Nei giorni in cui in Italia iniziavano a circolare le prime immagini riferite allโeventualitร di utilizzare barriere in plexiglass nei ristoranti per garantire la sicurezza dei commensali, il rimando alla situazione cinese รจ stato costante. Era la metร di aprile, molte grandi cittร della Cina avevano giร avviato un graduale processo per tornare alla normalitร , e lโapproccio adottato per facilitare la riapertura degli esercizi pubblici assurgeva a modello da studiare con cura. Da questa parte del mondo, perรฒ, abbiamo finito per concentrarci su dettagli di forma (le barriere di cui sopra o il distanziamento tra i tavoli, che tanto sta facendo discutere lโItalia nelle ultime ore, in attesa di un protocollo certo per la riapertura, mentre l’Emilia Romagna si porta avanti), demonizzando certe foto troppo distanti dalla nostra cultura e prefigurando scenari apocalittici. Nel frattempo la Cina รจ ripartita davvero, pur con tutte le precauzioni del caso, e con molte differenze da regione a regione, tra cittร e cittร . Alla fine di marzo ne avevamo parlato con Riccardo La Perna, chef italiano a Shangai, dove dirige la cucina di Otto e Mezzo per conto di Umberto Bombana (la casa madre รจ a Hong Kong). Siamo tornati a Shangai dopo oltre un mese, per capire comโรจ cambiata la situazione e se di ripartenza โ per il mondo della ristorazione e non solo โ si puรฒ parlare a tutti gli effetti. Ci ha risposto Jocelyn Chen, food editor e titolare di una societร che organizza tour gastronomici rivolti a una clientela in cerca di esperienze fine dining.
ร stato un processo differente in ogni cittร , considerando che lโunica provincia realmente in lockdown รจ stata quella del Hubei, di cui Wuhan รจ il centro principale. Il 23 gennaio nel Hubei รจ partito il lockdown, durato due mesi e mezzo, fino allโ8 aprile. Nel frattempo, a Shanghai, molti ristoranti hanno chiuso durante il Capodanno cinese, immaginando di riaprire normalmente dopo una settimana di ferie. La maggior parte, invece, non hanno riaperto prima della metร di febbraio, mentre i ristoranti fine dining hanno aspettato anche fino agli inizi di marzo. Comunque si รจ andati molto a rilento, per la chiara percezione che i clienti non sarebbero tornati immediatamente. Cโรจ voluto tempo per convincere le persone a tornare a mangiare fuori.
Tutto il personale, in cucina e sala, deve indossare le mascherine, e misurare la temperatura corporea ogni giorno. I clienti sono controllati allโingresso attraverso il codice colorato che mostrano sul telefono, che fa riferimento agli spostamenti di ognuno di noi e indica se abbiamo avuto a che fare con gli ospedali di recente. Se il codice รจ arancione non puoi entrare al ristorante. Per quel che riguarda il distanziamento sociale, e dunque anche il distanziamento dei tavoli al ristorante, a Shangai non cโรจ unโordinanza univoca. Dipende dai distretti. Nel primo mese di riapertura ad alcuni locali รจ stato richiesto di dimezzare il numero dei coperti. Al momento, invece, la situazione รจ molto migliorata qui a Shangai, le regole sono meno stringenti. So che a Pechino continuano a essere piรน rigidi.
Io non avverto particolari differenze. I camerieri sono piรน attenti nel mantenere le distanze, ed รจ un peccato non poterli vedere sorridere. Ma si percepisce che sono sollevati e felici di vedere i clienti tornare a frequentare i ristoranti.
Tutto il mese di marzo, nelle prime settimane di riapertura, รจ stata la morte per i ristoranti fine dining. Le persone avevano ancora paura di uscire. Mentre i ristoranti piรน informali sono tornati a riempirsi piรน rapidamente, giร a marzo.
Sรฌ, molte tavole fine dining ora offrono menu competitivi per pranzo. Penso a Otto e Mezzo Bombana, Maison Lameloise, Da Vittorio Shangai. Li aiuta ad attrarre nuovamente persone nel minor tempo possibile. E infatti ora questi ristoranti sono al completo ogni giorno per pranzo, mentre il servizio serale รจ rientrato al 70-80%, ma da non piรน di un paio di settimane. E bisogna considerare che viene meno lโindotto di turismo, eventi, pranzi di lavoro. Il settore fine dining dovrร ripensare il proprio business plan per il prossimo anno, per non dire due. Mentre i ristoranti informali sono tornati in carreggiata verso la metร di aprile. E dallโinizio di maggio cโรจ ottimismo, potremmo dire che va quasi bene. Chiaramente il giro dโaffari non eguaglia quello pre-Covid.
La maggior parte dei ristoranti ha continuato con la consegna a domicilio nel primo mese di riapertura, con lโabitudine di scrivere il nome del cuoco che si era occupato di preparare il cibo, per rendere ogni consegna tracciabile. Ma ci sono ancora molti problemi con la percentuale trattenuta dalle piattaforme di delivery, pari al 30%, ci sarebbe bisogno di regolamentare il settore. Anche perchรฉ le persone continuano a ordinare delivery molto piรน che in passato.
Molte proprietร qui sono gestite dallโamministrazione cinese, quindi molti ristoratori hanno potuto usufruire della sospensione di due mensilitร di affitto, per febbraio e marzo. Anche i privati si sono accordati su riduzioni variabili dal 20% al 100% del canone. Poi ci sono stati sgravi fiscali per la maggior parte delle piccole imprese.
Sรฌ, nellโultimo mese quasi non abbiamo registrato casi di contagio a Shanghai, quindi sembra andare bene. Ma mantenere questo stato di cose richiede davvero molta disciplina e senso di responsabilitร da parte di tutti.
Per quel che riguarda il futuro della ristorazione, faccio un esempio estremo: lโunico ristorante 3 stelle Michelin a Shangai รจ Ultraviolet by Paul Pairet. ร un posto esclusivo, lavorava praticamente solo con il turismo internazionale, ha ricevuto disdette da febbraio in avanti. Ma a marzo ha riaperto, e ora gli affari stanno rientrando grazie al pubblico locale. Siamo 25 milioni di persone a Shanghai, la gente ha ancora voglia di uscire, fare esperienze gastronomiche. Certo lโindustria del fine dining dovrร trovare nuove soluzioni per comunicare e interagire con le persone del posto, diventare piรน accessibile. Per i prossimi anni immagino un futuro comunque luminoso, ma meno legato al glamour.
a cura di Livia Montagnoli
foto di Jocelyn Chen
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