Tradizioni rurali

Che cos'è la tradizione della Crapiata, che si celebra in Basilicata ogni primo di agosto

Le origini di questa zuppa risalgono all’epoca romana e questa preparazione è legata alla tradizione contadina e rappresenta un momento di condivisione e celebrazione per la fine del raccolto

  • 01 Agosto, 2025

Ogni anno, il primo agosto, a Matera e in alcuni centri della Basilicata si celebra una delle tradizioni più antiche e sentite del territorio: la tradizione della Crapiata. Si tratta di un evento comunitario legato alla cultura contadina, in cui si prepara e si condivide un piatto a base di legumi e cereali, simbolo della fine del raccolto e della solidarietà tra le famiglie.

La tradizione

La preparazione iniziava la sera del 31 luglio, quando le donne del vicinato si riunivano per mettere a bagno i legumi e cominciare la cottura lenta durante la notte. La zuppa veniva poi consumata il giorno successivo, il 1° agosto, quando i lavoratori dei campi concludevano la mietitura.

Le famiglie del vicinato contribuivano ciascuna con i prodotti del raccolto con una piccola quantità di legumi o grano. Tutto veniva cotto insieme in un grande pentolone di rame e distribuito sotto forma di zuppa. Il gesto era collettivo e simbolico, unire ciò che si aveva per creare un pasto comune.

Questa ricorrenza segnava la fine dell’anno agricolo. Intorno al 15 agosto, infatti, terminavano sia i contratti di affitto di case e terreni che gli accordi di lavoro con i braccianti. In alcuni casi si rinnovavano, in altri no. Il giorno seguente, il 16 agosto, i contadini si ritrovavano a Matera in piazza Vittorio Veneto, dove, con l’intermediazione dei sensali (figure simili a mediatori), cercavano nuovi datori di lavoro disposti ad assumerli per la stagione successiva.

Foto credit, Facebook MangiaMed.it

Ancora oggi, questa tradizione viene rispettata in alcune zone, come nel borgo La Martella, dove ogni anno si prepara la crapiata per centinaia di persone durante la sua festa dedicata.

Le possibili origini del nome

Il nome crapiata ha diverse possibili origini. Potrebbe derivare dal greco krambe (pianta di ceci, fave o piselli), oppure dal termine calabrese cràpia, che indicava il treppiede usato per la cottura. Un’altra ipotesi lo collega al latino crepula (“ubriachezza”), riferendosi al clima festoso della giornata. C’è anche chi lo associa al termine crapa (capra), perché la domenica successiva si consumava carne di capra.

La festa

A Matera, in particolare nel borgo rurale La Martella, la Crapiata viene preparata in grandi quantità e distribuita gratuitamente a cittadini e turisti che la mangiano lungo grandi tavolate. L’evento è accompagnato da spettacoli musicali, degustazioni di prodotti tipici e momenti di intrattenimento che animano la serata.

Foto credit, Facebook Trmtv.it

Ingredienti e preparazione

La ricetta varia leggermente a seconda delle zone e delle famiglie, ma gli ingredienti di base sono sempre legumi secchi misti: ceci, fave, piselli, lenticchie, fagioli, cicerchie, insieme a grano, farro e patate novelle. Completano il piatto pomodorini, cipolla, sedano, carota e pane. Il condimento è minimo: solo olio extravergine di oliva, sale e in caso anche parmigiano. I legumi vengono messi in ammollo in anticipo e cotti a lungo, a fuoco lento.

Se avanza, si conserva bene anche il giorno dopo. Può essere riscaldata o trasformata in polpette vegetali, aggiungendo pane grattugiato.

Foto copertina credit, Facebook Antonia Fai

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