La Borgogna inglese

Dalla Borgogna all’Essex: adesso i grandi produttori francesi scommettono sul vino fermo inglese

L'Inghilterra non è più solo la terra delle bollicine: in crescita la produzione di bianchi e rossi. E arrivano i primi investitori, soprattutto dalla Francia

  • 31 Luglio, 2025

Non solo bollicine. L’Essex, la contea nel sud-est dell’Inghilterra, sta rapidamente emergendo come uno dei territori più promettenti per la produzione di vino fermo, in particolare Pinot Nero e Chardonnay. Come riportato da Patrick Schmitt MW su The Drinks Business, i vini fermi inglesi, in particolare quelli provenienti dalla Crouch Valley in Essex, stanno guadagnando credibilità internazionale. In particolare, gli Chardonnay affinati in barrique della zona sono stati paragonati ai migliori Chablis per precisione aromatica, equilibrio e potenziale di invecchiamento.

Un’evoluzione che non è sfuggita ai grandi nomi della viticoltura francese. Importanti realtà della Borgogna come Domaine Duroché e Domaine Bernard Moreau hanno, infatti, avviato collaborazioni strategiche con produttori locali inglesi, riconoscendone il potenziale qualitativo in crescita.

Quando la Borgogna incontra l’Essex

Il Domaine Duroché, storica cantina a conduzione familiare di Gevrey-Chambertin, ha annunciato una joint venture con la tenuta Danbury Ridge Wine Estate. L’idea è nata dopo che Pierre Duroché, quinta generazione della famiglia, ha assaggiato il Pinot Nero 2021 prodotto dalla tenuta inglese. Colpito dall’eleganza e dalla struttura del vino, Duroché ha deciso di partecipare personalmente alla vendemmia e vinificazione 2025, con l’obiettivo di creare una cuvée in edizione limitata che uscirà nel 2028. 

«Il livello qualitativo raggiunto dal Pinot Nero dell’Essex è tale da non poter essere ignorato», ha detto Duroché al Times. Anche Olivier Leflaive, altro nome di spicco della Côte d’Or, ha recentemente affermato che i produttori francesi «dovrebbero iniziare a preoccuparsi» di quanto sta accadendo in Inghilterra.

Nuovi progetti, nuove alleanze

Non solo Pinot Nero. Anche lo Chardonnay dell’Essex ha conquistato l’attenzione dei borgognoni. Alex Moreau, del Domaine Bernard Moreau a Chassagne-Montrachet, ha stretto una collaborazione con Missing Gate, una giovane tenuta situata a Woodham Ferrers. L’obiettivo è di sviluppare un nuovo Chardonnay di alto profilo.

Nick Speakman, proprietario di Missing Gate, ha raccontato al Times che la filosofia produttiva punta tutto sulla qualità, con basse densità d’impianto e pratiche agronomiche a basso impatto. Una collaborazione che, secondo Speakman, potrebbe avere effetti duraturi anche sul piano patrimoniale.

L’interesse dei grandi player internazionali

Occhio, però. Perché se i francesi stanno ora muovendo i primi passi, altri player internazionali sono arrivati prima. Jackson Family Wines, colosso californiano, ha presentato il mese scorso il suo primo “Essex Burgundy” durante il Royal Ascot. Anche Nick Lane, ex enologo di Cloudy Bay (Nuova Zelanda), ha aperto una cantina vicino a Colchester, concentrandosi su vini fermi prodotti nell’East Anglia.

 

Le potenzialità dell’Essex

Secondo Henry Jeffreys, autore del libro Vines in a Cold Climate, la reputazione dell’Essex è cambiata radicalmente negli ultimi cinque anni grazie a condizioni climatiche favorevoli e a vini pluripremiati. La Dengie Peninsula, incastonata tra i fiumi Blackwater e Crouch, è una delle zone più calde e secche del Regno Unito – un microclima ideale per la piena maturazione del Pinot Nero.

«In Inghilterra è difficile far maturare la buccia del Pinot al punto giusto, a causa delle piogge. Ma in questa parte dell’Essex, grazie al clima secco, le uve possono maturare fino a novembre, senza problemi di malattie», spiega Jeffreys. Anche il suolo ha un ruolo chiave: un’argilla compatta che trattiene l’umidità senza creare ristagni. Paradossalmente, proprio questa difficoltà agronomica ha tenuto bassi i prezzi della terra: un vantaggio per i neo-investitori.

 

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