Un Nero d’Avola a bassa gradazione รจ possibile, sia per rispondere alla richiesta del mercato sia per contrastare gli effetti della crisi climatica sui vini. E, soprattutto, senza snaturare le caratteristiche originarie del vitigno. Si รจ chiuso, in Sicilia, il progetto Innonda, promosso da Assovini e finanziato con fondi Psr 2014-2022, a cui hanno preso parte l’Universitร di Milano, l’Isvea e quattro cantine siciliane. I risultati sono stati annunciati lunedรฌ 30 giugno, a Palermo, dopo un lavoro iniziato nell’aprile 2024.
Progetto Innonda – un fase della degustazione di Nero d’Avola
Il vitigno a bacca rossa piรน famoso della Sicilia ha dato prova sul campo di sapersi adattare alle moderne esigenze. Tenuta Rapitalร , Feudi del Pisciotto, Dimore di Giurfo e Tenute Lombardo hanno partecipato alle sperimentazioni che, come ha spiegato la presidente di Assovini Sicilia, Mariangela Cambria, hanno suggerito alcune soluzioni ma ยซsenza tradire l’identitร del vitignoยป. Lo ha sottolineato anche Daniela Fracassetti, responsabile scientifica del progetto: ยซL’uso delle anfore si รจ rivelato adatto alla vinificazione del nero d’Avola, valorizzandone le caratteristiche sensoriali tipiche. Le differenze osservate nella composizione dei mosti ottenuti da vigneti di etร e provenienza diverse indicano l’importanza del terroir e dell’etร delle viti sulla qualitร finale. La combinazione tra tecniche innovative, riduzione del tenore alcolico e valorizzazione delle peculiaritร territoriali contribuisce ad arricchire la conoscenza sul Nero d’Avola e rafforzare l’identitร della viticoltura siciliana. Visti i risultati raggiunti in poco piรน di un anno – ha concluso – รจ auspicabile proseguire la ricerca per consolidare e approfondire le evidenze ottenuteยป.
Il progetto Innonda si รจ concentrato su quattro aree di intervento. Per realizzare un Nero d’Avola low alcol, sono state usate tecniche fisiche e a membrana per la rimozione dell’etanolo (evaporazione sotto vuoto, osmosi inversa e contattore a membrana). I vini affinati in legno, secondo i risultati dello studio, mantengono meglio la struttura e la complessitร rispetto ai vini affinati in acciaio. Le imprese coinvolte e i ricercatori hanno valutato l’uso delle tecnologie a membrana, che consentono di limitare la perdita degli aromi fruttati e floreali, restituendo ยซvini equilibrati e piacevoliยป.
In campo microbiologico, รจ stato osservato il comportamento dei lieviti non-Saccharomyces combinati con i classici lieviti Saccharomyces cerevisiae. Secondo lo studio, con tale metodo si puรฒ ridurre il grado alcolico fino al 2%, migliorando intensitร aromatica e note fruttate-floreali del Nero d’Avola. La ricerca ha usato la tecnica Ale (evoluzione adattativa in laboratorio), di cui si parla anche nel Corso di alta formazione Il vino del futuro del Gambero Rosso, che consentirร di selezionare ceppi di lievito (non Ogm) capaci di produrre meno etanolo e piรน glicerolo, migliorando le sensazioni morbide e rotonde del vino.
Il progetto Innonda ha verificato anche l’impatto della terracotta nella vinificazione, in particolare il ruolo delle anfore vinarie in argilla di varie gradazioni di porositร . Dimostrata, anche in questo caso, l’efficacia nell’esaltare le note speziate, balsamiche e vegetali del vitigno. Inoltre, le macerazioni lunghe hanno dato ai vini profili particolarmente eleganti e meno amari. In materia di affinamento, l’uso di anfore con diversa porositร ha dato vini maggiormente persistenti, floreali e fruttati, rispetto a quelli in acciaio.
Il Nero d’Avola siciliano ha, infine, una ricchezza genetica e fenolica. Le vigne vecchie sembrano mantenere, secondo i risultati del progetto Innonda, un contenuto piรน alto di aciditร e una migliore concentrazione di antociani e flavonoidi, decisivi per determinare colore, struttura e longevitร . Se, infine, le fermentazioni sono spontanee si ottiene un microbiota ricco, diversificato e legato al territorio.
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