Lo spettacolo, “Food”, che รจ in programma nell’ambito del festival Next Wave della Brooklyn Academy of Music fino al 18 novembre, รจ un one-man-show nel quale lโartista perfomativo Geoff Sobelle sonda il concetto di consumoย (e lโaviditร ) facendo apparire prima e mangiando poi, una quantitร preoccupante di cibi e oggetti per 90 minuti di fila.
Lo spettacolo รจ una “meditazione assurda e senza trama su come e perchรฉ mangiamo”, come spiega l’interprete e autore Sobelle al New York Times. Lo show intreccia, sovrappone e fa collidere una serie di elementi: la partecipazione del pubblico, giochi di prestigio e comicitร fisica. Il โperformance artistโ si muove sul palco e a turno serve e consuma una quantitร considerevole di cibi (e non solo). Tutto con la partecipazione attiva del pubblico.
foto Maria Baranova
Lโautore e interprete della performance si รจ formato come prestidigitatore e poi come clown, prima di dedicarsi al teatro dell’assurdo. Nella mission statement sul suo sito web, Sobelle dichiara di considerare il corpus del suo lavoro come “un colossale scherzo”. L’assurda comicitร รจ diventata un tratto distintivo degli spettacoli creati da Sobelle, che ha abbandonato il suo sogno infantile di diventare medico e sacerdote dopo aver visto una produzione di “Cats” all’etร di 7 anni (“Volevo essere Rum Tum Tugger”, confessa), per studiare invece letteratura inglese a Stanford, dove ha allestito quelli che ha definito “i primi spettacoli teatrali sperimentali homeade”. Per lo spettacolo โFoodโ Sobell ha arruolato il mago Steve Cuiffo, amico da piรน di 20 anni con cui ha collaborato a numerosi spettacoli, per creare trucchi di magia e quella che lโautore chiama physical comedy, commedia fisica.
Come tutti gli spettacoli di Sobelle, anche “Food” punta molto sulla partecipazione del pubblico. Durante lo spettacolo, agli spettatori viene chiesto di condividere i ricordi evocati dal vino che serve, o di descrivere l’ultima ricetta che hanno preparato. Lโautore vive per l’imprevedibilitร di ogni spettacolo, che diventa struttura. “A volte funziona a meraviglia, altre volte devo fingere per far sembrare che funzioni a meraviglia, altre ancora non funziona proprio”, ha detto. “Non รจ uno spettacolo teatrale, ma una performance in cui il pubblico ha un ruolo importante quanto il mio”.
foto Maria Baranova
Durante i 90 minuti della performance, creata da Sobelle insieme al mago Cuiffo, l’attore fa un percorso che parte dalle prime colonizzazioni per arrivare ai giorni nostri, il tutto โa tavolaโ. Per i primi 40 minuti, l’attore infatti impersona un cameriere di un ristorante raffinato. Il palco รจ occupato da un enorme tavolo quadrato, apparecchiato con tovaglia, piatti, bicchieri e posate. Intorno a tre dei lati siedono ventiquattro spettatori. Al centro del quarto lato, c’รจ Sobelle-cameriere, che versa il vino, distribuisce i menu e prende le ordinazioni. Produce oggetti e cibi attraverso una rappresentazione a metร tra l’improvvisazione e lo spettacolo di magia, facendo apparire per esempio una torta di ciliegie e una mela su un piatto d’argento, e poi estraendo una patata al forno da un mucchio di terra innaffiata.
Ma lo spettacolo si trasforma rapidamente in una satira poco chiara, con Sobelle che per sottolineare il punto, sparecchia e si ritira in se stesso per procedere ad ingerire silenziosamente – tenetevi forte – sei mele, una ciotola di pomodorini, una di lattuga, quello che un critico ha definito “una quantitร preoccupante di condimento ranch”, una mezza dozzina di gambi di asparagi, cinque carote, una cipolla cruda, tre scodelle di riso, una costata di manzo da 600 grammi, la patata al forno di cui sopra, una ciotola di tuorli d’uovo crudi, una bottiglia di vino, un pesce, la torta di ciliegie sana, una seconda bottiglia di vino, una candela accesa, un pacchetto di sigarette (masticate, non solo fumate), quattro tovaglioli, parte di un telefono e qualche banconota da un dollaro. Sono circa 9.000 calorie in una ventina di minuti. E il sabato si fa la doppia. “Le repliche diurne sono davvero dure”, ha dichiarato Sobelle, che ha presentato lo spettacolo all’Arizona State University e al Fringe Festival di Edimburgo. “Mi sto ancora abituando” dichiara al quotidiano newyorkese.
Per il terzo atto dello spettacolo, Sobelle invita il pubblico a fare proprio questo tipo di riflessione, tirando via con violenza la tovaglia che rivela un campo di terra, sul quale mette in scena con pochissimo dialogo una situazione che funge da riassunto della coltivazione e del consumo umano. Un trattore telecomandato si muove sul terreno fangoso e appaiono nella sua scia covoni di grano. Poi si materializzano gli orpelli della civiltร moderna; ai commensali vengono distribuiti piccoli trattori giocattolo da far passare lungo il perimetro del tavolo da pranzo trasformato in paesaggio. Sobelle ci si arrampica sopra, ci infila dentro la mano e fa zampillare un liquido nero, pensiamo petrolio, mentre edifici alti cominciano a spuntare qua e lร nel campo.
A parte un breve preambolo sulla natura primordiale del rapporto umano con il cibo, il tentativo di intellettualizzare รจ minimo. Il pubblico che cerca un significato oltre la provocazione, alla fine non lo trova, come commenta il critico del NYT.
Nel 1973 Marco Ferreri fece riflettere con La Grande Abbuffata, film che racconta la storia di quattro uomini che, stufi di una vita noiosa e priva si soddisfazioni, si chiudono in una casa parigina dandosi alle gioie della vita e nascondendo un terribile segreto: la decisione di suicidarsi in unโorgia di cibo e sesso.
Magari “Food” avrร scosso qualche animo negli States, ma figuriamoci se nel Vecchio Mondo una performance di satira assurda e assenza di senso possa mai scioccare nessuno.
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