Un espresso a 1 euroย e una pizzetta a 3,20 euro. Non sono i prezzi di un normale bar romano, ma quelli della buvette di Montecitorio. Il mitico bar affacciato sul Transatlantico,ย per anni al centro delle polemiche per i suoi listini quasi simbolici โ celebre il caso dei primi piatti tra i 2 e i 5 euro โ sta vivendo un aumento dei costi,ย allineandosi al listino di un qualsiasi locale della Capitale. La prova? Il boom spesa complessiva sostenuta dalla Camera per il servizio di ristorazione, schizzata a oltre 3 milioni di euro nel 2024, con un balzo del 29% rispetto allโanno precedente. Un vero e proprio colpo per parlamentari e dipendenti del Parlamento, che segna la fine di unโepoca in cui la caffetteria della Camera veniva considerata uno degli emblemi dei privilegi della politica.
A segnalare nero su bianco il forte aumento di questa voce di spesa alla Camera รจ il bilancio consuntivo 2024, documentoย che il quotidiano Il Messaggero ha avuto modo di esaminare e segnalare. Al netto di un avanzo di 45 milioni di euro, i numeri non mentono: nel consuntivo 2023 erano stati messi a bilancio 2.360.000 euro per la ristorazione, diventati 3.062.000 nel 2024. Ben 702mila euro in piรน. Si tratta in particolare di “servizi relativi alla ristorazione“, come la buvette, il ristorante e la mensa di Montecitorio, per i quali si prevedeva una spesa di 1.375.000 euro, nei fatti aumentata di 462mila euro lo scorso anno. Ma ci sono anche i 75mila euro di “servizi di supporto alla ristorazione” con un altro milione e 150mila euro per l’acquisto delle “derrate alimentari”. Un capitolo per il quale si sono resi necessari altri 325mila euro, presumibilmente per la scelta di privilegiare i prodotti a chilometro zero e la dieta mediterranea.
In effetti, a un primo sguardo, questo incremento dei costi โย ben 325 mila euro rispetto all’anno precedente โ potrebbero essere giustificato proprio dal miglioramento della qualitร delle materie prime e da una scelta consapevole di prodotti piรน buoni e dunque piรน cari. Tuttavia, a incidere sullโaumento sembrerebbe pesare anche l‘internalizzazione del personale. Una spesa inevitabile per un processo di riorganizzazione ancora in corso che ha fatto lievitare i costi per gli stipendi da 33 a 45 milioni di euro, in un momento cruciale per la gestione passata da appalti esterni a una societร “in house”. Sรฌ, perchรฉ la cifra esorbitante che grava sulle casse della Camera โ e di conseguenza sulle tasche dei cittadini โ non si ferma al semplice adeguamento dei listini necessari per garantire la sostenibilitร economica di un servizio che coinvolge non solo i deputati ma anche oltre mille dipendenti del Palazzo. Dietro questi numeri si cela, infatti, una complessa gestione che ha visto nel 2024 lโabbandono delle societร esterne di catering a favore della Cd Servizi, pensata appunto per produrre risparmi e maggiore controllo.
Al momento, perรฒ, i conti raccontano una storia diversa. Piuttosto che diminuire, le spese sono aumentate, mettendo a repentaglio gli obiettivi di contenimento dei costi prefissati sul lungo periodo. Cosรฌ, malgrado lโapparente normalizzazione dei prezzi, il costo complessivo legato alla ristorazione parlamentare pesa comunque piรน che in passato sulle casse pubbliche. Un paradosso difficile da ignorare, con lo scontrino della pausa pranzo che diventa parecchio salato e lโaura di un primo di pesce a 1,60 euro che resta ormai solo un vago ricordo.
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