Fa discutere il finanziamento di 15 milioni di euro che l’Unione Europea ha stanziato a favore dell’industria vinicola del Sudafrica per promuovere la crescita inclusiva e sbloccare nuove opportunità di business. Il fondo, gestito in conformità con lo strumento di cooperazione allo sviluppo dell’Ue, è il risultato dell’accordo di partenariato economico tra l’Unione europea e la Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale.
Durissima la presa di posizione del Consorzio dell’Etna Doc: «Una scelta che appare incoerente e contraddittoria – è il commento del direttore Maurizio Lunetta – soprattutto in un momento storico in cui le imprese agricole e vitivinicole europee, italiane e siciliane in particolare, affrontano sfide enormi legate alla crisi climatica, all’aumento dei costi di produzione, alla concorrenza internazionale e all’incertezza normativa. Questa misura – afferma – rappresenta un delirio politico e culturale. L’Europa dovrebbe sostenere le proprie denominazioni, i territori che custodiscono biodiversità e storia, i produttori che investono in sostenibilità e qualità. Al contrario, si scelgono scorciatoie geopolitiche che disorientano i consumatori e mettono a rischio l’identità agricola del continente».
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento del presidente Francesco Cambria: «Finanziare la filiera vitivinicola sudafricana significa indebolire le nostre. È una visione miope e autolesionista». Una «deriva di involuzione» delle politiche comunitarie, secondo il Consorzio etneo che adesso «auspica che la Commissione europea riveda al più presto questa decisione e ritorni a una linea coerente, chiara e coraggiosa a difesa del vino europeo».
Nei giorni scorsi la questione era stata sollevata anche dal mondo produttivo francese, attraverso Jérôme Despey, presidente del consiglio specializzato in vino di FranceAgriMer che aveva commentato la misura alla rivista Vitisphere: «In un momento in cui stiamo vivendo una grave crisi, trovo questa decisione inaccettabile. Una vera e propria provocazione per l’industria vinicola europea». Despey aveva anche ricordato come i produttori francesi siano alla ricerca di finanziamenti per ridurre il potenziale produttivo attraverso misure drastiche, come la distillazione o l’estirpazione.
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