Luca Piscazzi, head chef al Dame de Pic, la riserva londinese due Stelle Michelin di Anne-Sophie Pic, che invece in Francia di stelle Michelin ne conta tre. โ€œPoi fare asporto o consegne a Londra non รจ facile: รจ una cittร  molto grande, dipende dalla zona in cui ti trovi, ovviamente รจ piรน facile per i locali in centro. Un posto come Zuma, per esempio, va alla grande: hanno una clientela benestante, e solo allargandosi di pochi chilometri dal loro locale hanno un buon bacino di persone da raggiungere. Probabilmenteโ€ conclude โ€œmanterranno il delivery anche dopo la riaperturaโ€. Alla Dame de Pic, invece, hanno deciso di non tentare questa strada, come molti altri fine dining.

mercato metropolitano mayfair

Le previsioni per la riapertura

Mentre il Mercato si prepara ad accogliere i propri clienti, per la gran parte dei ristoranti probabilmente bisognerร  attendere luglio, se non dopo โ€œanche in questo caso dipende dalla zona: il Dame de Pic รจ nella city, di solito ci fermiamo ad agosto perchรฉ gli uffici sono chiusi, ma molto dipenderร  dalle regole che ci saranno: noi siamo in un edificio storico con soffitti di 4 metri, arriviamo a una cinquantina di coperti a servizio, bene o male dovremmo poterli gestire anche mantenendo la distanza tra i tavoli, ma alcuni bistrot o pub dove i tavoli sono molto vicini dovranno prendere provvedimentiโ€. Ma comunque รจ tutto da vedere: โ€œse il Four Sasons at Ten Trinity Square che ci ospita aprirร  a luglio, prima ripartiranno gli altri ristoranti, il private club, il bar lobby e il ristorante asiatico, la Dame de Pic sarร  l’ultima: con 30-35 dipendenti, di cui la metร  in cucina, dobbiamo avere clienti, non possiamo stare aperti per 20 coperti a servizioโ€. Il mondo dell’ospitalitร  รจ molto provato, โ€œdopo che Trump ha chiuso i confini si รจ abbassata brutalmente la percentuale delle camere prenotate, so che molti alberghi 5 stelle lusso a Mayfair parlano di riaprire direttamente a settembre-ottobre, anche perchรฉ l’estate qui รจ un periodo un po’ morto, quello piรน busy va da fine settembre a dicembreโ€.

Ammortizzatori e interventi del governo

In questo contesto, quali sono gli aiuti per le imprese? โ€œCi sono varie fasce: fino a 25mila pound arrivano direttamente dal governo inglese, oltre quella soglia, intervengono le bancheโ€ spiega Andrea Rasca, โ€œcon un tetto di 250 mila pound al di sotto del quale non chiedono garanzie. Ma per accedere a questi fondi devi dimostrare che l’azienda ha le condizioni per essere finanziata, che prima del lockdown andava bene, con una serie di passaggi che complicano le coseโ€ e allungano di molto i tempi. โ€œAnche nel Regno Unito quando un intervento passa per le banche diventa inutile nella maggior parte dei casiโ€.ย 

โ€œL’aiuto ai dipendenti qui รจ arrivato subitoโ€ spiega Luca Pistizzi โ€œl’80% del basic salary fino a giugno, con un tetto massimo di 2500 sterline, non poco. Poiโ€ aggiunge โ€œfino a ottobre dovrebbe essere il 60% chiedendo alle aziende di coprire la parte restanteโ€. Loro, che hanno chiuso una settimana prima dell’obbligo imposto dal Governo, si sono visti arrivare nella cassa integrazione di aprile, anche una quota per i giorni di chiusura volontaria di marzo. Il tutto molto velocemente: โ€œuna settimana di tempo tra richiesta dei soldi e la loro erogazioneโ€, conferma Ivan Crispo. โ€œL’organizzazione inglese c’รจ, per esempio molti hanno adeguato l’affitto di casa alla percentuale di cassa integrazione recepitaโ€ continua Pistizzi; a differenza di quanto accade per molti ristoranti, che non sono riusciti a contrattare l’affitto durante la chiusura, vedendo ancora di piรน a rischio le attivitร : โ€œil 90% dei proprietari richiedono il pagamento dell’affitto come nullaโ€ racconta Crispo nella video intervista che potete vedere, che aggiunge: โ€œci saranno tante teste che rotoleranno, purtroppoโ€.

 

a cura di Antonella De Santis

ยฉ Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.

Made with love by Programmatic Advertising Ltd