Difficile parlare di albergo quando, arrivati a San Felice, ci si trova davanti – e tutt’intorno – a un piccolo mondo intero. Con quasi 700 ettari di tenuta tra vigneti, ulivi, seminativi e boschi, questo borgo, che fa capo al comune di Castelnuovo Berardenga, nel Chianti Classico, è l’immagine della Toscana che incanta, ma anche un luogo dalla bellezza concreta.
Lo racconta bene Danilo Guerrini, direttore generale di Borgo San Felice Resort, che fa riferimento ad una “parolina magica” usata in modo appropriato: «La parola è resort al posto di hotel – spiega Guerrini – in questo modo abbiamo salvaguardato sia l’anima del luogo sia la natura di impresa ricettiva. A differenza di altre strutture di lusso (l’insegna fa parte della catena Relais & Châteaux) non ci siamo isolati dal resto del territorio e della comunità. Anzi, il dialogo con il comune di Castelnuovo Berardenga è continuo e San Felice è aperto a chiunque voglia farci visita, anche solo per godersi una passeggiata tra i vicoli acciottolati». Parliamo infatti di un villaggio dell’Alto Medioevo: le prime citazioni risalgono al 714, ma le origini sono più lontane, come testimoniano i reperti etruschi ritrovati nella tenuta e attribuiti agli antichi popoli dell’Etruria.
La piazza del Borgo San Felice
Questo wine resort conserva intatta la struttura originale di un borgo toscano, con le case in pietra, la piccola chiesa romanica, la piazza che si apre tra i vicoli e il paesaggio agricolo. Di proprietà del gruppo assicurativo Allianz, Borgo San Felice Resort è oggi un esempio di ospitalità integrata e di valorizzazione del territorio, riconosciuto anche dall’attribuzione di due Chiavi Michelin. Due esempi tra i più significativi: il mercato degli artigiani locali, che si tiene una volta al mese da maggio a settembre e il progetto sociale “L’Orto & Aia”, nato nel 2012 dalla collaborazione tra la Fondazione Allianz Umana Mente e Borgo San Felice. Qui, alcuni volontari anziani del paese – “i nonni” – insegnano a ragazzi con disabilità a prendersi cura dell’orto e degli animali da aia; i prodotti vengono poi utilizzati come ingredienti nelle cucine dei ristoranti del borgo, guidati dallo chef Stelios Sakalis sotto la supervisione del pluristellato Enrico Bartolini.
Borgo San Felice resta comunque un’azienda vitivinicola: «L’ospitalità qui non è un’aggiunta – continua il general manager – ma l’evoluzione naturale di un rapporto profondo con la terra. Gli ospiti non si limitano a soggiornare: entrano in un ecosistema agricolo e culturale che vive di vendemmie, degustazioni, vigne e cantine, di cucina legata alla stagionalità e di esperienze costruite attorno alla materia prima».
Il Vitarium dell’azienda viticola San Felice
La ristrutturazione ha rispettato le architetture originali, mantenendo l’anima del borgo. Le 63 camere e suite sono distribuite negli edifici storici, creando l’effetto di un paese in cui ogni porta conduce a una stanza, a un salotto o a un giardino privato. Non esiste un corpo centrale: l’ospitalità si diffonde tra vicoli e cortili, dando la sensazione di abitare davvero un villaggio toscano, ma con i servizi di un hotel cinque stelle.
Oltre ai due ristoranti (Poggio Rosso e l’Osteria Il Grigio), il borgo offre campi da tennis, una palestra, un’enoteca – che rappresenta ormai il 15% delle vendite totali di vino – e la Botanic Spa. La lista di esperienze personalizzate è ampia: si va dal giro in Ferrari al picnic nell’orto, dalle lezioni di pittura alle visite al Palio di Siena. Una macchina complessa, che richiede molte risorse umane: «Oggi siamo oltre cento persone a lavorare nella struttura – racconta Guerrini – e non nego che trovare personale qualificato non sia semplice, ma non do mai la colpa ai più giovani che spesso non ricevono gli stimoli giusti. Come presidente della delegazione Italia di Relais & Châteaux, con il team realizzo numerosi interventi nelle scuole. Inoltre, da qualche anno, l’associazione ha una piattaforma dedicata all’incontro tra domanda e offerta di lavoro: molti dei nostri collaboratori arrivano da lì».
Niente da mostrare
ResetNo results available
Reset© Gambero Rosso SPA 2025 – Tutti i diritti riservati
P.lva 06051141007
Codice SDI: RWB54P8
registrazione n. 94/2021 Tribunale di Roma
Modifica impostazioni cookie
Privacy: Responsabile della Protezione dei dati personali – Gambero Rosso S.p.A. – via Ottavio Gasparri 13/17 – 00152, Roma, email: [email protected]
Resta aggiornato sulle novità del mondo dell’enogastronomia! Iscriviti alle newsletter di Gambero Rosso.
Made with love by
Programmatic Advertising Ltd
© Gambero Rosso SPA – Tutti i diritti riservati.
Made with love by Programmatic Advertising Ltd